Il
progetto starebbe decollando: solo il 25%-30% dei ruoli andrebbe ai
vincitori dei maxi-concorsi. Per i giovani la porta di accesso alle
cattedre rimarrà dunque sempre molto piccola. Sul reclutamento incombe
poi il nodo mai sciolto delle nuove classi di concorso.
Assumere a tempo indeterminato tre docenti abilitati ogni quattro,
utilizzando le corpose graduatorie ad esaurimento; di contro, solo una
immissione in ruolo ogni quattro si attuerebbe attraverso le nuove
liste che si ricaveranno dalle liste dei vincitori concorsi pubblici
regionali annunciati nei giorni scorsi: è questo il piano che, secondo
fonti vicine al ministero dell’Istruzione, sembra prendere sempre più
corpo ai piani alti di viale Trastevere per riformulare il reclutamento
dei prossimi anni. Sempre in attesa che su uno dei tanti disegni di
legge, fermi nelle commissioni Cultura di Camera e Senato, le parti
politiche trovino un’intesa.
Il progetto su cui starebbe puntando il Miur servirebbe a
realizzare due scopi: da una parte a contribuire alla lenta quanto
difficile opera di svuotamento delle graduatorie provinciali ad
esaurimento, dove oggi stazionano ancora oltre 200mila supplenti;
dall’altra ad aprire le porte (anche se ristrette!) ai giovani che
vogliono fare gli insegnanti. Per questi ultimi, tuttavia, raggiungere
il ruolo sarà un’impresa a dir poco ardua: saranno chiamati, infatti, a
vincere prima la selezione per accedere ai Tfa (il cui bando dovrebbe
uscire tra fine febbraio ed inizio marzo 2012), frequentare quindi con
successo corsi e tirocini formativi, riuscire a piazzarsi tra i primi
anche nel maxi-concorso pubblico (vincendo l’agguerrita concorrenza dei
colleghi più esperti e già collocati nelle Gae) che si dovrebbe
svolgere a fine 2012 (sempre che nel frattempo i Tfa si saranno
esauriti).
Insomma se i rumors provenienti dal Miur sono veri, è evidente che quei
giovani a cui il ministro Profumo dice di volere dare un’opportunità,
anche per svecchiare la scuola ed immettere forze fresche, dovranno
superare una durissima corsa ad ostacoli.
Una corsa su cui, peraltro, continua a gravare l’incognita delle nuove
classi di concorso. Se infatti il Ministero non riuscirà a pubblicarle
prima dell’avvio dei nuovi Tfa, i nuovi abilitati si ritroverebbero tra
le mani un titolo già “vecchio”. A meno che al Miur non decidano anche
di rinnovare d’ufficio queste abilitazioni. Dando così il là alla
creazione di abilitazioni molto “forzate”, simili alle tabelle di
confluenza delle scuole superiori (con docenti di italiano in
sovrannumero spostati ad insegnare greco solo per aver svolto un esame
all’università….), nate per essere transitorie ma poi rimaste in vigore
per due anni. Con la possibilità concreta di essere confermate per il
terzo (il 2012/13). Cucendo così l’ennesima “toppa”. Ma rimanendo anche
lontanissimi dalla tanto annunciata scuola della qualità. da Tecnica della Scuola
redazione@aetnanet.org