On.Ministro,
Le scrivo per esporle la mia situazione, simile a quella di molte altre
donne italiane nate nel 1952,il 6 febbraio compio 60 anni e con 36 anni
di servizio sarei andata in pensione,dopo i 12 mesi della finestra
mobile(61) ,ho due genitori novantenni da accudire,due figlie laureate
e precarie,due nipotini in tenera età,un marito affetto da melanoma,la
pensione mi avrebbe permesso di smettere di correre affannosamente da
uno all'altro dei miei familiari!Insegno in una scuola superiore
,classi di 30,32 studenti sempre più inquieti , indisciplinati e
ipertecnologici,lontani mille miglia dalla nostra formazione culturale
,la domanda che mi sorge spontanea è"Come farò??Come faremo??Dove
troveremo le energie necessarie a 65,66 anni??".
La scuola ha bisogno di giovani,il corpo docente è prevalentemente
composto da 50-60enni frustrati e demotivati da un lavoro scarsamente
gratificante , non riconosciuto e malpagato (1700 a fine carriera),
come potranno trovare lavoro i giovani se noi siamo costretti a
rimanere 6-7 anni di più??
Quelli che lei ha chiamato sprezzantemente bizantinismi
garantivano un minimo di gradualità, bastava alzare di un anno noi del
'52,un altro quelli del '53 e così via,nel giro di tre anni si
sarebbe arrivati alla quota 66 senza stravolgere così pesantemente le
prospettive di vita di migliaia di persone!Oppure si poteva ,come in
Francia ,riconoscere alle donne per ogni figlio allevato un anno di
contributi,capisco che abbiate dovuto fare in fretta ,ma la fretta c'è
stata solo per le pensioni,non per la patrimoniale,le aste
televisive,le liberalizzazioni etc.,etc.. Essere nati entro il 31-12-11
permette di rientrare nella vecchia norma,invece essere nati l'1-1-12
significa lavorare 6,7 anni di più,è semlicemente inaudito!!! Ma non è
finita, l'art.24 comma 15 bis è esteso solo al settore privato e noi
donne del pubblico non abbiamo gli stessi diritti???dov'è il criterio
di equità???
Mi stupisce che una manovra studiata da una donna non preveda la
minima salvaguardia , tutela e riconoscimento del ruolo di tutte le
donne, pubblico e privato ,che assolvono ad un welfare in Italia
inesistente,probabilmente,Lei e la sua famiglia potete contare su donne
di servizio,baby sitter che noi con 1700 euro non possiamo permetterci
, ma i politici non devono essere accanto ai cittadini???le donne in
Italia hanno la parità giuridica,ma non certo sociale,su di loro, oltre
il lavoro, pesa tutto quel settore di accudimento e sostegno che
Lei,signora ministro,non ha minimamente tenuto in considerazione,
distinti saluti,
Patrizia
Denegri
patriziadenegri@libero.it