Bari - Un
gruppo di docenti universitari avrebbe esercitato pressioni sul
ministero dell’Istruzione, e probabilmente direttamente sull’ex
ministro Mariastella Gelmini, per ostacolare la riforma
dell’Università, poi approvata dal Parlamento nel dicembre 2010. E’ uno
dei particolari che emerge dalla maxi inchiesta condotta dai pm della
Procura di Bari, Renato Nitti e Francesca Romana Pirrelli, su una
presunta rete nazionale che avrebbe gestito illecitamente i concorsi
per docenti in materie giuridiche. Pare che dalle indagini
investigative emerga un quadro secondo cui taluni docenti universitari
avrebbero voluto impedire che alcune modifiche, poi introdotte dalla
riforma, potessero andare in porto. Tra queste, quella che riguarda i
meccanismi di scelta dei commissari d'esame. La riforma universitaria
ha previsto, sin dalla sua prima stesura, il sorteggio dei componenti
della commissione. Una modalità che sembra non fosse gradita ad un
numero cospicuo di docenti i quali, per questo, avrebbero esercitato
pressioni sul dicastero di vale Trastevere affinché tutto rimanesse
immutato. A cio si aggiunge che questo gruppo di professori avrebbe
tentato di evitare, inutilmente, l'adozione di un di codice etico che
impedisce a parenti di lavorare nello medesimo dipartimento
universitario. Il fascicolo d’indagine è stato aperto nel 2008 per
fatti risalenti agli anni 2006-2011. I magistrati della Procura di Bari
ipotizzano i reati di associazione per delinquere finalizzata a
corruzione, abuso d'ufficio e falso ideologico a carico di 22 docenti
di 11 città italiane, tra cui Bari.
go-bari.it