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Nuove Tecnologie: Auguri Macintosh: 25 anni da ''pioniere''

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Il 22 gennaio del 1984 fu trasmesso in televisione uno spot girato dal regista Ridley Scott nel quale Apple annunciò al mondo, in concomitanza con il diciottesimo Super Bowl, che "il 24 gennaio Apple Computer introdurrà Macintosh. E scoprirete perché il 1984 non sarà come 1984".
Il riferimento era al romanzo 1984 di George Orwell.
Il 24 gennaio l'Apple Macintosh celebra quindi il suo 25esimo compleanno.

MacWorld ha pubblicato per l’occasione un ampio e dettagliato servizio, che comprende le interfacce, i processori, lo storage, le reti, il software, le pietre miliari e anche un’interessantissima intervista che vi invitiamo a leggere.
In questo articolo PC World celebrerà invece questa ricorrenza con gli aneddoti, le curiosità e le stranezze che hanno segnato e caratterizzato il mondo Mac, e vi propone in allegato una curiosissima photogallery con le immagini di tutti i Macintosh di Apple e le loro caratteristiche di base.
A posteriori sappiamo tutti che il Macintosh è stato un prodotto che ha rivoluzionato la storia del computer, ma all’esordio Apple non era affatto conscia di questo, tant’è vero che la sua nascita fu un po’ in sordina.
Il Mac era inizialmente un progetto di ricerca, che fu commissionato da Apple nel 1979 per dare forma all’idea di un personal computer a basso costo per l'utente medio. Doveva costare circa 500 dollari e non avere l'alto profilo dei prodotti storici della casa di Cupertino: l'Apple III (che si era appena rivelato un fallimento) e il Lisa. Insomma, considerato che all’epoca i computer erano oggetti prestigiosi riservati a un’elite ristretta, il progetto Mac non doveva inizialmente godere di particolare ammirazione. La supervisione del progetto fu affidata a Jef Raskin, che aveva la carica di director of publications and new product review di Apple.
Fu solo un caso che portò Steve Jobs a poter rimaneggiare il Mac in fase progettuale. A quell’epoca,infatti, Steve Jobs era ritenuto responsabile del fallimento dell’AppleIII, e affidargli un altro progetto importante era considerato un rischio che si sarebbe potuto evitare.Ma proprio perché il progetto Mac era nell’ombra, e in ogni caso non era ritenuto critico per l’andamento della società, quando quando Jobs chiese di rilevare il progetto Mac, il board di Apple glielo concesse.
Jobs rimaneggiò il progetto e tramuto il Mac in qualcosa di diverso dal computer a basso costo con interfaccia testuale tradizionale che avrebbe dovuto essere in origine. Più che limitarsi a implementare una versione meno costosa del Lisa, Jobs pensava infatti di espandere le caratteristiche avanzate di quel sistema per creare qualcosa di nuovo. In altre parole, Jobs e il suo team Mac si posero l’obiettivo di trasformare il Mac in un prodotto che potesse, come da una frase attribuita Jobs, "put a dent in the universe", ossia lasciare un segno sull'universo.
Proprio per la condivisione di alcuni aspetti con Lisa, il team di Jobs e quello di Lisa entrarono presto in competizione e darono vita a situazioni fuori dalle righe, per i tempi, nelle quali,per esempio, il Mac team si proclamava composto da 'pirati' e faceva sventolare una bandiera di pirati all'esterno del proprio laboratorio,per opporsi al team Lisa che era più canonico.
La competizione sfociò in una scommessa da 5.000 dollari che Jobs fece con il projectmanager del Lisa, John Couch, a proposito dell’uscita sul mercato deirispettivi prodotti. Jobs perse la scommessa perché il Lisa arrivò prima sul mercato, ma il Mac ottenne un seguito molto maggiore e una vita più lunga.
Un altro aneddoto riguardante il periodo di sviluppo del Mac fu annotato quando Jobs consegnò agli ingegneri del suo team delle t-shirt con scritto "90 HRS/WK AND LOVING IT" (90 ore alla settimana e amarlo).
Nonostante la passione e il numero di ore dedicate al suo sviluppo, il Mac vide più volte rimandata la sua data di uscita, più che altro perché le difficoltà di sviluppo erano state sottostimate. Dopo avere mancato l’ennesima data nel 1982, MikeMarkkula, l’allora chairman di Apple, diede a Jobs un paio di mutande nere da donna, sostenendo che era "l'ultimo slip del Mac".

Intanto erano mutate parecchie cose nel corso dello sviluppo del Mac, ma una cosa era intoccabile: la sua essenza di fascia medio bassa. Raskin aveva, infatti, pensato il Mac per la "persona della strada", quindi aveva da subito mirato alla semplicità d’uso senza complicazioni come slot di espansione e cavi (se ricordate, un concetto ripreso poi nella storia e sfociato nella creazione dei primi iMac a goccia).
Anche l'idea della "persona della strada" finì per caratterizzare l’ etichetta del Mac come "il computer per il resto di noi", ossia per la gente comune. Tuttavia, sebbene Jobs prese in mano il progetto Mac e Raskin lasciò Apple prima del suo rilascio, Raskin viene spesso citato come padre del Mac.
All’annuncio ufficiale, nel 1984, il Mac aveva comunque una minima somiglianza al concetto originale di Raskin. Di fatto, piuttosto che costare 500 dollari, il primo Macintosh costò quella cifra solo in termini di produzione per arrivare sugli scaffali a 2.495 dollari. In Italia fu proposto nel 1985 a circa 4 milioni e mezzo di lire (esattamente 4.499.350).
Già al momento della presentazione da parte di Steve Jobs, il Macintosh si mostrò come qualcosa che il mondo non aveva mai visto. Aveva un luminoso display grafico e un design all-in-one che si affidava a un mouse per i comandi, e che offriva anche capacità di sintesi vocale. La macchina ottenne elogi un po' da tutti anche se alcuni criticarono lo schermo monocromatico, la mancanza di espandibilità e l'incompatibilità con il software esistente.
Il Mac originale includeva uno schermo da 9 pollici in bianco e nero, un floppy drive da 3,5 pollici (che poteva memorizzare 400 KB su ciascun dischetto), 128 KB di RAM e un processore Motorola 68000 a 8 MHz (lo stesso usato dal Commodore Amiga).
I software a corredo erano MacWrite per il word processing, e MacPaint per il disegno.
Sempre lo stesso anno Apple consegnò il Mac 512K, che quadruplicava la RAM installata mantenendo lo stesso design.
Bisognerà poi aspettare fino all'inizio del 1987 per vedere l'offerta di Mac con slot di espansione o con uno stile diverso da quello all-in-one dell'originale (un design usato ancora adesso dagli odierni iMac).
Una curiosità: all'interno del case di ciascun Mac originale ci sono le firme di ogni membro che ha contribuito alla sua creazione, inclusi Raskin e Jobs.
In 25 anni il Mac è cresciuto e cambiato significati vivamente per mantenersi al passo con i tempi e con le esigenze degli utenti.
Ma il Mac è riuscito comunque a rimanere fedele ai suoi inizi: una icona di quanto un computer possa essere semplice da usare e nel contempo riuscire a fare.






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Postato il Sabato, 24 gennaio 2009 ore 12:22:15 CET di Piero La Porta
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