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Didattica: UN DIALOGO SU UN'ANTICA GUERRA NARRATA DA TUCIDIDE

Redazione
Un dialogo su un’antica guerra:
quella del Peloponneso, narrata da Tucidide

di Andrea Muni (*)


Premessa

Il testo si basa su una registrazione di una serie di conversazioni svolte una classe terza elementare. Rappresenta quindi la testimonianza di una sperimentazione didattica, la documentazione e la comunicazione di un’esperienza concreta di insegnamento svolta qualche anno fa in Friuli-Venezia Giulia con una classe di bambini di età compresa tra gli otto e i nove anni. La lettura da cui parte è inventata dall’insegnante, che la prepara, la distribuisce a ciascun bambino, la fa leggere e cerca di farla commentare un po’ dall’uno un po’ dall’altro.  Anche se inventata, la lettura è dello stesso tipo di quello che troviamo generalmente nei libri di storia per l’infanzia, scolastici e non. In particolare, l’insegnante ha riassunto il capitolo “La guerra del Peloponneso” di CHISHOLM, JANE, MILES, LISA e REID, STRUAN, a cura di, Enciclopedia Usborne. L’antica Grecia, (1999), Usborne, Londra 2001, pp. 58-59. L’editrice per l’infanzia Usborne, fondata da Peter Usborne nel 1973, ha grande successo a livello internazionale. In questo modo l’insegnante ha voluto crearsi da sé un testo di manualistica scolastica per l’infanzia verosimile tanto in Italia quanto all’estero, corrispondente cioè a quello che in genere si fa o a quello che in genere si desidera fare o si pensa si possa fare.


Dialogo

Lettura

Nel 431 a.C. Corinto entra in guerra con Corfù. Sparta parteggia per Corinto e Atene parteggia per Corfù. Sparta dichiara guerra ad Atene e ai suoi alleati. Nel 421 a.C. viene firmata una tregua in quanto entrambe le parti erano sfinite. Poco a poco il sostegno degli alleati viene a mancare e alcuni si rivoltano contro Atene. Gli spartani si alleano con antichi rivali: i persiani. I persiani finanziano la costruzione di una flotta spartana. In cambio Sparta si impegna a riconoscere le pretese della Persia sulla Ionia. Così gli spartani nel 405 a.C. attaccano per mare gli ateniesi. Catturano 170 navi, giustiziano 4000 prigionieri e assediano la città. Senza la flotta Atene non può rifornirsi di viveri e nel 404 a.C. è costretta ad arrendersi.


Conversazione

Insegnante:
Che titolo mettereste a questa lettura?

Matteo:
Le guerre di Corinto e Corfù.

Edoardo:
La vittoria di Sparta.

Anna:
Una guerra complicata.

Insegnante:
Rileggiamo la prima frase: “Corinto entra in guerra con Corfù”. Secondo voi, quando parliamo di “Corinto” e “Corfù”, di cosa stiamo parlando?

Edoardo:
Di due che entrano in guerra.

Insegnante:
Puoi essere più preciso?

Edoardo:
Due nemici. Uno contro l’altro.

Insegnante:
Due “nemici”? Sei sicuro?

Edoardo:
Certo, se c’è scritto “Corinto entra in guerra con Corfù” vuol dire che sono nemici, no? Gli amici mica entrano in guerra.

Insegnante:
Tu litighi mai con un tuo amico?

Edoardo:
No. Se è mio amico non mi fa arrabbiare.

Insegnante:
Tu hai mai litigato?

Edoardo:
Sì.

Insegnante:
Con chi?

Edoardo:
Eh, non mi ricordo.

Insegnante:
Dai, cerca di ricordare. È importante.

Edoardo:
Non so. Con mia mamma. Con Marco. Con Giulia.

Insegnante:
Con tua sorella? Avete mai litigato?

Edoardo:
Litighiamo sempre. Lei non capisce niente. Vuole sempre avere tutto lei. Mi ruba i giocattoli. Mi prende in giro.

Insegnante:
Allora hai litigato con tante persone: la mamma, la sorella, Marco, Giulia… Marco non è tuo amico?

Edoardo:
Sì, è mio amico!

Insegnante:
Questo vuol dire che anche gli amici possono litigare.

Edoardo:
Sì, ma poi facciamo pace. Siamo amici.

Insegnante:
Certo, lo so e mi fa piacere. Adesso torniamo alla nostra storia. Abbiamo letto “Corinto entra in guerra con Corfù”. Io vi ho chiesto di provare a indovinare di cosa stiamo parlando. Edoardo ha risposto che Corinto e Corfù sono due nemici, perché gli amici non entrano in guerra. Ma poi ha detto che lui ha litigato anche con i suoi amici, e poi hanno fatto la pace perché sono amici.

Bambini:
(silenzio)

Insegnante:
Monica, secondo te che differenza c’è fra “litigare” e “fare la guerra”?

Monica:
La guerra è una cosa seria.

Insegnante:
Quando tu litighi con qualcuno, non è una cosa seria?

Monica:
Come! Se litigo vuol dire che sono arrabbiata! È una cosa seria!

Insegnante:
Allora? Anche litigare è una cosa seria. Che differenza c’è tra “litigare” e “fare la guerra”

Monica:
Ma la guerra si vede in televisione, ci sono quelli con le armi e sparano, uccidono, muoiono. In televisione si vedono gli aerei, le navi, i soldati

Matteo:
La guerra è con tanta gente. Lì muoiono tutti.

Monica:
Sì, e si vedono i carri armati. Sparano.

Insegnante:
Ma ieri ho visto due bambini litigare. Si picchiavano. Si sono fatti male.

Matteo:
Non erano in due. Erano in tanti.

Insegnante:
Hanno cominciato in due, gli altri sono venuti dopo.

Matteo:
Erano in tanti!

Insegnante:
Va bene, erano in tanti. Ma si sono fatti male. Francesco gridava a Riccardo: “Ti ammazzo! Ti ammazzo!”, a me sembrava che voleva veramente ammazzarlo di botte –se non lo fermavamo.

Matteo:
È vero, io ho preso paura!

Insegnante:
Allora: quando due bambini litigano… quando tanti bambini litigano, non è come “fare la guerra”?

Matteo:
No.

Chiara:
Ma sì, ci sono i bambini che giocano a fare la guerra. Per loro è un gioco.

Matteo:
Ieri quelli non stavano giocando, facevano davvero.

Insegnante:
Dai, allora che differenza c’è fra litigare e fare la guerra?

Edoardo:
È la stessa cosa. Solo che la guerra la fanno i grandi, e hanno gli aerei, i missili, le bombe, le mitragliatrici, uccidono tutti.

Insegnante:
Allora, se due bambini o un gruppo di bambini litigano è come se si facessero guerra?

Edoardo:
Sì, è la loro guerra.

Insegnante:
Questo è quello che pensiamo noi. Come possiamo essere sicuri che anche gli altri pensano la stessa cosa della differenza fra “fare la guerra” e “litigare”? Voglio dire: i grandi –il papà, la mamma, tutte le persone del mondo.

Chiara:
Andiamo a chiederglielo.

Insegnante:
Si può andare a chiedere a tutte le persone del mondo?

Chiara:
No.

Insegnante:
Nessuno ha qualche idea?

Bambini:
Silenzio

Insegnante:
In questa aula abbiamo un libro che ci potrebbe essere di aiuto.

Bambini:
Silenzio

Insegnante:
è un libro che spiega il significato di tutte le parole

Matteo:
Il dizionario!

Insegnante:
Bravo. Potremmo vedere lì se quello che abbiamo pensato insieme lo pensiamo solo noi o c’è qualcun altro che lo pensa. Matteo, cerca prendi il dizionario, cerca la parola “litigare” e leggi a voce alta quello che c’è scritto.

Matteo:
“Venire in contrasto con”… “qlcu”? Cosa significa qlcu?

Insegnante:
qualcuno.

Matteo:
Ah, sì, giusto! Qualcuno!

A. 1. Venire in contrasto con qualcuno in modo violento e ingiurioso: hanno litigato per motivi di denaro / Rompere i rapporti con qualcuno: hanno litigato, non si frequentano più. 2. Essere parte di una lite: litigare per un risarcimento di danni. B. Contendersi qualcosa: litigarsi un terreno, litigarsi un premio. C. Venire a contrasto, a contesa con qualcuno: non fare altro che litigarsi; si litigano per qualsiasi motivo.

Insegnante:
Si capisce quello che ha letto Matteo?

Bambini:
(Fanno cenno di sì con la testa)

Insegnante:
Anna, cosa hai capito?

Anna:
Litigare vuol dire tante cose, come quando qualcuno è violento con qualcuno, ma anche quando non vuole più vedere una persona, o protesta perché qualcuno ha fatto qualcosa che lo ha fatto arrabbiare, o vuole avere per lui la stessa cosa che vuole un altro; alla fine dice che si può litigare sempre per qualsiasi motivo.

Insegnante:
Molto bene. Siete tutti d’accordo?

Bambini:
(Tutti fanno cenno di sì con la testa)

Insegnante:
Matteo, ora cerca la parola “guerra” e leggi a voce alta.

Matteo:
è lunghissimo!

Situazione di conflitto armato tra due o più Stati: aerea, navale, terrestre; atomica, batteriologica, chimica, nucleare (…); Guerra intestina: di classi sociali o partiti entro una stessa nazione; Guerra civile: combattuta tra opposte fazioni di cittadini; Dichiarare la guerra: darne avviso al nemico, dichiarandone ufficialmente i motivi (…).

Insegnante:
Basta così. (Guarda anche lui sul dizionario e indica col dito una frase). Leggi qui:

Matteo:

Stato di discordia esistente fra due o più persone: mettersi in guerra con qualcuno / Guerra domestica: fra parenti. Dissidio, lotta. (…)

Insegnante:
Allora, adesso che abbiamo cercato sul dizionario, cosa possiamo dire?

Anna:
è quello che abbiamo detto noi. In pratica “litigare” è come “fare la guerra”.

Insegnante:
Tutti d’accordo?

Bambini:
Sì.

Insegnante:
Allora adesso abbiamo capito una cosa importante sulla guerra. Ma io vi faccio un’altra domanda tornando alla nostra storia. “Corinto entra in guerra con Corfù”. Io vi ho chiesto di provare a indovinare di cosa stiamo parlando. Edoardo ha risposto che Corinto e Corfù sono due nemici, perché gli amici non entrano in guerra. Ma poi ha detto che lui ha litigato anche con i suoi amici, e poi hanno fatto la pace perché sono amici. Adesso abbiamo detto che fare la guerra è come litigare. Allora può darsi che Corinto e Corfù non sono due nemici, ma due amici. Marco, cosa ne pensi?

Marco:
Può darsi. Non possiamo saperlo. Forse prima erano amici. Ma adesso, se si fanno la guerra, sono nemici. Dopo può darsi che tornano amici.

Insegnante:
Io sono d’accordo. In questo momento sono nemici. Ma chi sono, di preciso?

Bambini:
(Silenzio)

Insegnante:
Come possiamo saperlo?

Marco:
Cerchiamo nei libri. Andiamo in biblioteca.

Insegnante:
Ci sono tanti libri. Quale prendiamo?

Marco:
Uno di storia. O l’enciclopedia.

Insegnante.
Va bene. Andiamo.

………………..
………………..

(si sceglie prima un Dizionario di Storia , dove si trova un brevissimo accenno a Corinto –dove si legge che è “una città della Grecia”, ma nessuna spiegazione su Corfù-; subito dopo, visto che si tratta di una città, la Garzantina “universale” )

Marco:
Corinto:

Città e porto della Grecia. 31.500 abitanti. Abitata fin dal neolitico. Mercato agricolo (vino, agrumi, olive). Importante luogo di commercio. Centro già fiorente all’inizio del I millennio a.C. Fondò Corcoro e Siracusa (secolo VIII), divenendo importante impero coloniale tra il 600 e il 550. Alleata di Sparta nella guerra del Peloponneso, e poi centro della lega che condusse contro Sparta la guerra corinzia (395-386) subì il dominio macedone (secolo III a.C.), poi romano (nel 146 a.C. i romani la distrussero dichiarando tutta la Grecia una provincia). Nel 1459 cadde in mano ai turchi.

Corfù:

Città e porto della Grecia. 39.487 abitanti. Isola della Grecia. Territorio prevalentemente montuoso con coltivazione di grano, vite, olivo, agrumi. Meta turistica. Colonia di Corinto (733 a.C.) entrò nell’orbita romana (229 a.C.), poi bizantina, normanna e infine (dopo la IV crociata, 1202-04) veneziana (fino al 1797). Annessa all’impero francese nel 1807, col trattato di Parigi (1815) venne occupata dagli inglesi, ma nel 1864 fu riunita alla Grecia. Sede del governo serbo in esilio durante la I guerra mondiale (1916), vi fu firmato il patto che sancì la nascita della Iugoslavia (1917).

Insegnante:
Allora, cosa sono Corinto e Corfù?

Marco:
Corinto e Corfù sono due città.

Insegnante:
Sì. Cerchiamola su una cartina. Ecco. Guardate. Qui c’è Corinto. Qui c’è Corfù. Vedete? Queste parti colorate con blu e azzurro sono il mare. Marrone sono montagne. Marrone scuro, montagne alte. Marone chiaro, montagne basse. Verde, pianura, come qui da noi, Pordenone. Vedete dalla finestra? Quelle laggiù in fondo sono montagne. Vedete? Ci sono montagne più alte e altre più basse. Adesso tornate a guardare la cartina. Qua ci siamo noi, è Pordenone. Qua è Udine, vicino a noi. Si arriva con il treno anche in mezz’ora. In macchina c’è traffico, ci vuole circa un’ora. Adesso guardate qua. Corinto. Corfù. Vicini, no?

Marco:
Mica tanto. Guarda, Udine-Roma è lungo così. Corfù-Corinto è più o meno lo stesso.

Insegnante.
Più o meno. Ma quelli sono i centri delle città: bisogna vedere fino a dove arrivavano. Se confinavano, per esempio. Vedi Udine? Questo è il centro della città. Ma il suo territorio arriva qua in basso fino al mare, fino a Lignano, e qua in alto fino al confine con l’Austria. Fa parte di Udine anche quello. Ancora noi non lo sappiamo fino a dove arriva il territorio di Corfù e quello di Sparta.

Anna:
(dopo aver ripensato per un momento alla frase “Corinto entra in guerra con Corfù”)
Allora una città entra i guerra con un’altra città. Non sono due nemici, ma due città che entrano in guerra.

Insegnante:
Anche due città possono essere nemiche. Tu puoi dire che un uomo è nemico di un altro uomo, ma puoi anche dire che una città è nemica di un’altra città o che un paese è nemico di un altro paese. Per esempio, l’Italia e l’Austria possono essere paesi amici o nemici.

Anna:
Allora adesso abbiamo capito tutto! “Corinto entra in guerra con Corfù!”. Una città della Grecia, fa guerra a un’altra città nemica, sempre della Grecia!

Matteo:
No, io non capisco. Sono le persone che fanno la guerra, non le città. Come può combattere una città?

Edoardo.
È vero!

Matteo:
Non si capisce niente.

Insegnante:
Un momento. Aspettate. Cos’è una città?

Matteo:
Pordenone. Noi abitiamo a Pordenone. È la nostra città.

Anna:
Io sono stata a Trieste. Anche Trieste è una città.

Edoardo:
E io sono stato in Austria. Anche l’Austria è una città.

Insegnante:
Pordenone e Trieste sono città. L’Austria è uno Stato. Guardate, vi faccio vedere su una cartina. (Prende una grande carta politica dell’Europa). Vedete? Qui c’è un pallino e vicino c’è scritto: Pordenone. Qui ce n’è un altro e c’è scritto –vedete- Trieste. In mezzo, guardate, ce ne sono altri due. Cosa c’è scritto qui?

Bambini:
Udine!

Insegnante:
E qui?

Bambini:
Gorizia.

Insegnante:
Ecco, queste sono tutte città. Sono città vicine alla nostra. Tutti questi puntini significano che c’è una città, e vicino c’è scritto come si chiama la città che si trova lì.

Edoardo:
E l’Austria?

Insegnante:
Vieni a vedere da vicino. Guarda: qui c’è scritto “Austria”.

Edoardo:
Ah, è vero! Eccola! È una città! È una città!

Insegnante:
Aspetta! Dov’è il pallino?

Edoardo:
Qui, guarda.

Insegnante:
No: vicino c’è scritto Graz. Graz è una città.

Edoardo.
Qui, allora.

Insegnante:
No: vicino c’è scritto Salisburgo. Salisburgo è una città.

Edoardo:
E l’Austria, allora che cos’è?

Insegnante:
Vedi, è scritto in maniera diversa, e più grande. È il nome di tutta questa parte colorata di verde in mezzo a queste altre parti con altri colori. È il nome di tutto questo spazio che c’è dentro a queste linee nere –si chiamano confini. Le città che sono dentro queste linee –questi confini-, dentro questa parte colorata di verde, sono città dell’Austria, sono in Austria. Graz è in Austria. Salisburgo è in Austria.

Edoardo:
E Pordenone dov’è?

Matteo:
In Italia.

Edoardo:
Dov’è l’Italia?

Insegnante:
Scusa, guarda la cartina: abbiamo detto che questa è Pordenone, che questa è Udine, questa è Gorizia e questa è Trieste. Che colore è questo? Arancione, vero? Abbiamo detto che sono in Italia. Allora l’Italia è…

Edoardo:
Arancione.

Insegnante:
Esatto. Tutta questa parte colorata di arancione si chiama Italia. Udine è qui. È vicino all’Austria. Questa parte è il confine tra l’Italia e l’Austria.

Edoardo:
Anche Pordenone è vicino!

Insegnante:
Sì, ma non è a confine con l’Austria. Questa parte è di Udine. Da Pordenone, per arrivare in Austria, devi passare prima per questa parte, che è di Udine. Oppure per questa parte, che è di un’altra città, Belluno.

Edoardo:
Ah! Bello! Adesso ho capito!

Insegnante:
Di queste cose parliamo meglio un’altra volta. Adesso dobbiamo vedere un po’ come fa una città a combattere. Ma vi aiuto io. Adesso noi diciamo che Pordenone è una città, Trieste è una città, Udine e Gorizia sono due città. Guardate fuori dalla finestra: vedete? Quei palazzi rossi là… La strada… Una volta non c’erano. Era campagna. Non è sempre stato così. Noi stiamo leggendo di tanto tempo fa. Tanto. Una città non era come Pordenone o Trieste. In pratica qui vuol dire l’insieme delle persone che abitano in una città –cioè città è il luogo, lo spazio, il posto dove la gente abita ma è anche la gente che ci abita. Qui dire città è un po’ come dire stato. Significa che tutta quella gente è un popolo, come noi siamo italiani, cioè dell’Italia, loro erano di Corinto e di Corfù. La città di Corinto (e quella di Corfù) erano tutte le persone che abitavano in quella terra, la coltivavano, la difendevano (era la loro terra).

Bambini:
Silenzio.

Insegnante:
Quando si dice che “Corinto entra in guerra con Corfù” vuol dire che le persone che abitano a Corinto entrano in guerra con le persone che abitano a Corfù.

Anna:
Perché entrano in guerra?

Insegnante:
Secondo te, perché possono entrare in guerra?

Anna:
Sono forti.

Matteo:
Sono cattivi.

Edoardo:
Sono guerrieri.

Insegnante:
Vi faccio leggere una cosa, poi mi dite cosa ne pensate: se siete d’accordo, se non siete d’accordo…

Lettura:

[…] Perché gli uomini vanno alla guerra […]:
1) possono andare alla guerra spinti da assoluta necessità, per provvedere ai figli e alle mogli;
2) o possono andare alla guerra per vendicare un’offesa, dopo che il nemico ha portato via loro i buoi o i cavalli o ha devastato i loro raccolti;
3) oppure possono combattere in cerca di gloria per se stessi e per i loro comandanti;
4) oppure possono proprio aver bisogno di bottino e di ricchezze per se stessi.
[...] Ma la guerra rimane una triste necessità […] per gli uomini, destinati a vivere nel dolore. […] Un fatto naturale come la nascita e la morte, con cui non c’è niente da fare […], non si possono evitare […]. Ma gli uomini non diventano nemici senza qualche motivo.

Insegnante:
Allora, siete d’accordo su quello che abbiamo letto?

Bambini:
Ridono (Non gli interessa? Non stanno capendo?...)

Insegnante:
Dài, che siete capaci di capire. Pensate alla ricreazione. Prima perché quei bambini stavano litigando, qui, a scuola, a ricreazione?

Edoardo:
Non lo so

Matteo:
Allora, Crescenzo ha spinto Martina e lei si è fatta male.

Insegnante:
Ha iniziato Crescenzo?

Matteo:
Sì, ha iniziato lui.

Anna:
No, non è vero, è stata Martina che lo ha preso in giro.

Matteo:
Ma Martina non gli ha fatto niente, lo ha solo preso in giro. Crescenzo l’ha fatta cadere per terra.

Insegnante:
Crescenzo ha spinto Martina perché lei lo stava prendendo in giro?

Bambini:
Sì, lo prendeva in giro! Gli diceva “Scemo” e altre parolacce egli faceva le boccacce.

Insegnante:
E perché Martina faceva così?

Edoardo:
Martina stava giocando a fare i salti con la corda insieme a Elena, Silvia e Francesca. Crescenzo voleva giocare con la palla dove stavano giocando loro. Loro non si volevano spostare perché erano arrivate prima loro. Lui voleva giocare lì perché non sapeva, se no, dove giocare. Quello è il posto dove lui gioca sempre a calcio. Le bambine di solito giocano da un’altra parte.

Insegnante:
Ah.

Matteo:
è vero, aveva ragione Martina. Non si spinge!

Anna:
No, aveva ragione Crescenzo. Non dovevano prenderlo in giro!

Insegnante:
Adesso non è il momento di… litigare di nuovo!, con loro ci siamo già parlati ieri e ormai è tutto finito. Non c’è bisogno di tornare a discutere. Però siete tutti d’accordo che stavano litigando perché volevano giocare tutti e due nello stesso posto? Il problema era che Crescenzo non sapeva dove giocare e le bambine non volevano spostarsi dal posto dove stavano giocando.

Bambini:
Sì.

Insegnante:
Ecco, vedete, questo è uno dei motivi per cui si può litigare. Ma è anche un motivo per cui si può fare la guerra. È possibile che le persone che abitavano a Corinto volessero la terra delle persone che abitavano a Corfù. O no? Per qualunque motivo che ancora non sappiamo. Ad esempio, può darsi che a Corinto non avessero abbastanza spazio, che era troppo piccola per loro. Oppure gli piaceva di più il posto dove abitavano gli altri. Può darsi che il motivo, o uno dei motivi, della guerra era che quelli di Corfù volevano il posto dove abitavano quelli di Corinto.

Chiara:
è vero.

Insegnante:
Noi ancora non possiamo saperlo. Questa è una cartina di oggi. Vedi? 2001. Dobbiamo vedere com’era una volta. Guardate, questa è una carta storica: come era quando è successa questa guerra. Vedete? Blu: Sparta e alleati, cioè Corinto (base di Sparta); Rosa: Atene e alleati, cioè Corfù=Corcira; Giallo: Territorio neutrale.

Bambini:
(Guardano con interesse)

Matteo:
è un casino

Edoardo:
Non si dice “casino”, si dice “complicato”.

Insegnante:
Allora Corinto entra in guerra insieme a Sparta contro Corfù e Atene. Abbiamo Corinto-Sparta, unite, contro Corfù-Atene, unite. Due contro due, possiamo dire. Corinto e Sparta contro Corfù e Atene. Anna, rileggi il testo.

Anna:
Nel 431 a.C. Corinto entra in guerra con Corfù. Sparta parteggia per Corinto e Atene parteggia per Corfù. Sparta dichiara guerra ad Atene e ai suoi alleati.

Insegnante:
Fermiamoci qui. Spiegami quello che hai letto. Fai finta che io non ne so niente.

Anna:
Allora, tanto tempo fa in Grecia c’erano due città. Una si chiamava Corinto, l’altra si chiamava Corfù. Quelli che abitavano a Corinto hanno deciso di fare la guerra a quelli che abitavano a Corfù. Quelli di Corinto hanno deciso di combattere insieme a quelli di Sparta. Quelli di Corfù, invece, si sono uniti a quelli di Atene. Corinto-Sparta attacca Corfù-Atene: forse voleva la loro terra,  la sua non gli piaceva o non gli bastava oppure gli piaceva e gli bastava però voleva anche la loro. Come Crescenzo che ieri a ricreazione ha spinto Martina perché voleva giocare dove giocava lei, e così hanno litigato, si sono picchiati e si sono fatti male.

Insegnante:
(Parlando ai bambini) Come vi è sembrato che Anna ha spiegato? Ha spiegato bene?

Bambini:
Brava!

Insegnante:
Proprio brava. Complimenti.
Anche Martina parteggiava con Elena, Silvia e Francesca (stavano giocando insieme nello stesso posto e si aiutavano a difendersi da Crescenzo, che voleva mandarle via); Crescenzo, andando a disturbarle, ha dichiarato guerra a loro alleandosi con Francesco e Luca (volevano giocare anche loro con Crescenzo e lo aiutavano a disturbare le bambine). Continua a leggere tu, Chiara.

Chiara:
Nel 421 a.C. viene firmata una tregua in quanto entrambe le parti erano sfinite.

Insegnante:
Come quando ci sono due squadre di calcio: alla fine del primo tempo si riposano prima di ricominciare. Oppure come quando ci sono due pugili (avete visto un incontro di pugliato? Rocky? Quando i pugili sono tutti e due stanchi, si abbracciano per un attimo di pausa, per respirare prima di tornare a combattersi). Allora i due pugili, le due “squadre di guerra”, Corinto-Sparta e Corfù-Atene, decidono di fare una pausa. Questa pausa si chiama tregua. Anzi, quelli una squadra litigano fra di loro: quelli di Corfù si rivoltano contro quelli di Atene. Al contrario, quelli dell’altra squadra (Sparta-Corinto) trovano un altro alleato: i persiani. Adesso noi stiamo parlando di una guerra in paesi di mare. Ci sono isole, e c’è il mare. Quelli di Sparta non sono forti in mare. I persiani, sì, e li aiutano in quello dove loro prima erano deboli. In questo modo, mentre prima erano pari, adesso diventano più forti e riescono a vincere. Chiara, continua a leggere.

Chiara:
Poco a poco il sostegno degli alleati viene a mancare e alcuni si rivoltano contro Atene. Gli spartani si alleano con antichi rivali: i persiani. I persiani finanziano la costruzione di una flotta spartana. In cambio Sparta si impegna a riconoscere le pretese della Persia sulla Ionia. Così gli spartani nel 405 a.C. attaccano per mare gli ateniesi. Catturano 170 navi, giustiziano 4000 prigionieri e assediano la città. Senza la flotta Atene non può rifornirsi di viveri e nel 404 a.C. fu costretta ad arrendersi.

Insegnante:
Ci sono parole che non conoscete, penso. Io non ve le ho spiegate. Però, adesso che abbiamo capito in generale quello che c’è scritto, potete provare a indovinare da soli cosa significano. Adesso che sapete cosa vogliono dire queste righe, dal contesto potere capire le parole difficili. Proviamo. “Sostegno”. Chi vuole provare a indovinare “sostegno”?

Edoardo:
Aiuto! Rinforzo!

Insegnante:
Giusto. “Finanziano”?

Matteo:
“Aiutano!”

Insegnante:
In un certo senso sì. Aiutano dando soldi. E “flotta”? Abbiamo detto che i persiani li aiutano in mare, a fare la guerra in mare. Con cosa si combatte in mare?

Anna:
Con le navi!

Insegnante:
Bravi! La flotta sono le navi! Sono tutte le loro navi! Se io dico: “La flotta di Sparta” voglio dire: “L’insieme delle navi di Sparta”.

Insegnante:
“Giustiziano 4000 prigionieri”. “Giustiziano”? Condannano a morte. Uccidono. “Assediano la città”. “Assediano”?

Anna:
Circondano. Occupano. Attaccano.

Insegnante.
Sì. Questo. “Rifornirsi di viveri”. “Rifornirsi”? “Viveri?”.

Anna:
Viveri forse significa quello che gli serve per sopravvivere

Insegnante:
Cioè le cose da mangiare. Sì. “Rifornirsi?”

Anna:
Prendere. Se sono circondati, non possono più andare a prendere quello che gli serve per mangiare. Muoiono di fame. Allora preferiscono arrendersi, perché hanno fame.

Insegnante:
Bene, abbiamo fatto delle descrizioni di queste città nel periodo della guerra di cui abbiamo letto. Adesso cerchiamo di andare indietro e avanti nel tempo. Vi chiedo: come erano prima? E: come saranno dopo? Perché una guerra ha delle cause, che sono nel prima, e delle conseguenze, che sono nel dopo. Ora, abbiamo visto come vive in un determinato momento questa gente, ma la domanda è: vediamo come si è trasformata nel tempo, cosa è cambiato. Cominciamo da una. A caso. Sparta. Monica, cerca sul nostro dizionario di storia.

Monica:
Sparta:

Antica città greca… sviluppatasi nel X secolo a.C. dalla fusione delle genti doriche di quattro villaggi (Cinosura, Limnai, Mesoa, Pitana) raggiunse ben presto, attraverso una riguda organizzazione militare, una posizione di predominio in tutto il Peloponneso e contese ad Atene il ruolo di città-guida della Grecia. Aveva struttura sociale rigorosamente stratificata: in alto un numero relativamente ristretto di famiglie, gli spartiati, proprietari della maggior parte delle terre, detentori di tutto il potere. Intorno a Sparta, una serie di centri minori, a sovranità limitata, ai cui abitanti, i perieci, erano affidate tutte le attività commerciali e artigianali. Infine, nei villaggi della Laconia e della Messenia, gli iloti, di condizione semiservile, che lavoravano la terra dei signori e dovevano consegnare loro la maggior parte dei raccolti.

Insegnante:
Quante cose! Però un momento, già che ci siamo: genti “doriche”… Monica, cerca “Dori”.

Monica:
Dori:

Antico popolo della Grecia settentrionale, in origine forse stanziato intorno al massiccio dell’Eta in una piccola regione, la Doride, fra Etolia, Tessaglia, Locride Ozolia e Focile. Di là i Dori, spinti dai movimenti di altri popoli, verso il XIII secolo a.C., si spostarono a sud fino a conquistare gran parte del Peloponneso. La migrazione dorica determinò il crollo della civiltà micenea”.

Insegnante:
Sì. E prima? Intanto: “Antico popolo”: antico quanto? “In origine” quando? Altri popoli quali? E perché? E poi: “civiltà micenea”: cioè? Possiamo cominciare da lì. Angela, cerca “Micenei”.

Angela:
Micenei:

Prima popolazione conosciuta di stirpe e di lingua greca, la cui civiltà fiorì dal XVI al XII secolo a.C. nella Grecia continentale e soprattutto nella città di Micene, che ne fu il più importante centro. Nella loro storia si è soliti distinguere tre periodi: la formazione (1580-1500 ca), alla quale risalgono la documentazione di traffici mercantili e una prima produzione di ceramica diffusa anche nei mercati orientali; la massima fioritura (1500-1100 ca), in cui si svilupparono alcune espansioni territoriali, come gli insediamenti a Creta e a Crosso, e si  moltiplicarono le testimonianze di una ricchezza diffusa e della conquista anche di mercati occidentali, come le terre d’Italia (in Oriente intanto si ebbero anche scontri con gli ittiti); la decadenza (1100-1050 ca), dovuta a varie cause, tanto di carattere politico (forse rivolte politiche di genti indigene), quanto di carattere naturale (terremoti).

Insegnante:
Eh. Avete visto quante cose, andando indietro! A parte il fatto che mi viene la curiosità su alcune cose, per esempio su Creta e Crosso (perché si sono insediati proprio lì? In che modo?); io potrei continuare a chiedervi ancora: e prima? E prima? Fino ad arrivare all’inizio, capite?, ai primi in assoluto. Comunque qui abbiamo letto che la formazione di Micene è più o meno nel 1580 a.C., e già c’erano commercianti (traffici mercantili) e artigiani (produzione di ceramica). E sul dizionario abbiamo letto: “Prima popolazione… greca”: ma come, prima? Se già vendevano, compravano, costruivano oggetti di ceramica… Mica venivano fuori dal nulla! Voi, cosa dite?

Sara:
Prima c’erano i preistorici.

Matteo:
Quelli delle caverne.

Edoardo:
Gli Egiziani.

Anna:
Boh. Non si sa. È un mistero.

Insegnante:
Eh… Be’, intanto dobbiamo riconoscere che non si può sapere tutto. Non ci sono risposte a tutte le domande. Alcune cose non si possono sapere con certezza, ma solo ipotizzare, dire: “forse…”, “può darsi…”, “credo che…”. Comunque questa non dev’essere una scusa per essere pigri e rinunciare a vedere fino a che punto si può capire. Fino a che punto. …Né l’uno né l’altro. Né pensare di poter sapere tutto e con certezza, né pensare di non potere sapere niente. Fra il tutto e il niente c’è il qualcosa: noi ci accontentiamo. Adesso, siccome il dizionario non ci dà altre informazioni su come andare ancora più indietro, e soprattutto siccome vogliamo vedere dall’altra parte cosa succedeva, andiamo a vedere sempre sul dizionario un’altra delle città di cui abbiamo letto in questa guerra, e vediamo cosa succede, fino a che punto riusciamo ad andare indietro. Emanuele, cerca: “Atene”.

Emanuele:
Atene: …è lungo!

Insegnante:
Allora leggi un pezzetto: per ora ci basta capire come inizia.

Emanuele
Atene:

Città greca, capitale della Grecia contemporanea. Situata al centro di una piana (400 km quadrati) povera d’acqua e di vegetazione è chiusa su tre lati da modesti rilievi […]; a sud si apre al mare Egeo, dal quale dista cinque chilometri, con i porti del Falero, il più antico, e del Pireo sul golfo Saronico. L’impianto urbano si sviluppò intorno all’Acropoli (alta 156 m) su un terreno piano tranne che a sudovest, ove si trovano i colli delle Ninfe […]. I fiumi Eridano e glisso attraversano l’abitato a nord e a est, mentre a ovest scorre il Cefiso. Atene nell’antichità consistette di tre parti unite nel V secolo a.C. da una linea di mura fortificate […]: l’Acropoli. Tracce di insediamento sull’Acropoli risalgono all’età micenea (XIV-XIII secolo a.C.), ma un primo forte incremento dell’edilizia pubblica si ebbe per opera di Pisistrato e dei figli (VI secolo a.C.)…

Insegnante:
Basta così: abbiamo trovato l’informazione che stavamo cercando. Atene comincia in qualche modo più o meno nel XIV secolo a.C., all’età micenea. I micenei. Come Sparta! Uguale!

Matteo:
No, i micenei erano prima! Ad Atene saranno venuti subito dopo. C’è scritto: Micenei dal 1580-1500 ca, cioè XVI secolo, Atene dal XIV secolo, due secoli dopo! Quando c’erano già i micenei.

Insegnante:
Bravo. Rimane comunque il problema. Da dove sono spuntati fuori questi micenei di Sparta e da dove sono venuti fuori i primi abitanti di Atene? Scusate, forse non ci interessa ma forse sì. Scusatemi ma sono curioso. Non so, cerchiamo su un atlante storico. Cerchiamo su un altro libro. Cerchiamo su internet. Dài, vediamo se qualcuno di voi riesce ad andare ancora più indietro!

Bambini:
(cercano dappertutto, fanno quasi a gara a chi arriva prima, come in una caccia al tesoro).

Edoardo:
Ecco! Ecco! Qui nell’atlante di storia si vede che fra il 3500 e il 1500 a.C. da Micene vanno in Sicilia e commerciano con Creta e Troia, nel mar Egeo… c’è scritto “Asia minore”. Ci sono le frecce gialle di qua e quelle viola di là.

Bambini:
Bravo!

Insegnante:
Sì, ma… fra il 3500 e il 1500 ci sono 2000 anni: da questa carta non possiamo sapere da quando (dal 1500? Dal 3500? Dal 2100?). Comunque, effettivamente, non ci cambia molto: voglio comunque andare ancora più indietro. Cercate ancora.

Bambini:
(cercano)

Chiara:
Ecco! Sempre sull’Atlante dove ha trovato Edoardo! C’è il titolo in alto: “L’Europa primitiva: la colonizzazione di un continente (6000-1500 a.C.). Ci sono queste frecce marroni che partono dalla Grecia e vanno in Italia, il colore marrone significa 6000-5000 a.C., parla di espansione agricola e colonizzazione agricola.

Anna:
(Guarda anche lei dove sta mostrando Chiara). Ah, però il colore verde è più antico. Guarda, in verde qua c’è solo l’isola di Creta e la parte della Grecia a sud-est. Quello viene prima. C’è scritto 7000-6000 a.C.

Bambini:
Brava!

Insegnante:
Sì, proprio brava. E vediamo chi è così bravo da andare ancora più indietro.

Anna:
In questo altro atlante storico c’è il titolo “Origini dell’uomo”. Questa freccia viola parte da questo punto dell’Africa e va da tutte le altre parti del mondo passando per la Grecia… da quelle parti insomma. Dove inizia c’è scritto due milioni di anni fa, poi dalle parti della Grecia non c’è scritto nulla. Però c’è un pallino a malta e uno in Grecia, quei pallini significa che c’erano i primi uomini.

Insegnante:
Bene. Quindi siamo arrivati all’inizio? Siamo arrivati ai primi che hanno abitato in quei posti?

Anna:
Sì.

Insegnante:
Ma vi sembra chiaro?

Bambini:
Sì.

Insegnante:
Non dite sì se non ne siete sicuri. Vi sembra veramente chiaro?

Bambini:
Sì.

Monica:
Ma questa freccia viola che parte da questo punto dell’Africa e va in tutto il mondo significa i primi uomini?

Anna:
Sì.

Monica:
Ma non erano Adamo ed Eva?

Chiara:
Abitavano lì!

Monica:
Ma Adamo ed Eva erano africani?

Chiara:
E allora?

Monica:
Io pensavo che erano come noi. Voglio dire che avevano la pelle bianca. Gli africani sono neri.

Chiara:
Maestro, Adamo ed Eva erano neri?

Insegnante:
Veramente questo non c’entra con quello che stavamo facendo: siamo partiti dalla guerra tra Corinto e Corfù…. Stavamo andando indietro per vedere cosa era successo prima della guerra e vedere se queste informazioni ci potevano aiutare a capire meglio quella guerra o no. Comunque, visto che me lo avete chiesto ed è un argomento che a me sembra interessante e importante, ci fermiamo qui, per adesso, per aprire una pausa su questo nuovo discorso. Vi propongo una nuova lettura. Leggiamo.

…………..
…………..

Insegnante:
Facciamo un passo indietro. Torniamo a quello che abbiamo letto sulla Garzantina su Corinto e Corfù. Corinto: “importante impero coloniale tra il 600 e il 550”. Corfù: “Colonia di Corinto (733 a.C.). Potrebbero essere delle informazioni importanti per capire come mai “Corinto entra in guerra con Corfù”. Cosa può significare “impero” e “colonia”? Cerchiamo nel Dizionario di storia.

Angela:
Impero:

Denominazione, convenzionalmente attribuita, per analogia col Sacro romano impero (l’impero per antonomasia), ai più disparati organismi politici e territoriali: dall’impero inca a quello mongolo di Gengis Khan, a quello cinese, a quello africano del Mali.

Non ho capito niente.

Insegnante:
è vero: non mi sembra una buona spiegazione. Dobbiamo cercarne un’altra, che si capisca almeno un po’. Vediamo… Ecco, una parola che assomiglia: “Imperialismo”. Leggi.

Angela:
Imperialismo:

In generale, tendenza di uno stato o di un popolo ad acquisire il dominio e il controllo politico o economico, diretto oppure indiretto, su un altro stato o su un altro popolo. Dal colonialismo all’imperialismo. Più specificamente s’intende l’indirizzo tipico degli stati che si trovavano nella fase di grande espansione […].

Insegnante:
Questa spiegazione mi sembra migliore della prima: qui qualcosa mi sembra che si capisce. Chiara, trasforma quella spiegazione usando altre parole.

Chiara:
Quando qualcuno vuole controllare qualcun altro.

Insegnante:
Se una mamma vuole controllare suo figlio, quello è imperialismo?

Chiara:
(ride) No! Quando uno stato o un popolo vuole controllare un altro stato o popolo.

Insegnante:
Cosa significa “controllare”?

Chiara:
(silenzio)

Insegnante.
Se io dico “una mamma controlla suo figlio”, cosa voglio dire con “controlla”?

Chiara:
(silenzio)

Insegnante:
Cosa fa la mamma per controllare?

Chiara:
Lo guarda. Sta attenta.

Insegnante:
Perché lo guarda? Perché sta attenta?

Chiara:
Lo guarda per vedere se si fa male.

Insegnante:
Solo per questo?

Edoardo:
No, anche per vedere se si comporta male.

Insegnante:
Sì. E cosa fa, se si comporta male?

Edoardo:
Lo castiga. Lo punisce. Lo sgrida. Gli dà le botte.

Insegnante:
Abbiamo fatto l’esempio della mamma e del bambino. Adesso però stiamo parlando di due popoli, due stati. Vi dico anche che “Espansione” significa ingrandire, diventare più grande, occupare più spazio. Chiara, aggiungi qualcosa alla tua spiegazione.

Chiara:
Quando uno stato o un popolo vuole controllare un altro stato o un altro popolo, cioè quando uno stato o un popolo sta attento a quello che fa un altro stato o un altro popolo e, se non si comporta bene, lo punisce. Per esempio quando uno stato diventa più grande, occupa altri territori.

Insegnante:
Lo punisce? Come?

Chiara:
Non so. Gli fa la guerra!

Insegnante:
Tu hai detto: “se non si comporta bene”. Puoi fare un esempio? Cosa può fare per non comportarsi bene?

Chiara:
Fa quello che vuole. Non ascolta. Non obbedisce.

Insegnante:
Vuol dire che uno stato (o un popolo) comanda e l’altro obbedisce?

Edoardo:
Sì.

Insegnante:
E se non obbedisce, l’altro stato (o popolo) viene punito con la guerra?

Edoardo?
Sì.

Insegnante:
è possibile. Adesso cerchiamo “colonia”. Matteo.

Matteo:
Colonia: “Città della Germania […]”

Insegnante:
Non è quello che stiamo cercando. Cerca “colonialismo”.

Matteo.
Colonialismo: “In senso proprio teoria della colonizzazione, che consiste nella volontà di espansione territoriale […]”

Insegnante:
Cosa abbiamo detto che vuol dire “espansione”?

Matteo:
Diventare più grande, occupare altri spazi.

Insegnante:
Sì. “Territoriale” vuol dire di “territori”, “spazi”. Andiamo avanti.

Matteo:
“[…] volontà di espansione territoriale praticata da entità statali, ma, per estensione, processo di organizzazione e di sviluppo dei vari tipi d’insediamento coloniale. […].

Insegnante:
“Insediamento”: andare ad abitare in un certo luogo. Continua.
………………
………………
[La costruzione del concetto di “colonia” rimane solo iniziato. Potrebbe essere sviluppato come chiave di lettura delle vicende, anche nel lungo periodo. Da proporre alla fine come chiave di rilettura di tutta la costruzione di conoscenze fatta in sua assenza?]
…………….
………………
Matteo:

Da un punto di vista generale non era sconosciuto al mondo antico, come dimostrano la straordinaria penetrazione cartaginese nel Mediterraneo e, prima ancora, l’egemonia di Atene sull’Egeo e su parte dell’Asia minore. […].

Insegnante:
Fermo lì! Atene! Stiamo parlando di Atene! Vedete? Siamo tornati al punto di partenza: “Corinto entra in guerra con Corfù. Sparta parteggia per Corinto e Atene parteggia per Corfù. Sparta dichiara guerra ad Atene […]”. Lasciamo stare che qui non si capisce “la straordinaria penetrazione cartaginese nel Mediterraneo”, però adesso ci interessa capire “l’egemonia di Atene sull’Egeo e su parte dell’Asia minore”. Fanny, ci serve capire “egemonia”.

Fanny:
Egemonia:

Fino alla prima guerra mondiale, supremazia politica esercitata da uno stato rispetto ad altri grazie alla propria potenza politico-militare […]

Insegnante:
“Supremazia”: essere superiore, più forte, comandare.  Adesso ci manca capire la parola “Egeo”.

Fanny:
Egeo: “Settore orientale del mar Mediterraneo […]”.

Insegnante:
Ah, è un mare. Allora possiamo andare a cercare anche nella Garzantina di Geografia. Comunque, prima di tutto, andiamo a vedere sulla cartina geografica dov’è. Guardate bene… Fanny, continua a leggere.

Fanny:

Settore orientale del mar Mediterraneo. Durante l’età del bronzo, tra il 3000 e il 1100 a.C., vi fiorirono varie culture, identificabili in quattro aree distinte: Creta (civiltà minoica), le Cicladi (civiltà cicladica), la Grecia continentale e le coste dell’Asia minore, comprese le isole (civiltà elladica) e la Macedonia (civiltà troadica). Cuore del mondo ellenico e quindi settore chiave dell’impero romano prima e […].

Insegnante:
“Fiorirono”. Qualcuno conosce il verbo “fiorire”?

Monica:
Fioriscono i fiori. In primavera, fioriscono le margherite, le rose.

Insegnante:
Quindi? Invece di dire “in primavera fioriscono le margherite”, al posto della parola “fioriscono”, cosa posso dire?

Monica:
Sbocciano. Nascono.
 
Insegnante.
Sì. “Fioriscono varie culture…” significa “nascono, iniziano quattro popoli in quattro luoghi diversi: Creta –guardate sulla cartina-, Grecia, Cicladi, Macedonia”. Adesso “l’egemonia di Atene sull’Egeo e su parte dell’Asia minore”. Abbiamo capito “egemonia”, abbiamo capito “Egeo”, Atene vediamo sulla cartina che è questa città – vediamo dov’è l’Asia minore -. Allora, Emanuele, cosa fanno le persone di Atene?

Emanuele:
Quelli di Atene comandano tutti. Comandano in tutti i posti del mar Egeo e anche dell’Asia minore.

Insegnante:
Eh sì. A questo punto dobbiamo capire meglio cosa sta succedendo ad Atene. Abbiamo letto sul Dizionario Corinto e Corfù, ora ci manca Atene. E Sparta. Anna, cerca Atene e leggi.

Anna:
Ma l’abbiamo già letto!

Insegnante:
Ah, è vero. E cosa ti ricordi di Atene?

Anna:
è una città greca al centro di una pianura con poca acqua e vegetazione, circondata da piccole montagne dappertutto tranne a sud, dove si apre al mare Egeo, con due porti importanti.

Insegnante:
Sì. E Sparta?

Monica:
Antica città greca militare, comandava tutto il Peloponneso, era rivale con Atene perché voleva comandare lei tutta la Grecia.

Insegnante:
Vedo che ti ricordi bene. Be’, il quadro è abbastanza chiaro: Atene, Sparta, Corinto e Corfù. Facciamo insieme un riassunto alla lavagna di queste quattro città, poi voi copiate sul quaderno e disegnate una cartina (potete anche ricalcare una di quelle che vi ho dato).

(Alla lavagna -Testo collettivo di riassunto e di riorganizzazione delle conoscenze)

Atene    città greca al centro di una pianura con poca acqua e vegetazione, circondata da piccole montagne dappertutto tranne a sud, dove si apre al mare Egeo, con due porti importanti. Quelli di Atene comandano tutti. Comandano in tutti i posti del mar Egeo e anche dell’Asia minore.
Si allea con Corfù (=Corcira) contro Sparta (che si allea con Corinto).

Sparta    città greca militare, comandava tutto il Peloponneso, era rivale con Atene perché non si accontentava di comandare tutto il Peloponneso, ma voleva comandare lei anche tutta la Grecia, voleva comandare anche su Atene.
Si allea con Corinto contro Atene (alleata con Corfù=Corcira).

Corinto    città e porto della Grecia. Importante impero coloniale tra il 600 e il 550. Alleata di Sparta nella guerra del Peloponneso, e poi centro della lega che condusse contro Sparta la guerra corinzia (395-386).
Si allea con Sparta contro Atene (alleata con Corfù=Corcira).

Corfù (=Corcira)    isola, città e porto della Grecia. Territorio quasi tutto montuoso, con coltivazione di grano, vite, olivo, agrumi. Colonia di Corinto (733 a.C.).
Si allea con Atene contro Sparta (alleata con Corinto).

Insegnante:
Bene. Già così si capisce abbastanza bene chi è in gioco. Per avere un quadro più completo, però, ci mancano delle informazioni. A un certo punto, nella nostra lettura, abbiamo letto che “Gli spartani si alleano con antichi rivali: i persiani. I persiani finanziano la costruzione di una flotta spartana. In cambio Sparta si impegna a riconoscere le pretese della Persia sulla Ionia”.  Questi “persiani” chi sono?

Chiara:
Rivali. C’è scritto. Vuol dire che, una volta, sia Sparta sia questi persiani volevano la stessa cosa.

Insegnante:
Cosa? Per poter trovare una risposta dobbiamo sapere cosa è “Persia” e, già che ci siamo, “Ionia”. Matteo, cerca nel nostro Dizionario di storia “Persia” e leggi,

Matteo:
Persia: … ma è molto lungo!

Insegnante:
Non importa, non dobbiamo mica impararlo tutto a memoria, e non ci interessa neanche capire tutto. Ci basta vedere se troviamo informazioni che ci possono aiutare a capire la guerra di Corinto contro Corfù. Quindi adesso leggi tutto, poi togliamo le informazioni che non ci servono a capire quella guerra e ci teniamo solo quelle che ci servono. Leggi.

Matteo:
Persia:

Antico nome (sostituito con Iran nel 1935) dell’organismo politico che dominò l’altopiano iranico, creato dai persiani, popolazione indoeuropea che vi si insidiò alla fine del II millennio a.C. […]. Formarono un grande stato libero grazie a Ciro II il grande (559-529 a.C.), fondatore della potenza persiana, che […] estese i confini dell’impero da lui costituito dal Mediterraneo, dove aveva conquistato e sottomesso le città greche della Ionia e dell’Asia Minore, fino all’India. La sua opera fu continuata da Cambise (529-522 a.C.) e soprattutto da Dario (522-486 a.C.) […]. Dario, nel tentativo di sedare una sollevazione delle città greche della Ionia (rivolta ionica, 499-494 a.C.), intraprese la sfortunata impresa delle guerre persiane, la cui prima fase si concluse con la sconfitta di Maratona (490 a.C.). Sorte identica toccò anche a Serse I (486-464 a.C.), che fu definitivamente sconfitto a Salamina (480 a.C.) e che rinunciò al progetto di annessione della Grecia. I persiani ebbero tuttavia buon gioco negli affari interni greci durante la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) in cui aiutarono Sparta. Durante il IV secolo però l’impero cominciò una lenta disgregazione: era sempre più forte la tendenza all’autonomia, quando non all’indipendenza, […] nei confronti del potere centrale. […] Fu abbattuta da Alessandro Magno con la deposizione e la morte di Dario III (336-330 a.C.) […].

Insegnante:
Intanto guardate sulla cartina dove si trova la Persia. Guardate su una cartina del mondo di oggi. Cercate Iran. Adesso guardiamo su una cartina del mondo com’era all’epoca della guerra di Corinto contro Corfù. […].
Adesso tiriamo fuori dal testo le informazioni che si collegano alla guerra fra Corinto e Corfù, Atene e Sparta. Abbiamo letto che la Persia era un impero. Vi ricordate, impero? Un impero che aveva conquistato e sottomesso le città greche della Ionia e dell’Asia Minore. Ionia: guardate sulla cartina. Le città greche della Ionia a un certo punto non hanno più accettato questa situazione e si sono ribellate e ci sono state delle guerre. I persiani alla fine hanno perso e così hanno dovuto rinunciare alla Grecia. Dopo, i persiani sono tornati ad avere a che fare con i greci durante la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), cioè la nostra guerra, quella fra Corinto e Corfù, Atene e Sparta. In questa guerra hanno aiutato Sparta, che ha vinto con il loro aiuto. L’ultima parola da cercare è “Ionia”. Anna, leggi tu.

Anna:
Ionia:

Regione storica comprendente parte della costa dell’Asia minore (tra le città di Smirne a nord e di Alicarnasso a sud) […].

Insegnante:
Guardate sulla cartina. […] Anna, continua.

Anna:

“[…] e le isole antistanti. Qui gli -> ioni provenienti dall’Attica […]”.

Insegnante:
Guardate la cartina. […] Anna, continua.

Anna:

“e dall’Eubea […]”

Insegnante:
Guardate. […] Anna, continua.

Insegnante:

“ […] fondarono i loro centri: tra i più importanti Mileto, Efeso, Colone, Samo e Chio.”

Insegnante:
Rileggi tutto, voi intanto guardate la cartina.

(Anna rilegge tutto e intanto i bambini guardano la cartina).

Insegnante:
Quindi i persiani, prima di questa nostra guerra di Corinto, Corfù, Atene e Sparta, avevano conquistato e sottomesso queste città greche della Ionia e dell’Asia Minore. Queste città greche a un certo punto non hanno più accettato questa situazione e si sono ribellate e ci sono state delle guerre. I persiani alla fine hanno perso e così hanno dovuto rinunciare alla Grecia. Dopo, i persiani sono tornati ad avere a che fare con i greci durante la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), cioè la nostra guerra, quella fra Corinto e Corfù, Atene e Sparta. In questa guerra hanno aiutato Sparta, che ha vinto con il loro aiuto. Ma perché l’hanno aiutata? Eh, l’avevamo letto proprio nella lettura da cui siamo partiti: “In cambio Sparta si impegna a riconoscere le pretese della Persia sulla Ionia”. Quali pretese? Secondo voi?

Edoardo:
La Persia aveva conquistato la Ionia e poi l’aveva perduta. Ora la voleva di nuovo.

Insegnante:
Sì. Rileggo: “conquistato e sottomesso le città greche della Ionia”. Le città greche della Ionia a un certo punto non hanno più accettato questa situazione e si sono ribellate e ci sono state delle guerre. I persiani alla fine hanno perso e così hanno dovuto rinunciare alla Grecia. Dopo, cioè adesso, in questa guerra di cui noi stiamo parlando, i persiani sono tornati ad avere a che fare con i greci durante la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) perché rivolevano quel territorio a cui erano stati costretti a rinunciare. Sparta, con i suoi alleati, da sola aveva paura di non farcela a vincere Atene con i suoi alleati, perché le loro forze erano più o meno uguali. Un aiuto da parte dei persiani poteva aiutarla a vincere. In cambio, avrebbe permesso ai persiani di tornare a occupare la Ionia.
A questo punto abbiamo trovato tante informazioni. Dobbiamo fare un po’ di ordine. Rileggiamo il testo e poi vediamo se abbiamo capito tutto quello di cui si parla in questo testo. Sara.

Sara:
Nel 431 a.C. Corinto entra in guerra con Corfù. Sparta parteggia per Corinto e Atene parteggia per Corfù. Sparta dichiara guerra ad Atene e ai suoi alleati. Nel 421 a.C. viene firmata una tregua in quanto entrambe le parti erano sfinite. Poco a poco il sostegno degli alleati viene a mancare e alcuni si rivoltano contro Atene. Gli spartani si alleano con antichi rivali: i persiani. I persiani finanziano la costruzione di una flotta spartana. In cambio Sparta si impegna a riconoscere le pretese della Persia sulla Ionia. Così gli spartani nel 405 a.C. attaccano per mare gli ateniesi. Catturano 170 navi, giustiziano 4000 prigionieri e assediano la città. Senza la flotta Atene non può rifornirsi di viveri e nel 404 a.C. è costretta ad arrendersi.
 
Insegnante:
Si capisce?

Bambini:
Sì.

Insegnante:
Domande?

Bambini:
(nessuna domanda)

Insegnante:
Perché Corinto entra i guerra contro Corfù?

Monica:
… Non lo so.

Insegnante:
Avevi detto di aver capito tutto. Non avevi domande da fare. Dimmi cosa hai capito.

Monica:
Tutto. Corinto era una città antica della Grecia. Anche Corfù. Corinto decide di fare guerra a Corfù. Sparta, che è un’altra città, molto forte, si unisce a Corfù. Atene, che è un’altra città molto forte, forte come Sparta, si unisce a Corinto. A un certo punto nessuno dei due riesce a vincere e sono stanchi di combattere, così decidono di fare una pausa, una tregua. Poi gli alleati di Atene (quelli di Corinto) si ribellano contro di lei, così si indebolisce. Al contrario, quelli di Sparta si accorgono di non essere abbastanza forti da poter essere sicuri di vincere, o magari hanno addirittura paura di perdere, e così decidono di allearsi con i persiani, lasciandogli in cambio il comando del territorio della Ionia. La città di Atene viene così facilmente circondata, dentro le sue mura non ha abbastanza da mangiare perché le campagne sono fuori, e così, per non morire di fame, è costretta ad arrendersi. Sparta vince Atene.

Insegnante:
Sì. Ma io ancora non capisco bene. Si comincia con Corinto che decide di fare guerra a Corfù, e si finisce con Sparta che vince Atene. Se Corinto fa guerra a Corfù, deve vincere o Corinto o Corfù o nessuno dei due. Invece qua vince Atene e perde Sparta.

Monica:
Vince Atene con Corinto! Sono alleate! E perde Sparta con Corfù, che sono alleate anche loro.

Insegnante:
A me sembra diverso dire “vince Atene con Corinto” e “vince Corinto con Atene”. Non mi sembra la stessa cosa dire che “Sparta perde con Corfù” o dire che “Corfù perde con Sparta”. Voglio dire: Atene e Sparta, che all’inizio erano solo alleati e sono venuti dopo, alla fine diventano più importanti di Corinto e Corfù, che avevano cominciato. Questo mi sembra strano. A voi no?

Emanuele:
Ma prima (quello che abbiamo scritto alla lavagna e poi copiato sul quaderno) avevamo detto che quelli di Atene comandano tutti. Comandano in tutti i posti del mar Egeo e anche dell’Asia minore e si alleano con Corfù (=Corcira) contro Sparta (che si allea con Corinto); invece Sparta comandava tutto il Peloponneso, era rivale con Atene perché non si accontentava di comandare tutto il Peloponneso, ma voleva comandare lei anche tutta la Grecia, voleva comandare anche su Atene. La guerra è fra loro due. Sono loro che iniziano. Sono loro che finiscono. Invece Corinto è solo alleata di Sparta, e Corfù è solo una colonia di Corinto che si allea con Atene contro Sparta.

Insegnante:
Forse Corfù, proprio perché è solo una colonia di Corinto, non vuole più essere solo una colonia di Corinto e diventare indipendente da Corinto. Così forse vuole fare guerra a Corinto per questo motivo, cioè per non essere








Postato il Lunedì, 23 novembre 2009 ore 00:00:00 CET di Silvana La Porta
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