La giornata del 25 aprile ha avuto inizio presso il
Sacrario
dei Caduti nella Basilica di San Nicolò – Monastero dei Benedettini –
con la
partecipazione dell’Arcivesovo Mons Luigi Renna, del Prefetto di
Catania, Maria Carmela Librizzi, del
Contrammiraglio Giancarlo Russo, dell’assessore Andrea
Barresi, in
rappresentanza del Sindaco con la fascia
tricolore, delle Autorità militari della Città, dei rappesentanti
dell’ANPI
(Associazione Nazionale Partigiani) e
dell’ANCRI, (Associazione degli Insigniti dell’Ordine al Merito della
Repubblica)
Una cerimonia sobria, ma ricca di valenza simbolica di attenzione agli eventi della storia di ieri e di oggi.
Le 33 lapidi in marmo con i nomi dei 2300 Caduti catanesi costituiscono un segno di particolare attenzione, secondo di progetto del Ten. Col. Vito Pavone e nel messaggio introduttivo alla benedizione dei Caduti di tutte le guerre, Mons. Renna ha evidenziato come il ricordo e la memoria delle vittime innocenti di tutte le guerre che oggi vengono onorate con omaggio di corone d’alloro, in questo particolare momento storico diventa fervida invocazione del dono della Pace che si unisce alla preghiera di suffragio per i Caduti di tutte le guerre.
Il fragore delle armi nella vicina Ucraina e la innumerevoli vittime dei bombardamenti russi rende il 25 aprile di quest’anno particolarmente vivo e non solo come ricordo degli eventi di 77 anni fa, ma l’avanzare della nube nera della guerra in Europa, suscita sgomento, allarme,indignazione.
L’invocazione di Pace diventa corale desiderio che accomuna i popoli e le Nazioni, il “ripudio della guerra”, come recita l’at. 11 della Costituzione, aggrega il comune sentimento di armonia e di benessere.
La libertà che si grida nei cortei, è stata una tenace conquista che è costata sacrifici ed ha provocato tanti morti, per questo è necessario fare di tutto per evitare che questo dono di valore, foriero di democrazia e di benessere si possa perdere, come sta avvenendo nella vicina Ucraina.
“A cosa serve oggi festeggiare se poi, ci sono uomini che devono ancora resistere?” è questa una delle tante espressioni che vengono citate nei discorsi commemorativi della ricorrenza.
L’impegno civico di questo 25° aprile di solidarietà verso il popolo ucraino non si limita alla sola accoglienza, ma a sostenerli nella faticosa resistenza, parola che inizia con la lettera “R” e che richiama la ripresa, la ricostruzione, il risveglio di quell’amor di Patria che si affievolisce sempre più.
La cerimonia ufficiale della provincia di Catania ha avuto luogo a Giarre nel corso della quale il Prefetto, i Sindaci, le autorità militari, le associazioni combattentistiche d’Arma hanno testimoniato con solennità la fedeltà ai valori proclamati.
Giuseppe
Adernò
Una cerimonia sobria, ma ricca di valenza simbolica di attenzione agli eventi della storia di ieri e di oggi.
Le 33 lapidi in marmo con i nomi dei 2300 Caduti catanesi costituiscono un segno di particolare attenzione, secondo di progetto del Ten. Col. Vito Pavone e nel messaggio introduttivo alla benedizione dei Caduti di tutte le guerre, Mons. Renna ha evidenziato come il ricordo e la memoria delle vittime innocenti di tutte le guerre che oggi vengono onorate con omaggio di corone d’alloro, in questo particolare momento storico diventa fervida invocazione del dono della Pace che si unisce alla preghiera di suffragio per i Caduti di tutte le guerre.
Il fragore delle armi nella vicina Ucraina e la innumerevoli vittime dei bombardamenti russi rende il 25 aprile di quest’anno particolarmente vivo e non solo come ricordo degli eventi di 77 anni fa, ma l’avanzare della nube nera della guerra in Europa, suscita sgomento, allarme,indignazione.
L’invocazione di Pace diventa corale desiderio che accomuna i popoli e le Nazioni, il “ripudio della guerra”, come recita l’at. 11 della Costituzione, aggrega il comune sentimento di armonia e di benessere.
La libertà che si grida nei cortei, è stata una tenace conquista che è costata sacrifici ed ha provocato tanti morti, per questo è necessario fare di tutto per evitare che questo dono di valore, foriero di democrazia e di benessere si possa perdere, come sta avvenendo nella vicina Ucraina.
“A cosa serve oggi festeggiare se poi, ci sono uomini che devono ancora resistere?” è questa una delle tante espressioni che vengono citate nei discorsi commemorativi della ricorrenza.
L’impegno civico di questo 25° aprile di solidarietà verso il popolo ucraino non si limita alla sola accoglienza, ma a sostenerli nella faticosa resistenza, parola che inizia con la lettera “R” e che richiama la ripresa, la ricostruzione, il risveglio di quell’amor di Patria che si affievolisce sempre più.
La cerimonia ufficiale della provincia di Catania ha avuto luogo a Giarre nel corso della quale il Prefetto, i Sindaci, le autorità militari, le associazioni combattentistiche d’Arma hanno testimoniato con solennità la fedeltà ai valori proclamati.