Contestata
"anche da generali e membri dell'esercito", aggiunge Spagnolo, la
mini-naja non ha mai convinto, soprattutto il mondo del Servizio civile
che
nello stesso periodo in cui venivano racimolati i fondi per far partire
il
progetto voluto da La Russa, vedeva i propri assottigliarsi sempre
piu'. La
mini-naja e' stata approvata nel 2010 e finanziata con 20 milioni,
mentre il
Servizio civile nazionale ha visto i fondi precipitare dai circa 170
milioni
del 2010 ai 68 del 2012. Quindi, mini-naja a piu' 20, Servizio civile a
meno
100. Tuttavia i fondi per la mini-naja provenivano in gran parte dal
ministero
della Difesa e non utilizzabili per il Servizio civile. "Il fondo della
mininaja ha due origini - specifica Spagnolo -: uno da risparmi del
ministero
della Difesa, l'altro da una serie di economie che lo Stato faceva tra
cui
fondi residui del mondo della scuola. I fondi residui comunque
rimangono nelle
economie del ministero della Difesa, ma sullo stato attuale delle
risorse c'e'
una situazione poco chiara perche' La Russa in questo non e' stato mai
esplicito e alle interrogazioni parlamentari ha sempre risposto con i
riferimenti della legge. Non spiegava nulla".
Un
progetto,
quello della mini-naja, che ha sempre suscitato perplessita' e
polemiche.
"Lo scopo della mini-naja era quello non tanto di investire sui giovani
ma
di alimentare le associazioni d'arma - aggiunge Spagnolo -, come ad
esempio
l'associazione nazionale alpini che, dopo la fine della leva
obbligatoria,
rischiava di restare senza iscritti. Queste associazioni ricevono una
sorta di
contributo dallo Stato in base al numero di iscritti, quindi meno ne
hanno,
meno soldi ricevono. Cosi' La Russa ha inventato questa modalita': con
queste
tre settimane di naja automaticamente e' possibile iscriversi a queste
associazioni d'arma. Non solo. La Russa, poi, ha creato una sorta di
associazione che si chiama "Vivi le forze armate", un'associazione di
giovani che hanno svolto la mini-naja".
Per
Spagnolo, pero', il progetto dell'ex ministro della Difesa ha le ore
contate e
qualcosa si e' mosso anche in Parlamento. "Ci sono state delle
interrogazioni parlamentari - spiega -. L'ultima l'ha fatta agli inizi
di
dicembre il senatore Ferrante che chiedeva di conoscere i risultati del
progetto e quanti soldi erano stati spesi". Sul versante del Servizio
civile, invece, i segnali del mondo politico sono ancora deboli. "Il
governo ha soltanto accolto due ordini del giorno alla Camera -
conclude
Spagnolo -. Uno si impegna a rifinanziare quest'anno il Servizio civile
con la
cifra mancante, circa una cinquantina di milioni, e l'altro riguarda il
taglio
dell'Irap sul compenso dei volontari per risparmiare circa 8 milioni.
Per ora
e' un impegno formale. Ora speriamo nel prossimo decreto sullo sviluppo
dove
dovrebbero essere contenute proposte concrete di investimento".
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