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INVALSI: DISCUSSIONE IN SENATO SUL DL 137: RESOCONTO COMPLETO DELLE GIORNATE

Comunicati

Discussione del disegno di legge:
(1108) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (Approvato dalla Camera dei deputati)
PRESIDENTE. Dà la parola al senatore Possa, affinché riferisca sui lavori della 7a Commissione permanente.
POSSA (PdL). Nonostante l'impegno profuso dai senatori, la 7a Commissione non ha potuto concludere nei tempi previsti l'esame del provvedimento trasmesso dalla Camera dei deputati, essendo stati presentati dall'opposizione numerosi emendamenti e ordini del giorno. Tuttavia, l'ampio dibattito svolto e le precisazioni fornite dal sottosegretario Pizza e dal ministro Gelmini hanno consentito di chiarire la portata degli interventi previsti. Gli opposti schieramenti, sostanzialmente convergenti sulla necessità di promuovere la conoscenza della Costituzione e degli statuti regionali di cui all'articolo 1 del decreto-legge, hanno invece manifestato posizioni differenti sugli articoli 2 e 3, relativi alla valutazione del comportamento e del rendimento scolastico degli studenti, laddove la maggioranza ha richiamato l'esigenza di un maggior rigore. Una divergenza radicale si è registrata in merito all'introduzione, prevista dall'articolo 4, dell'insegnante unico, fortemente osteggiata dall'opposizione e difesa dalla maggioranza e dal Governo in ragione della necessità, rilevata anche dal Presidente della Repubblica, che la scuola concorra al contenimento della spesa pubblica. (Applausi dal Gruppo PdL).
PRESIDENTE. Non essendosi concluso l'esame in Commissione, il disegno di legge n. 1108 sarà discusso nel testo trasmesso dalla Camera dei deputati senza relazione, neppure orale, ai sensi dell'articolo 44, comma 3, del Regolamento. Comunica che sono state presentate questioni pregiudiziali.
D'ALIA (UDC-SVP-Aut). La disomogeneità delle disposizioni contenute nel decreto-legge, che attengono tanto alla scuola primaria quanto all'università, e il fatto che molte di esse non siano di immediata applicazione, in quanto decorrenti dal prossimo anno scolastico, contrastano con le disposizioni relative alla decretazione d'urgenza di cui all'articolo 77 della Costituzione e alla legge n. 400 del 1988. Il Governo inoltre persevera nell'opera iniziata con l'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008: sottrae al Parlamento il potere legislativo e lo affida a fonti secondarie, peraltro contraddicendo le norme che disciplinano l'esercizio della potestà regolamentare. Inoltre i continui interventi modificativi in merito al valore abilitante all'insegnamento della laurea in Scienze della formazione pongono seri problemi di coerenza dell'ordinamento normativo e di incertezza nell'applicazione di disposizioni contraddittorie e frammentarie, disattendendo le legittime aspettative di molti giovani laureati. Infine emerge una palese disparità di trattamento per quanto riguarda l'accesso alle scuole di specializzazione in medicina e chirurgia di cui all'articolo 7 del decreto-legge. Quanto detto motiva la proposizione della questione pregiudiziale QP1. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-Aut, PD e IdV. Congratulazioni).
Saluto a una scolaresca del Comune di Formia
PRESIDENTE. Rivolge un saluto agli alunni dell'Istituto tecnico per geometri «Tallini» di Formia che assistono alla seduta. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1108
GIAMBRONE (IdV). Il provvedimento non appare conforme ai requisiti di necessità ed urgenza richiesti per la decretazione d'urgenza, non indicando neppure le circostanze precise che richiedono l'intervento dell'Esecutivo. L'articolo 1 contiene disposizioni già previste in atti amministrativi emanati dal Ministero, peraltro intervenendo in una materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni. L'unica necessità rinvenibile nel decreto-legge è quella di conseguire le economie necessarie a fornire una copertura, altrimenti impossibile, all'anticipata manovra finanziaria contenuta nel decreto-legge n. 112 del 2008, ma previsioni come l'introduzione del maestro unico contrastano con l'imperativo costituzionale di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Per questo è stata proposta la questione pregiudiziale QP2. (Applausi dai Gruppi IdV e PD. Congratulazioni).
ZANDA (PD). Illustra la questione pregiudiziale QP3. Il Governo continua a ricorrere allo strumento del decreto-legge in assenza dei presupposti di necessità ed urgenza, nell'ambito di una precisa scelta politica che conduce all'abrogazione di fatto del principio della divisione dei poteri; violazione sulla quale richiama nuovamente l'attenzione del Presidente del Senato affinché si organizzi un confronto in Aula con il Presidente del Consiglio. Il provvedimento in esame presenta numerosi profili di incostituzionalità e, insieme ad altri atti normativi, concorre al ridimensionamento complessivo dell'istruzione pubblica: si prevedono 8 miliardi di euro di tagli ai finanziamenti alla scuola pubblica, la soppressione di 87.000 posti di docente e 44.000 di ausiliario, la riduzione dell'orario scolastico a ventiquattro ore settimanali e 6,2 miliardi di euro di tagli all'università. Inoltre si invade il campo di competenza che la Costituzione assegna alla potestà regionale, giustificando la sollevazione di un conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale da parte delle Regioni. Sebbene sia condivisibile la necessità di eliminare gli sprechi nella pubblica amministrazione e di riformare il sistema scolastico ed universitario italiano, è opportuno che si continui ad investire sul futuro delle nuove generazioni, unica politica sensata per superare le difficoltà strutturali emerse con la crisi economica. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).
 
Presidenza della vice presidente MAURO
RUSCONI (PD). Nell'illustrare la questione pregiudiziale QP4, sottolinea la mancanza dei requisiti di necessità e di urgenza di numerose norme del decreto-legge che, riducendo l'offerta formativa della scuola pubblica, indebolisce il diritto all'istruzione e mina lo stesso principio costituzionale di uguaglianza. Il provvedimento ha la finalità di risparmiare risorse per far fronte ai pesanti tagli disposti nella manovra di finanza pubblica: il ritorno al maestro unico nella scuola primaria, infatti, è giustificabile solo nell'ottica di una drastica riduzione dei costi, dal momento che mette in discussione l'ottimo funzionamento della scuola primaria italiana. Come rilevato dagli stessi assessori regionali auditi in Commissione, inoltre, il provvedimento invade la competenza normativa riconosciuta alle Regioni. Il decreto-legge metterà a repentaglio un numero elevato di posti di lavoro per il personale docente e ausiliario, che merita un'attenzione non inferiore di quella rivolta ai lavoratori colpiti dalla recente crisi Alitalia e peggiorerà sensibilmente il servizio scolastico offerto alle famiglie. Esso appare in netto contrasto con gli obiettivi di Lisbona e con l'investimento sulla formazione che stanno compiendo altri Paesi europei come la Francia e, rendendo più difficile l'accesso all'istruzione nelle zone e negli strati più svantaggiati del Paese, ne accentuerà le diseguaglianze culturali e sociali. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).
CASSON (PD). Come illustrato dalla questione pregiudiziale QP5, il decreto-legge contiene disposizioni di carattere disomogeneo, non sempre rispondenti ai presupposti e alle finalità richiamate nel preambolo e nel titolo del provvedimento e spesso prive dei requisiti di necessità ed urgenza. Alcune norme, inoltre, sono incompatibili con principi costituzionali o con la normativa comunitaria: in particolare la disciplina relativa all'adozione dei libri di testo rischia di violare il riparto di competenze tra Stato e Regioni, mentre la riduzione complessiva dell'offerta formativa e del personale in organico, dovuta in particolare all'introduzione dell'insegnante unico nella scuola primaria, ostacola l'esercizio del diritto allo studio sancito dall'articolo 34 della Costituzione. Il contenimento del personale docente rischia poi di aggravare le peculiari difficoltà che affrontano gli studenti stranieri, realizzando un trattamento discriminatorio e di pregiudicare in maniera particolare gli studenti che si trovano in condizioni di difficoltà, limitando la possibilità di avvalersi di docenti di sostegno indispensabili alla loro formazione. La riduzione dell'offerta scolastica nella scuola primaria, infine, aggrava gli oneri in capo ai genitori, contrastando così con la tutela costituzionale della famiglia e rendendo più difficile la conciliazione tra lavoro e attività di cura. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).
 
Presidenza del presidente SCHIFANI
BASTICO (PD). La questione pregiudiziale QP6 evidenzia che il decreto-legge, in particolare con l'introduzione dell'insegnante unico nella scuola primaria, lede gli spazi di autonomia didattica e organizzativa delle istituzioni scolastiche e il riparto di competenze tra Stato e Regioni in materia di istruzione. La risposta del Governo al movimento di protesta pacifico e non ideologico è stata cieca ed arrogante e non ha colto le preoccupazioni di insegnanti, famiglie e studenti contro i pesanti tagli che scardineranno l'istruzione pubblica, per liberare risorse in favore della scuola privata. Il Ministro è stata inoltre incapace di accettare il dialogo con il PD, che chiede una scuola pubblica e di qualità, per valorizzare il merito e combattere la dispersione scolastica, e che contrasta con nettezza la riduzione dell'orario di insegnamento e l'abbassamento dell'obbligo scolastico. Esprime infine aperta vicinanza ai tanti precari della scuola cui è stata negata la possibilità dell'immissione in ruolo, che perderanno il posto di lavoro, a causa di un provvedimento che creerà un numero di esuberi molto superiore a quello che sarebbe conseguito al totale fallimento di Alitalia. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).
SOLIANI (PD). La questione pregiudiziale QP7 evidenzia quanto paradossale sia il decreto-legge che, pur favorendo l'insegnamento della Costituzione nelle scuole, contiene disposizioni in aperto contrasto con fondamentali valori costituzionali, come il principio di eguaglianza e il diritto all'istruzione. Dal decreto, infatti, deriva una drastica restrizione delle opportunità educative e di apprendimento offerte alle famiglie e agli studenti e renderà più difficile l'integrazione degli stranieri e il supporto agli alunni in difficoltà: per la prima volta nella storia del dopoguerra, dunque, le nuove generazioni riceveranno un grado di istruzione inferiore a quello ricevuto dalla generazione precedente. La criticabile reintroduzione dell'insegnante unico nella scuola primaria deriva non da una scelta attenta e ponderata, come quella che portò alla riforma della scuola elementare, ma dall'esigenza di provvedere alla drastica riduzione di risorse voluta dal ministro Tremonti. Ciò denota un atteggiamento semplicistico e miope, incapace di capire che l'investimento nell'istruzione e nella formazione consente di ridurre le disuguaglianze e di accrescere la prosperità del Paese. Da ciò scaturisce la massiccia mobilitazione di studenti, insegnanti e genitori, che contrastano un provvedimento contrario ai principi ispiratori della Carta costituzionale e che certo non possono essere considerati una minoranza presuntuosa e politicizzata. (Vivi applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut. Congratulazioni).
Sull'alluvione che ha colpito il Cagliaritano
CABRAS (PD). Chiede un'informativa del Governo sulla grave alluvione che ha colpito Cagliari, sottolineando che il sindaco ha sollecitato la dichiarazione dello stato di calamità naturale.
MASSIDDA (PdL). In relazione alle preoccupanti notizie provenienti dalla Sardegna chiede un'informativa urgente del Governo.
 
PRESIDENTE. La Presidenza trasmetterà la richiesta al Governo.
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1108
SERAFINI Anna Maria (PD). La scuola, snodo essenziale del rapporto tra la famiglia, la società civile e lo Stato, riflette la concezione che ciascuna comunità ha dell'infanzia, del rapporto tra adulti e bambini e del ruolo delle politiche pubbliche. La questione pregiudiziale QP8 evidenzia il contrasto tra il provvedimento in esame e la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, approvata dall'Assemblea delle Nazioni Unite nel 1989. L'interesse superiore del fanciullo è infatti sacrificato ad esigenze di contenimento del bilancio dello Stato. Associazioni di famiglie e di studenti, sindacati e Comuni concordano nel denunciare la mancanza di coinvolgimento dei soggetti interessati e di ascolto di proposte alternative: attraverso un decreto-legge e un voto di fiducia il Governo si appresta a varare una riforma ordinamentale della scuola che sconfessa l'idea di un progetto condiviso e duraturo e nuoce alle pari opportunità, all'integrazione, alla mobilità sociale, alla crescita del capitale umano e alle potenzialità di sviluppo del Paese. (Applausi dal Gruppo PD).
MAZZATORTA (LNP). Le questioni pregiudiziali, presentante con fini esclusivamente ostruzionistici, costituiscono l'ennesima dimostrazione delle patologie del centrosinistra: un antiberlusconismo incompatibile con il bipolarismo che maschera una crisi di identità politica e una presunzione di superiorità ideale e morale che si traduce nell'incapacità di ascoltare le posizioni altrui. Lungi dall'essere incostituzionale il decreto-legge dà attuazione ai principi dell'efficienza della pubblica amministrazione e del diritto allo studio sanciti rispettivamente dagli articoli 97 e 34 della Carta fondamentale, rispettando la divisione di competenze individuata dalla riforma del Titolo V varata dal centrosinistra, che attribuisce in esclusiva allo Stato il compito di dettare norme generali sull'istruzione. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).
GARAVAGLIA Mariapia (PD). Le aspettative suscitate dal primo intervento del ministro Gelmini in Commissione istruzione sono state deluse in conseguenza di una manovra finanziaria che ha tagliato i fondi alla scuola e di un decreto-legge privo di qualsiasi progetto educativo, la cui urgenza è comprensibile solo in base a esigenze di cassa. La previsione del maestro unico, dannosa dal punto di vista pedagogico, contrasta peraltro con il lavoro dell'ex ministro di centrodestra Moratti e vanifica l'attività di aggiornamento dei docenti. La revisione delle modalità di giudizio avrebbe dovuto essere realizzata attraverso un disegno di legge e la reintroduzione, in forma non sufficientemente ponderata, della valutazione della condotta rischia di favorire la dispersione scolastica. L'istruzione non è evidentemente una priorità del Governo in carica che, indebolendo la scuola dell'infanzia, impoverisce l'intera comunità. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).
MALAN (PdL). Le questioni pregiudiziali dell'opposizione poggiano su un'argomentazione contraddittoria: se la materia dell'articolo 4 è di dettaglio e rientra nelle competenze delle Regioni, non detta norme generali sull'istruzione capaci di entrare in contrasto con la Costituzione e addirittura con la Convenzione internazionale dei diritti dell'infanzia. In realtà il provvedimento in esame, migliorando l'organizzazione della scuola attraverso la razionalizzazione del tempo pieno e dell'impiego di docenti, restituendo agli insegnanti più adeguati strumenti di valutazione e contenendo le spese delle famiglie per i libri di testo, garantisce il diritto allo studio sancito dall'articolo 34 della Costituzione. L'urgenza del decreto-legge è particolarmente evidente nelle norme riguardanti la messa a norma degli edifici scolastici. (Applausi dal Gruppo PdL e del senatore Monti. Congratulazioni).
 
Con votazione e controprova, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge la questione pregiudiziale avanzata, con diverse motivazioni, dal senatore D'Alia (QP1), dal senatore Giambrone e da altri senatori (QP2), dal senatore Zanda e da altri senatori (QP3), dal senatore Rusconi e da altri senatori (QP4), dal senatore Casson e da altri senatori (QP5), dalla senatrice Bastico e da altri senatori (QP6), dalla senatrice Soliani e da altri senatori (QP7) e dalla senatrice Serafini Anna Maria e da altri senatori (QP8).
 
AZZOLLINI (PdL). Chiede alla Presidenza l'autorizzazione affinché la Commissione bilancio possa proseguire i propri lavori durante la discussione generale.
PRESIDENTE. Non facendosi osservazioni, così rimane stabilito. Dichiara aperta la discussione generale.
 
Presidenza del vice presidente CHITI
COLLI (PdL). Non comprende come un decreto-legge che introduce il maestro prevalente senza licenziare alcun insegnante, e risparmia risorse da reinvestire nell'istruzione, premiando i docenti più meritevoli, possa provocare lo sfascio della scuola italiana. L'opposizione non ha avanzato proposte alternative e le proteste di docenti e studenti hanno individuato un bersaglio sbagliato: i fondi sono evidentemente gestiti male se la spesa per la scuola è tra le più alte in Europa ma l'Italia è in fondo alla graduatoria dei Paesi più istruiti e le retribuzioni degli insegnanti sono insufficienti. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).
CERUTI (PD). Il provvedimento in esame è finalizzato prioritariamente a ridurre le spese per l'istruzione attraverso tagli che determineranno la completa destrutturazione del sistema scolastico italiano. Il decreto-legge contiene una serie di misure che, ledendo l'autonomia scolastica, intaccheranno la struttura degli ordinamenti scolastici, con effetti, a differenza di quanto sostiene il Ministro, degni di una vera e propria riforma. Non convincono infine la drastica riduzione dell'orario scolastico e il superamento del modello fondato sulla pluralità dei docenti, introdotto per dare una valida risposta alla continua evoluzione nel campo del sapere, per garantire una migliore specializzazione del corpo insegnante e per fornire agli alunni una varietà di apporti e di sostegni. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).
VALDITARA (PdL). Il dibattito sul provvedimento, caratterizzato da demagogia e disinformazione, ha finito per legittimare forme illegali di contestazione che ledono il diritto di tanti giovani di fruire del servizio scolastico. Il provvedimento muove dalla duplice esigenza di garantire una formazione di qualità per tutti e di rispettare il diritto dei contribuenti ad avere servizi efficienti. In tale ottica vanno lette la misura a favore dell'approfondimento dell'educazione civica, la previsione di un sistema di valutazione semplice e chiaro e la configurazione del voto in condotta come strumento di responsabilizzazione degli studenti. Sono molteplici le motivazioni a sostegno della reintroduzione del maestro unico: il modello fondato sulla pluralità dei docenti ha determinato lievitazione dei costi e peggioramento della qualità della didattica ed è questa la ragione per cui esso non è stato adottato da nessun Paese europeo. Il maestro unico garantisce inoltre all'alunno chiarezza di riferimenti e certezze ed è dotato di una preparazione professionale pari a quella di chi si dedica all'insegnamento di discipline specifiche, dal momento che la preparazione degli insegnanti elementari è unitaria e non già disciplinare. Va peraltro rilevato che, accanto all'introduzione della figura del maestro prevalente, il provvedimento mantiene quella degli insegnanti specialisti, con ciò rimanendo garantito l'insegnamento della lingua inglese e dell'informatica. Il Governo punta ad una più equa ed efficiente allocazione delle risorse: il 30 per cento delle risorse risparmiate con i tagli di organico, fra cui quelli legati all'introduzione del maestro prevalente, serviranno infatti a valorizzare economicamente l'impegno e la preparazione degli insegnati, mentre le risorse risparmiate a seguito della soppressione dei moduli saranno destinate ad aumentare il tempo scuola sulla base delle richieste delle famiglie. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).
PARDI (IdV). Il provvedimento è da rigettare nella sua interezza in quanto volto prioritariamente ad operare tagli nella scuola e perché recante misure inopportune e negative, come ad esempio l'introduzione del maestro unico, che mal si concilia con l'esigenza di fronteggiare classi spesso difficili da gestire e indisciplinate, l'impossibilità di effettuare il turnover del corpo docente, che determinerà a breve un deficit di forza lavoro nel settore, e l'eliminazione di un elevato numero di classi. Quanto agli stipendi degli insegnanti, il provvedimento si propone di premiare i più meritevoli senza tuttavia chiarire sulla base di quali criteri di valutazione, tema che andrebbe affrontato con serietà e in modo organico: il progressivo degrado dello status economico e sociale dell'insegnante ne mina infatti l'autorevolezza agli occhi degli studenti e si riverbera negativamente sul rapporto con essi. Ingiustificato è infine l'allarmismo mediatico con cui è stata presentata all'opinione pubblica la contestazione studentesca la quale, lungi dal porre in essere atti illegali e irresponsabili, rappresenta uno dei movimenti più pacifici sviluppatosi nella scuola degli ultimi anni. (Applausi dai Gruppi IdV e PD).
BUTTI (PdL). Le dichiarazioni rese dal presidente Berlusconi in relazione all'uso delle Forze dell'ordine nelle scuole sono condivisibili dal momento che le occupazioni e l'uso della violenza fisica sono forme di contestazione inaccettabili e di fronte alle quali lo Stato ha il dovere di intervenire. Quanto al contenuto del provvedimento, appare convincente la scelta di reintrodurre il maestro unico e molte delle critiche espresse dal mondo docente muovono più dall'esigenza di tutelare il proprio destino occupazionale che non da una riflessione saggia e ponderata delle conseguenze educative e pedagogiche che si realizzeranno. Il provvedimento persegue una più equa ed efficiente distribuzione delle risorse nel settore della scuola, favorendo la ricerca, l'innovazione, il merito e la formazione del personale docente. Quanto al ridimensionamento e all'accorpamento dei plessi scolastici periferici, invita il Governo a valutare con attenzione la funzione di presidio del territorio contro lo spopolamento di valli e zone di montagna che molti edifici scolastici rivestono e ad evitare tagli indiscriminati, anche in un'ottica di gestione corretta ed informata del territorio. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).
PERDUCA (PD). Il Governo e la maggioranza sottopongono all'attenzione del Parlamento - ormai ridotto a mero ratificatore di decisioni prese altrove - un decreto-legge che affronta i problemi della scuola italiana con sterili proclami e vuoti richiami alla necessità di insegnare ai giovani la Costituzione e l'educazione civica. La sensibilizzazione che si intenderebbe promuovere rispetto ai temi della cittadinanza incontra però una evidente negazione nelle misure che impediranno ai docenti di operare efficacemente a favore dell'inclusione dei ragazzi in difficoltà per la diversa appartenenza etnica o per il mancato possesso di determinati requisiti psicofisici. Alla scuola vengono sottratti gli strumenti necessari al concreto svolgimento dei delicati compiti educativi ad essa assegnati, mentre si pone l'accento sulla disciplina, con misure manifesto come la riproposizione del voto in condotta. Le minacce dell'uso della forza nei confronti delle manifestazioni di piazza e delle occupazioni, insieme a molte disposizioni contenute nel provvedimento, testimoniano una visione dell'istituzione scolastica incompatibile con i principi di una moderna democrazia liberale. (Applausi dal Gruppo PD).
VICARI (PdL). Complice una consapevole strumentalizzazione da parte della sinistra delle proteste sollevatesi in questi giorni, si è generata un'ingiustificata confusione sulle norme contenute nel provvedimento, con il quale il Governo intende innovare la scuola pubblica italiana. L'atteggiamento conservatore dell'opposizione, che concepisce la scuola solo come un ammortizzatore sociale, contraddice le scelte assunte in passato dal Governo di centrosinistra, che pure aveva riconosciuto un'evidente sproporzione tra il numero degli insegnanti e quello degli alunni e aveva già previsto la riduzione dell'orario scolastico; scelte coerentemente difese dagli ex ministri Berlinguer e Bassanini, i quali, insieme al presidente Napolitano, riconoscono l'esigenza di rinnovare l'istituzione scolastica, rendendola più efficiente e rispondente all'attuale assetto sociale. I risparmi che si conseguiranno con il decreto-legge in esame libereranno risorse per investimenti in ricerca e formazione e per la valorizzazione del merito nel corpo docente, in contrasto con l'appiattimento verso il basso e la burocratizzazione derivati dalle riforme ideologiche del Sessantotto. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).
GRANAIOLA (PD). I problemi della scuola media e dell'università italiana sono stati affrontati dal Ministro dell'istruzione senza il necessario approfondimento e con l'unico obiettivo di ridurre la spesa pubblica. Invece di promuovere lo sviluppo delle potenzialità proprie delle giovani generazioni, riqualificando il sistema formativo e colmandone le lacune, si tagliano le risorse e si interviene sulla scuola primaria, riconosciuta come una delle migliori in ambito europeo, proponendo un'impostazione antiquata, riassunta dall'introduzione del maestro unico, che non tiene conto della complessità dei bisogni formativi degli alunni e della crescente specializzazione dell'offerta didattica. Stigmatizzando il ricorso alla decretazione d'urgenza, che comprime il dibattito su temi delicati che attengono al futuro del Paese, esprime sconcerto per le posizioni assunte dalla maggioranza, volte a negare le evidenti implicazioni negative di una simile politica. (Applausi dal Gruppo PD).
SPADONI URBANI (PdL). Il fronte di lotta sollevato dall'opposizione nelle piazze e sui media prescinde dai contenuti concreti del decreto-legge sulla scuola e si fonda su una visione ideologica che nuoce alle reali esigenze degli insegnanti e delle famiglie italiane. L'articolo 1 del provvedimento riconosce alla scuola il compito di formare cittadini consapevoli e il voto in condotta contribuisce a ristabilire un atteggiamento maggiormente serio nei confronti dello studio. Il ripristino del maestro unico nella scuola primaria consente il recupero di una figura di riferimento fondamentale alla formazione degli alunni e incontra il manifesto apprezzamento delle famiglie, come pure l'introduzione di un sistema di valutazione più chiaro e definito per obiettivi. Nella consapevolezza che la maggioranza degli italiani condivide lo spirito che anima il decreto-legge, sollecita un coordinamento di tutta la normativa scolastica da parte del Ministro. (Applausi dal Gruppo PdL).
VITA (PD). L'utilizzo della decretazione d'urgenza per riformare materie complesse come la pubblica istruzione impedisce una riflessione adeguata all'interno delle Aule parlamentari e toglie ai dibattiti gran parte della loro utilità. Il Governo, propagandando attraverso i media alcune misure di facciata, come la reintroduzione del voto di condotta o l'obbligo di indossare il grembiule alle elementari, tenta invano di nascondere la vera finalità del provvedimento, che è quella di riorganizzare la scuola sulla base dei drastici tagli disposti dalla manovra finanziaria di luglio. Non si spiegherebbe altrimenti la ragione di iniziare il percorso riformatore proprio dalla scuola elementare, che rappresenta una punta di indiscussa eccellenza, attraverso una misura obsoleta come la reintroduzione della figura del maestro unico, inadatta a rispondere all'ansia cognitiva dei giovani contemporanei, ma utile ad abbattere notevolmente i costi. Agendo con ben diversa lungimiranza, Paesi come la Finlandia hanno investito su formazione e ricerca ed hanno così potuto beneficiare di una crescita della propria economia. A proposito delle dichiarazioni relative alle proteste in corso, invita infine il Presidente del Consiglio ad adoperare maggiore prudenza. (Applausi dal Gruppo PD).
ADAMO (PD). I senatori del centrodestra, negli interventi in difesa del provvedimento in esame, hanno spesso citato ad esempio l'operato degli ex ministri Bassanini e Berlinguer, che però ebbero modo di criticare aspramente quando erano in carica. Allo stesso modo appaiono stonati i richiami al senso di responsabilità dell'opposizione che intende manifestare il proprio dissenso, quando nella passata legislatura il centrodestra organizzò manifestazioni di piazza improntate addirittura al dileggio del Governo Prodi. È bene, inoltre, che il Governo dimostri onestà intellettuale e non disconosca, come ha fatto il Presidente del Consiglio in una recente dichiarazione, le conseguenze che deriveranno dall'applicazione del decreto in esame. Vanno invece apprezzate le dichiarazioni del presidente della Lombardia Formigoni, che ha sottolineato la differenza tra il profilo federalista delle riforme annunciate per il futuro e l'attuale operato centralista del Governo, che ha invaso le competenze regionali in materia di organizzazione dell'attività scolastica, senza nemmeno chiedere il parere della Conferenza unificata. La mozione approvata alla Camera sulle classi differenziate per gli alunni stranieri che non abbiano adeguate conoscenze della lingua italiana, appare dunque un'operazione propagandistica volta a dare un risarcimento politico alla Lega, che ha avallato l'atteggiamento centralista del Governo. (Applausi dal Gruppo PD).
DE ECCHER (PdL). Come dimostrato dai sondaggi, il sentire comune degli italiani è molto lontano dallo spirito delle manifestazioni di protesta, alla cui testa si sono posti docenti estremamente sindacalizzati; il Governo dovrebbe anzi approfondire gli episodi censurabili che si sono verificati, come le lezioni tenute da docenti universitari nelle piazze, al fine di restaurare l'ordine e la legalità. Gli italiani sono infatti scontenti di una scuola che non risponde alla sua funzione educativa, che è spesso incapace di dare agli studenti una cultura di base almeno decorosa e di trasmettere valori e punti fermi e che indebolisce la tempra degli studenti con un eccesso di indulgenza. È bene dunque che i giovani tornino a confrontarsi con figure autoritative, come il maestro unico, superando una riforma introdotta al solo fine di garantire l'occupazione degli insegnanti in un periodo di calo demografico. In questo senso anche la reintroduzione del voto in condotta, pur non sufficiente di per sé, rappresenta un buon messaggio educativo, mentre la riduzione del monte ore nelle scuole è una vera e propria necessità di fronte di un sistema scolastico che costringe gli studenti a trascorrere, improduttivamente, troppe ore sui banchi. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
 
PRESIDENTE. Rinvia il seguito della discussione alle sedute di domani. Dà annunzio degli atti di sindacato ispettivo pervenuti alla Presidenza (v. Allegato B) e comunica l'ordine del giorno delle sedute del 23 ottobre.
 
La seduta termina alle ore 20,08.
  

 

RESOCONTO SOMMARIO
 
Presidenza del vice presidente NANIA
 
 La seduta inizia alle ore 9,33.
 
 Il Senato approva il processo verbale della seduta del 15 ottobre.
 

Comunicazioni della Presidenza
 
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sulla mancata elezione del Presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
PERDUCA (PD). Denuncia il comportamento inaccettabile della maggioranza che ieri, per la ventisettesima volta, ha impedito l'insediamento della Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi, organo di rilievo costituzionale cui spetta la nomina del nuovo consiglio di amministrazione della RAI. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).
 
PRESIDENTE. Riferirà al Presidente del Senato.
 

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico
 
PRESIDENTE. Avverte che dalle ore 9,38 decorre il termine regolamentare di preavviso per eventuali votazioni mediante procedimento elettronico.


Seguito della discussione del disegno di legge:
(1108) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (Approvato dalla Camera dei deputati)
PRESIDENTE. Ricorda che nella seduta di ieri ha avuto inizio la discussione generale.
CARLINO (IdV). Il decreto-legge è inaccettabile sul piano del metodo e del merito. Dopo aver eluso il confronto con le famiglie, con gli insegnati e gli studenti, per accelerare i tempi di approvazione il Governo ha ulteriormente compresso il dibattito parlamentare alla Camera ricorrendo al voto di fiducia. Alla base del provvedimento non vi sono ragioni di ordine culturale, sociale e psicologico, bensì l'esigenza di far quadrare i conti dello Stato. Il decreto-legge lede l'autonomia scolastica, produce esuberi, ignora i docenti precari, riduce le ore obbligatorie. Si demolisce un sistema funzionante recuperando un modello pedagogico superato, che impoverisce il percorso formativo degli alunni, aumenta il rischio di valutazioni arbitrarie, ostacola l'integrazione degli stranieri, vanifica i corsi di aggiornamento degli insegnanti. Il Governo persegue evidentemente l'obiettivo di colpire la scuola pubblica per favorire le scuole private. L'Italia dei Valori attribuisce un ruolo essenziale all'educazione civica, che non si diffonde attraverso il voto in condotta e la violazione dell'autonomia organizzativa delle scuole bensì con una formazione responsabilizzante incentrata sui valori della legalità, della solidarietà, della giustizia. (Applausi dai Gruppi IdV e PD).
FASANO (PdL). Con slogan suggestivi e ammiccanti l'opposizione alimenta la protesta attribuendo la valenza di riforma strutturale ad un decreto-legge che è in realtà parziale e limitato. Le decisioni di un Governo espressione di una maggioranza legittimamente eletta, che gode peraltro di un ampio consenso popolare, possono essere criticate dall'opposizione ma non interdette. Anche personalità autorevoli del centrosinistra riconoscono che la scuola italiana, nella sua attuale configurazione, è indifendibile e le proteste di piazza sono politicamente orientate: il sindacato non indisse, ad esempio, manifestazioni contro il decreto taglia classi del ministro Iervolino. Il provvedimento in esame ha il pieno sostegno della maggioranza perché è dettato da ragioni di buon senso: il voto in condotta, per esempio, è una misura opportuna per contrastare il bullismo e restituire autorevolezza alla scuola. (Applausi dal Gruppo PdL).
NEGRI (PD). Il Governo e la maggioranza non hanno accettato la proposta avanzata dal Partito Democratico di ritirare il decreto e di aprire un tavolo di confronto con l'opposizione, con le Regioni e con l'intero mondo della scuola per la predisposizione di una più organica riforma in materia di istruzione e università. Il provvedimento in esame non è condivisibile in quanto muove da una visione volta ad assimilare la scuola ad un mero ente della pubblica amministrazione sul quale intervenire in un'ottica di contenimento dei costi. Peraltro, l'aumento dell'orario di lavoro degli insegnanti delle scuole primarie da 22 a 24 ore determinerà invece un aggravio dei costi ancora non chiaramente quantificato, ma coperto con risorse sottratte alle economie di spesa previste per il Ministero dal decreto n. 112. Questo è un esempio degli interrogativi posti dalle norme in esame e dalle dichiarazioni del Governo, il quale parla addirittura di moltiplicazione delle cattedre a tempo pieno, in assenza di risorse aggiuntive, anzi con tagli consistenti su quelle disponibili. La riforma Berlinguer del 2000, invece, ha portato il ciclo dell'istruzione a 12 anni, con consistenti risparmi strutturali di lunga durata e sulla base di un chiaro ed organico progetto pedagogico volto a restituire alla scuola italiana la dignità che merita. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).
MUSSO (PdL). Le polemiche di questi giorni contro il decreto-legge appaiono ingiuste ed esasperate, specie perché in molti casi sorrette da argomentazioni confuse che testimoniano l'assenza di una chiara conoscenza dell'esatto contenuto del provvedimento. Le principali novità introdotte sono legittime e ragionevoli, a cominciare dalla previsione dell'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole, che contribuirà senz'altro a rafforzare il senso di identità e di appartenenza degli studenti alla comunità nazionale, e dalla configurazione del voto in condotta come valido strumento per contrastare il bullismo sempre più dilagante nelle scuole. La sostituzione dei giudizi con voti espressi in decimali favorirà poi una maggiore chiarezza e trasparenza delle valutazioni e la previsione dell'adozione dei libri di testo on line, pur suscitando alcune perplessità sulla sua efficacia applicativa, comporterà senz'altro una riduzione dei costi a carico delle famiglie. Pienamente convincente appare infine la scelta di reintrodurre nelle scuole primarie la figura del maestro unico, stante in particolare l'esigenza di contenere i costi e di impiegare più efficacemente le risorse, ad esempio a favore del tempo pieno, della formazione degli insegnanti e dell'insegnamento della lingua inglese. (Applausi dal Gruppo PdL).
PORETTI (PD). Destano sconcerto le dichiarazioni rese ieri dal Presidente del Consiglio circa la volontà di ricorrere alle Forze dell'ordine per contrastare l'occupazione nelle scuole e lascia ancor più sgomenti l'intervista rilasciata quest'oggi dal presidente Cossiga ad un noto quotidiano nazionale. In essa il Presidente emerito della Repubblica, temendo a breve una reviviscenza del terrorismo, auspica l'adozione di una linea di condotta inquietante nei confronti delle manifestazioni studentesche: lasciarle fare per qualche tempo, infiltrare agenti provocatori e poi reprimerle contando più sulla violenza fisica che non sull'opera dei magistrati. Nel rimarcare l'estrema gravità di tali dichiarazioni, preannuncia l'imminente presentazione, analogamente a quanto già fatto presso l'altro ramo del Parlamento, di una proposta di inchiesta parlamentare sulla morte di Giorgiana Masi, avvenuta in un contesto analogo a quello evocato dal senatore Cossiga. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Li Gotti).
SIBILIA (PdL). Il provvedimento è giusto e convincente in quanto pone la scuola e l'alunno al centro del sistema Paese mediante l'introduzione di poche ma indispensabili novità. Pienamente condivisibile appare la scelta del superamento dell'educazione modulare attraverso il ritorno alla figura del maestro prevalente, che potrà essere affiancato da insegnanti specializzati, così da garantire allo studente un riferimento chiaro ed univoco. Necessarie sono poi le misure volte a razionalizzare i costi legati al mondo della scuola, posto che negli ultimi anni le remunerazioni degli insegnanti si sono attestate tra le più basse d'Europa nonostante un incremento generalizzato della spesa scolastica, così come gli strumenti che vengono forniti al maestro per rafforzare la propria autorevolezza agli occhi degli studenti, quali il voto in condotta e la sostituzione del giudizio con il voto espresso in decimali. Infine, pur dichiarando di condividere le nuove modalità di reclutamento dei maestri e degli insegnanti, invita il Governo a venire incontro alle esigenze di quegli insegnanti che, specie nella Regione Campania, sono penalizzati nelle graduatorie scolastiche malgrado la notevole esperienza maturata grazie ad anni di supplenze e di precariato. (Applausi dal Gruppo PdL e del senatore Valli).
PITTONI (LNP). Gli interventi previsti nel provvedimento sono giusti e di buon senso: l'introduzione nelle scuole primarie della figura del maestro unico garantirà infatti una migliore qualità della didattica e un contenimento dei costi, mentre la riqualificazione del voto in condotta costituirà un valido strumento di lotta al bullismo; allo stesso modo, appare pienamente convincente la scelta di introdurre l'obbligo del grembiule, anche in un'ottica di contrasto alle discriminazioni sociali. Il Governo riveda ora il meccanismo dei concorsi nazionali, in forza del quale ogni anno numerosi insegnanti cambiano sede, creando problemi di continuità didattica e lasciando sguarniti alcuni istituti scolastici, soprattutto nel Nord Italia. A tal fine, richiama l'attenzione dell'Aula sul disegno di legge, attualmente in fase di esame presso la Camera, che prevede la regionalizzazione del reclutamento dei docenti, così da favorire un contenimento dei costi e una maggiore efficienza dei servizi offerti agli studenti e alle famiglie. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL. Congratulazioni).
FIRRARELLO (PdL). Le critiche pervenute anche da osservatori internazionali al sistema scolastico italiano motivano l'intervento serio, tempestivo e coraggioso disposto dal Ministro dell'istruzione e svelano la demagogica sterilità delle contestazioni sollevate. L'esorbitante numero di docenti e collaboratori scolastici in un Paese a lento sviluppo demografico e la sopravvivenza di troppi istituti scolastici privi del numero minimo di studenti rappresenta un preoccupante segnale dell'atteggiamento lassista e superficiale finora prevalso nel settore dell'istruzione pubblica, baluardo di formazioni sindacali che ne ostacolano il rinnovamento. Occorre modernizzare strutture e programmi e recuperare la funzione primaria della scuola, quella educativa, anche attraverso il ripristino del voto in condotta e del maestro unico, figura fondamentale nello sviluppo dei ragazzi in una società povera di punti di riferimento. Confidando che i cittadini non ideologicamente condizionati sapranno apprezzare i risultati del provvedimento, ricorda come anche autorevoli esponenti del centrosinistra abbiano rilevato la necessità di riformare il sistema scolastico italiano. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).
MONGIELLO (PD). Le legittime aspettative generate dai proclami della maggioranza in merito all'innalzamento degli stipendi degli insegnanti e all'immissione in ruolo di migliaia di precari vincitori di concorsi, al fine di risolvere in modo strutturale il problema delle graduatorie, rimangono deluse dalle disposizioni contenute nel decreto-legge presentato dal Ministro. Le vergognose dichiarazioni rilasciate alla stampa da esponenti del Governo e della maggioranza contro intere categorie, come i supplenti, che svolgono responsabilmente da decenni il compito di educare le nuove generazioni, o le insegnanti che scelgono di essere madri, svelano i risvolti perversi del modello educativo proposto dal centrodestra, che invece di promuovere una scuola inclusiva e di qualità, si preoccupa solo di tagliare le spese. La decantata riforma che sarebbe contenuta nel provvedimento da un lato si riduce a mere circolari sul voto in condotta o sul grembiule, dall'altro incide pesantemente sull'organizzazione familiare con la riduzione dell'orario scolastico. Inoltre, si assegnano ai sindaci compiti sempre più gravosi, da espletare ricorrendo a stanziamenti sempre più esigui. (Applausi dai Gruppi PD e IdV. Congratulazioni).
COMPAGNA (PdL). Finalmente un Ministro dell'istruzione ha avuto il coraggio di intervenire sul bilancio della scuola, sclerotizzato da decenni di occupazione sindacale, che hanno generato distorsioni evidenti e mantenuto quote di spesa fissa per stipendi che non trovano eguali nel mondo. Celandosi dietro la peculiarità delle caratteristiche orografiche del territorio italiano, si è consentito il proliferare degli istituti scolastici; l'abolizione di ogni logica del merito e l'utilizzo del comparto scolastico come ammortizzatore sociale hanno reso la scuola e le università italiane autoreferenziali e scollegate rispetto al tessuto sociale. Il provvedimento in esame, invece, lungi dal tagliare le risorse destinate all'istruzione, rappresenta una riforma trasparente e concreta, che supera senza ipocrisie o pregiudizi le distorsioni prodotte dal susseguirsi di interventi nel settore, alcuni dei quali disposti anche da governi di centrodestra. Le esperienze accumulate negli anni dimostrano che un uso distorto del regionalismo, conseguente anche alle riforme dell'ex ministro Bassanini, ha generato effetti perversi, distruggendo gli aspetti positivi del tradizionale modello di dirigenza scolastica: è pertanto necessario che il Ministro dell'istruzione collabori con i ministri Calderoli e Fitto per collocare il nuovo modello scolastico all'interno del più ampio progetto di decentramento territoriale. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).
SBARBATI (PD). L'istruzione pubblica italiana necessita di una riforma ordinamentale, come quella disegnata dall'ex ministro Berlinguer e mai compitamente attuata, che modernizzi strutture e programmi adeguandoli ai repentini cambiamenti nella società e guidi l'Italia verso gli obiettivi posti in ambito internazionale dal Trattato di Lisbona. Il provvedimento in esame attacca invece il ruolo dell'insegnante e mortifica le opportunità di sviluppo individuale degli studenti, apportando solo correttivi cosmetici, volti a raccogliere un consenso superficiale su questioni marginali, come l'obbligo del grembiule (peraltro mai dimesso nelle scuole elementari), il voto in condotta e il ripristino del voto numerico, che, pur rispondendo ad esigenze di semplificazione, non appare sufficiente ad esprimere con completezza la valutazione degli alunni. Il ministro Gelmini ha accettato che al proprio Dicastero fossero apportati i tagli più incisivi, mentre l'opposizione è stata tacciata di vetero-sindacalismo poiché ha osato difendere 87.000 posti di lavoro e farsi interprete del disagio di migliaia di insegnanti precari. Per l'introduzione del maestro unico e il conseguente aggiornamento professionale degli insegnanti, che hanno consolidato negli anni la propria specializzazione in determinate discipline, non sono stati previsti adeguati investimenti finanziari e di tempo; sarebbe infine stato opportuno che la riforma fosse concertata in sede di Conferenza Stato-Regioni, affinché l'istruzione pubblica possa continuare ad essere garantita in tutti i Comuni dislocati sul territorio italiano. (Applausi dai Gruppi PD e IdV. Congratulazioni).
D'AMBROSIO LETTIERI (PdL). Con serietà e determinazione il Governo ha proposto una riforma della scuola che valorizza gli studenti e incentiva il merito, l'efficienza e l'equità. Essa non opera tagli, ma provvede ad una necessaria razionalizzazione della spesa, dal momento che la scuola non può essere considerata un ammortizzatore sociale finalizzato a garantire l'occupazione degli insegnanti. Inoltre, farà risparmiare soldi alle famiglie grazie alla norma sui libri di testo. L'opposizione, invece, radicalizza i toni del dibattito e sobilla in modo demagogico i giovani che protestano, spesso in modo poco consapevole, occupando scuole e stazioni ferroviarie e impedendo agli altri studenti di seguire le lezioni. Il Governo, forte del consenso popolare diffuso, non deve farsi impressionare dalle proteste studentesche, che si ripetono puntualmente ogni anno a danno di qualsiasi Ministro che tenti di superare l'immobilismo della pubblica istruzione, e deve dunque perseverare nel suo progetto riformatore. (Applausi dal Gruppo PdL).
 
PRESIDENTE. Esprime apprezzamento per l'approfondimento e la passione degli interventi e dà atto della presenza costante in Aula del ministro Gelmini. (Applausi dal Gruppo PdL).
LANNUTTI (IdV). Il Governo, inebriato dai sondaggi favorevoli, si mostra sordo alle proteste in atto contro una riforma deleteria, che mette gravemente in discussione le prospettive future del Paese e dei giovani. L'Esecutivo, infatti, non esita a trovare le risorse per aiutare le banche in crisi, ma lesina fondi sulla scuola, si disinteressa del futuro lavorativo degli insegnanti precari e taglia le risorse per le Università, che dovranno aumentare pesantemente le rette o trasformarsi in fondazioni private. Si tornerà così ai tempi dello Statuto albertino, quando l'istruzione era appannaggio dei soli abbienti, smantellando di fatto il diritto costituzionale all'istruzione, reso concreto grazie alle battaglie del 1968. Ben presto i lavoratori sempre più impoveriti, i precari e gli studenti si desteranno dallo stato di torpore indotto dai mezzi di comunicazione e si accorgeranno della vanità delle promesse della destra e della loro distanza dalla concreta realtà dei fatti. (Applausi dai Gruppi IdV e PD. Congratulazioni).
BLAZINA (PD). Le scuole di lingua slovena dislocate nelle varie province del Friuli rappresentano un importante strumento di conservazione della cultura e di integrazione delle minoranze linguistiche. Desta dunque preoccupazione il fatto che nel provvedimento in esame non siano presenti sufficienti garanzie a tutela di tali istituti e del diritto delle minoranze linguistiche di avere un insegnamento nella lingua madre, garantito dalla Costituzione e sancito anche dalle convenzioni bilaterali in materia. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).
 
Presidenza del vice presidente CHITI
BEVILACQUA (PdL). Le attuali manifestazioni di piazza, strumentalizzate dalla sinistra e dai sindacati attraverso una vera e propria operazione di mistificazione della verità, contestano una riforma che valorizza il rigore e il merito e provvede alla riqualificazione della spesa: tutti i Ministri che hanno tentato di riformare la pubblica istruzione, del resto, sono stati oggetto di contestazioni. Se dunque l'impianto riformatore e le novità introdotte sono senz'altro da apprezzare, sarebbe stato meglio evitare di porre la questione di fiducia alla Camera dei deputati, per consentire di discutere il merito del provvedimento e apportare alcune migliorie al testo. Sarebbe infatti opportuno specificare meglio la norma relativa all'insegnamento dell'educazione civica e introdurre anche nelle scuole medie un giudizio da affiancare al voto espresso in decimali. È da valutare positivamente l'introduzione della figura del maestro unico, dal momento che la scuola non può essere considerata un ammortizzatore sociale, ma sarebbe stato più rispondente alla realtà chiamarlo maestro prevalente. Occorre inoltre definire attraverso quale percorso si potrà accedere all'insegnamento d'ora in avanti e rivedere la norma che prevede l'inserimento nelle ultime posizioni della graduatoria degli insegnanti che tornano nella Regione d'origine dopo un'esperienza di insegnamento fuori Regione. (Applausi dal Gruppo PdL e della senatrice Aderenti).
BERTUZZI (PD). La discussione all'interno del Paese sul provvedimento in esame continuerà ad essere serrata, perché la scuola pubblica italiana, le famiglie e gli Enti locali avranno grandi difficoltà ad assorbire i contraccolpi delle misure, dei tagli e della sostanziale riduzione dell'offerta formativa in esso previsti. Come sindaco di un piccolo Comune, invita dunque il Ministro a confrontarsi direttamente con gli enti territoriali e con le famiglie, per comprenderne le richieste e le reali esigenze e capire le conseguenze negative del provvedimento sulla qualità e sulla quantità dell'offerta scolastica, sull'accesso alla scuola dell'infanzia, sul sostegno agli alunni in difficoltà e sulla concreta organizzazione della vita di moltissime famiglie italiane. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).
POSSA (PdL). Il Presidente della Repubblica, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico, ha richiamato la scuola al dovere di contribuire al contenimento della spesa pubblica. Il provvedimento in discussione razionalizza la spesa scolastica attraverso l'introduzione progressiva dell'insegnante prevalente, che incarna un modello pedagogico di immutata validità, e prevede un tempo scuola di ventiquattro ore settimanali con possibilità di opzioni alternative. Il tempo pieno non sarà eliminato e non vi saranno licenziamenti. Norme più severe di valutazione del comportamento, giustificate dalla diffusione di episodi di bullismo e vandalismo, e l'introduzione di voti numerici espressi in decimi, più comprensibili, riscuotono ampio consenso nelle famiglie. Le divergenze tra maggioranza e opposizione evidenziate dal provvedimento hanno natura politica e culturale, rinviando a concezioni differenti della scuola e della società. Per decenni le riforme scolastiche sono state ispirate prevalentemente dalla cultura di sinistra: il decreto-legge esprime finalmente un'ideologia di centrodestra, che appare più adatta a rispondere alle esigenze di competitività dell'economia globale (Applausi dal Gruppo PdL).
ASTORE (IdV). Una riforma presuppone un disegno organico ispirato a un progetto complessivo: il decreto-legge è invece una somma di interventi, legati esclusivamente dalla logica del risparmio economico, che sottraggono alla scuola risorse, personale, tempo e attività. L'approccio contabile all'istruzione mortifica lo sviluppo civile e offende un corpo insegnante mal pagato e ingiustamente dipinto come un esercito di fannulloni. La soppressione del maestro di sostegno e l'ipotesi di introdurre classi separate per stranieri ledono i principi di eguaglianza e di dignità della persona, mentre l'eliminazione di una pluralità di docenti nella scuola primaria è un'operazione regressiva che demolisce uno dei sistemi di istruzione più avanzati nel mondo e più rispondente alla complessità della società contemporanea. Il riordino scolastico nelle zone di montagna tradisce infine un'impostazione dirigista, che usurpa le competenze di Regioni ed enti locali. (Applausi dai Gruppi IdV e PD).
ADERENTI (LNP). Con la consueta presunzione di superiorità morale e culturale la sinistra, che si ritiene unica depositaria delle buone pratiche di integrazione, ha accusato il Governo di razzismo e di fascismo. Tuttavia, la socialità di per sé non garantisce conoscenze ai bambini stranieri: l'apprendimento della lingua italiana è invece la condizione indispensabile per l'inserimento nella scuola, così come nella società e nel mondo del lavoro. Confondendo l'egualitarismo con le pari opportunità e perseguendo la relativizzazione delle radici culturali fin dai banchi di scuola la sinistra ha pesantemente condizionato l'attività scolastica e provocato il progressivo spostamento degli scolari italiani verso gli istituti privati e paritari, facendo nascere nelle scuole pubbliche classi di soli bambini stranieri, che sono le vere classi ghetto. La sinistra ignora i valori del rigore e del merito, rinnega la precedente politica di risanamento del bilancio, finge di non comprendere che l'uso del grembiule o l'obbligo di divisa scolastica azzerano le differenze di censo e sono indice di appartenenza ad una comunità. La strumentalizzazione dei bambini da parte delle organizzazioni sindacali e il protagonismo protestatario dei genitori dimostrano d'altronde quanto sia grave la perdita del rispetto dei ruoli. Il decreto-legge contiene misure apprezzabili quali l'inserimento dello studio della Costituzione e degli Statuti regionali, che valorizza le identità territoriali; il voto in condotta, che restituisce uno strumento sanzionatorio ai docenti; la valutazione in decimi, che ha il pregio della semplicità e della chiarezza; il modulo dell'insegnante prevalente, una scelta di merito, non dettata da motivi economici, per superare un modello incapace di impartire un insegnamento unitario e coerente; l'impegno delle casi editrici a non modificare i testi per consentire risparmi alle famiglie. Le sedi scolastiche, anche nei piccoli centri, non saranno chiuse, il tempo pieno sarà mantenuto e le Commissioni parlamentari esprimeranno un parere su regolamenti e circolari attuative. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL. Molte congratulazioni).
LATRONICO (PdL). Il mondo della scuola ha accumulato nel corso degli ultimi anni ritardi e problemi ed una sua organica riforma, da attuarsi se possibile con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, è attesa dalle famiglie italiane e rappresenta un dovere verso le nuove generazioni. Le dure ed ingenerose critiche rivolte dall'opposizione sulle azioni promosse dal Governo in materia di istruzione e università hanno impedito qualunque forma di confronto sul merito del provvedimento, il quale contiene misure valide e condivisibili, come l'aumento del tempo pieno e la reintroduzione della figura del maestro prevalente nelle scuole primarie, il quale garantirà agli studenti un unitario punto di riferimento pedagogico. Respinge infine la critica secondo cui il Governo intenderebbe mettere mano al settore della scuola al solo scopo di reperire risorse attraverso tagli indiscriminati, posta al contrario la volontà di riorganizzare in modo nuovo e innovativo il personale e le competenze. (Applausi dal Gruppo PdL).
FRANCO Vittoria (PD). La politica del Governo in materia di istruzione e università è fallimentare e concepisce i tagli alle risorse economiche come unica strada per riformare il sistema didattico. Il provvedimento in esame provocherà un impoverimento del sistema di istruzione e un indebolimento dell'intero sistema Paese in quanto tende a restaurare il modello organizzativo scolastico vigente fino al 1990, anno in cui fu promossa una riforma improntata al principio di laicità dell'istruzione e concepita non già a causa di pressioni sindacali, ma piuttosto per innovare il mondo della scuola attraverso l'introduzione di strumenti di formazione più appropriati. Che il provvedimento sia finalizzato unicamente a ridurre i costi è testimoniato da misure come la reintroduzione della figura del maestro unico nelle scuole primarie, che certo non accrescerà la qualità della didattica. Esprime infine ferma contrarietà in ordine alla riduzione dell'orario scolastico a 24 ore, la quale creerà difficoltà e impedimenti alle madri lavoratrici e ai bambini che hanno una provenienza sociale svantaggiata. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).
 
Presidenza del presidente SCHIFANI
QUAGLIARIELLO (PdL). Il Governo ha ricevuto dagli elettori un ampio mandato ed è pertanto legittimato ad affrontare le grandi emergenze nazionali, tra le quali vi è senza dubbio quella della scuola, la cui riforma deve muovere dall'esigenza di corrispondere ai reali fabbisogni degli studenti e non da un'astratta visione dell'istruzione come bene pubblico. In tale ottica, appaiono pienamente legittime le cosiddette classi ponte, volte ad evitare che un bambino straniero possa diventare un disadattato in quanto privo del sostegno necessario, e vanno considerate scellerate alcune delle scelte generate dal Sessantotto, che hanno svuotato il principio di autorità tra alunni e docenti, determinato il progressivo scadimento dell'offerta formativa ed eroso il principio della meritocrazia. È inoltre deprecabile l'eccessiva sindacalizzazione del mondo scolastico che ha finito per rendere la scuola un ammortizzatore sociale, serbatoio di posti da assegnare, piuttosto che una risorsa per il futuro del Paese; allo stesso modo, il modesto livello retributivo riconosciuto alla classe docente, anche a causa delle assunzioni di massa, ha contribuito al progressivo logoramento della considerazione sociale della figura dell'insegnante. Per tali ragione, la scuola necessita di una profonda e radicale riforma e incomprensibili appaiono le tanto dure ed accanite critiche rivolte al provvedimento, dettate per lo più da resistenze ideologiche, strutturali e corporative al cambiamento e da una spregevole campagna di disinformazione sui contenuti dell'iniziativa governativa. Tra le principali novità introdotte, il ritorno al maestro unico nella scuola primaria rappresenta la scelta pedagogica più seria e responsabile, oltre a costituire una necessità imposta dalla difficile congiuntura economica. Anche la reintroduzione del voto in condotta e la sostituzione dei giudizi con i voti espressi in decimali sono misure opportune per attribuire rinnovata dignità al mondo della scuola. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Congratulazioni. Commenti dal Gruppo PD).
 
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione generale.
GELMINI, ministro dell'istruzione, università e ricerca. I dati sulla scuola esposti alla 7a Commissione in occasione dell'illustrazione delle linee programmatiche, che hanno contribuito a definire l'agenda politica del Dicastero dell'istruzione su cui sembrava potersi fondare un comune tavolo di confronto, impongono una vasta opera riformatrice del settore scolastico, secondo una visione pedagogica fortemente orientata allo sviluppo delle potenzialità degli studenti. Appaiono pertanto prive di fondamento le proteste sollevatesi in questi giorni, istigate da un'opposizione che intende trasformare la scuola italiana in un terreno di scontro, riproponendo le aberrazioni di una contestazione violenta e improduttiva, contro cui si è espresso lo stesso Presidente della Repubblica. Alla sterile difesa dello status quo, portata avanti attraverso una campagna terroristica volta a generare un allarmismo ingiustificato, il Governo intende reagire proseguendo responsabilmente nel proprio lavoro e convocando le associazioni di studenti ed insegnanti per costruire insieme un confronto sereno sulle questioni concrete trattate nel decreto-legge. Sul provvedimento, infatti, sono state diffuse informazioni false e demagogiche, rinnegando perfino i contenuti del Libro bianco redatto dal precedente Esecutivo, al solo scopo di fare strumentalmente della scuola il terreno dello scontro politico contro il Governo. Esso rappresenta invece il primo passo verso una complessiva ristrutturazione del comparto scuola: è a questo obiettivo che sono orientate disposizioni come il rafforzamento dell'educazione civica, il ritorno al voto in condotta, deterrente necessario ancorché non sufficiente per rispondere ai sempre più frequenti episodi di bullismo, la regolamentazione nel campo dei libri di testo, il recupero di un sistema valutativo chiaro e trasparente, la sospensione delle iscrizioni alle scuole di specializzazione per l'istruzione secondaria, vicoli ciechi nell'attuale situazione di stallo delle graduatorie, la razionalizzazione delle risorse, anche al fine di consentire la valorizzazione del merito, la predisposizione di un piano di edilizia scolastica. Confortata anche dalle ragionevoli dichiarazioni di autorevoli esponenti del centrosinistra, il Ministro intende continuare l'opera riformatrice intrapresa, recuperando gli elementi positivi introdotti dai Governi precedenti, al fine di assicurare la libertà di ciascuno in una scuola aperta a tutti. (Vivi, prolungati applausi dai Gruppi PdL e LNP. Molte congratulazioni. Reiterati commenti e proteste dai banchi dell'opposizione).
 
PRESIDENTE. Poiché sono state avanzate alcune richieste di non passare all'esame degli articoli, propone di rinviare la discussione sulle stesse alla seduta pomeridiana.
 
FINOCCHIARO (PD). Insiste affinché si proceda all'illustrazione delle proposte di non passaggio all'esame degli articoli.
MORANDO (PD). Ai sensi dell'articolo 96 del Regolamento, chiede che non si passi all'esame degli articoli onde consentire un approfondimento degli aspetti inerenti la copertura del disegno di legge in esame. Infatti, come appare chiaro dalla Nota tecnica del Ministero dell'economia, bollinata dalla Ragioneria dello Stato, gli oneri derivanti dal pagamento delle due ore aggiuntive di insegnamento prestate dal maestro unico sono correlati ai risparmi di spesa conseguiti dall'applicazione dello specifico intervento, a valere su una quota pari al 30 per cento delle economie da destinare alla scuola, ai sensi dell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008. Il Governo, su richiesta della Commissione bilancio, ha presentato una tabella che chiede sia allegata agli atti della seduta (v. Allegato B), nella quale sintetizza lo schema degli oneri e dei risparmi derivanti dall'introduzione della figura del maestro unico in 10.000 classi. In tale tabella si ipotizza un'economia per il 2009 pari a circa 15,2 milioni di euro, cui corrisponde un onere per le due ore aggiuntive pari a 10.136.000 euro; tuttavia, poiché in realtà le classi interessate sono quasi il doppio di quelle previste nella tabella o si sta suggerendo che la figura del maestro unico sarà introdotta solo in alcune di esse (e in questo caso occorrerebbe specificare i criteri in base ai quali si sceglieranno tali classi), oppure il provvedimento risulta scoperto, in quanto gli oneri derivanti dall'incremento delle ore di insegnamento devono essere raddoppiati. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).
 
PRESIDENTE. Rinvia il seguito della discussione del disegno di legge alla seduta pomeridiana. Dà annunzio degli atti di sindacato ispettivo pervenuti alla Presidenza (v. Allegato B) e toglie la seduta.
 
La seduta termina alle ore13,31 .
   Seguito della discussione del disegno di legge:
(1108) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (Approvato dalla Camera dei deputati)
PRESIDENTE. Ricorda che nella seduta antimeridiana si è conclusa la discussione generale, ha avuto luogo la replica del rappresentante del Governo ed è stata illustrata una proposta di non passare all'esame degli articoli.
RUSCONI (PD). Chiede il non passaggio all'esame degli articoli per esaminare nuovamente il testo in Commissione e consentire una più approfondita riflessione, anche alla luce degli annunciati incontri del Ministro con insegnanti e studenti. Ciò è ancor più opportuno a seguito delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, volte a smentire l'inoppugnabile dato relativo al numero di esuberi derivanti dal decreto, e dell'opinione espressa dallo stesso premier e dal ministro Gelmini a proposito del maestro prevalente, la cui istituzione in luogo del maestro unico è stata proposta in Commissione da un emendamento dell'opposizione, bocciato però dalla maggioranza. È necessaria una più ponderata discussione anche a proposito della norma sull'insegnamento dell'educazione civica, per cui andrebbero espressamente stabiliti un monte ore, un insegnante di riferimento e l'assegnazione di un voto in pagella. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Pardi).
INCOSTANTE (PD). Chiede di non passare all'esame degli articoli del provvedimento, che opera una pesante riduzione dell'offerta formativa e che dunque affievolisce la tutela di un diritto costituzionalmente garantito al solo fine di ridurre i costi. È infatti necessario che il Governo ascolti le proteste diffuse di insegnanti e studenti, mossi da un disagio reale e non certo sobillati dalla sinistra, ricercando una fruttuosa interlocuzione e una sintesi dialettica delle diverse posizioni. Il provvedimento lede inoltre gli spazi di autonomia delle istituzioni scolastiche e degli enti locali, ed è quindi opportuno un confronto con la Conferenza unificata e con la Conferenza nazionale della pubblica istruzione, che invece non è stato effettuato. Il Governo deve assumersi la responsabilità di prendere decisioni, ma dopo un ponderato percorso di ascolto e di confronto, altrimenti l'autorevolezza rischia di confondersi con l'autoritarismo. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).
PROCACCI (PD). Sebbene abbia svolto un intervento più confacente ad un Capogruppo di maggioranza che ad un Ministro, nella replica di questa mattina l'onorevole Gelmini ha espresso una volontà di dialogo con il mondo della scuola che può contribuire a stemperare la tensione. Tale prospettiva giustifica la richiesta di non passaggio all'esame degli articoli. (Applausi dal Gruppo PD).
DI GIOVAN PAOLO (PD). Condivide la richiesta di un rinvio che consentirebbe approfondimenti nell'ambito di una Conferenza nazionale sulla scuola. (Applausi dal Gruppo PD).
GARAVAGLIA Massimo (LNP). Nel dichiararsi contrario alla richiesta di rinvio coglie l'occasione per replicare alle osservazioni svolte questa mattina dal senatore Morando. La Nota della Ragioneria dello Stato che fa riferimento alla tabella del Ministero dell'istruzione prudenzialmente sovrastima gli oneri aggiuntivi derivanti dal passaggio a 24 ore di insegnamento, poiché di fatto gli insegnanti già prestano due ore in più per funzioni di coordinamento e la loro retribuzione attuale è già parametrata alle 36 ore di un pari livello nel pubblico impiego. Inoltre la relazione computa dal mese di settembre anziché dal mese di giugno gli effetti della riforma in termini di risparmi. La copertura del provvedimento è dunque assicurata. Difendendo l'occupazione esistente piuttosto che la qualità del lavoro, e opponendosi ad una riforma che consente di retribuire meglio gli insegnanti, la sinistra abdica alla sua vocazione progressista e rivela una natura conservatrice. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).
LEGNINI (PD). Compito del Senato non è ripetere i conti della Ragioneria dello Stato ma prendere atto che l'articolo 4 è privo di copertura: le scuole interessate dal provvedimento sono circa il doppio rispetto alle previsioni, i risparmi saranno destinati al pagamento delle ore di insegnamento aggiuntive del maestro unico e non vi saranno risorse disponibili da destinare all'aumento degli stipendi degli insegnanti. Per ragioni che toccano profili di competenza delle Commissioni affari costituzionali, bilancio e istruzione condivide la richiesta di non passaggio agli articoli. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).
AZZOLLINI (PdL). Non nega che la tabella del Ministero della pubblica istruzione abbia potuto offrire alla Ragioneria dello Stato elementi di preoccupazione. Tuttavia, se ci si attiene alle norme, il provvedimento risulta adeguatamente coperto anche nel caso in cui le classi interessate fossero ventimila perché l'intero risparmio conseguito dal mancato reintegro del turnover degli insegnanti, e non solo il 30 per cento, è destinato a tale obiettivo. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).
D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Stando ai rilievi del Servizio del bilancio del Senato la copertura non è reale perché gli oneri della riforma saranno verificati ex post. In ogni caso, per non contraddire il segnale di apertura trasmesso questa mattina agli studenti e alle famiglie, il Ministro dovrebbe accogliere la richiesta di non passaggio agli articoli. Mentre le riunioni al Viminale fanno crescere il numero dei manifestanti, un breve rinvio del provvedimento sarebbe una decisione ragionevole e consentirebbe di valutare l'impatto finanziario dell'articolo 4 sul bilancio dei Comuni, chiamati a integrare la spesa statale per garantire l'offerta formativa nel tempo prolungato. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).
 
Con votazione e controprova, chiesta dal senatore MORANDO (PD), il Senato respinge la proposta di non passaggio all'esame degli articoli. (Proteste dai banchi dell'opposizione sulla regolarità delle operazioni di voto).
 
STIFFONI, segretario. Dà lettura del parere della Commissione bilancio sul testo del disegno di legge e sugli emendamenti. (v. Resoconto stenografico).
PRESIDENTE. Passa all'esame degli ordini del giorno.
PIZZA, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Esprime parere favorevole sugli ordini del giorno G100, G101, G102, G103, G200, G104, G105, G205, G106, G206 e G108. Esprime parere contrario sugli ordini del giorno G201, G202 e G203 (testo 2). Il Governo è pronto ad accogliere come raccomandazione gli ordini del giorno G208 e G207 e ad accogliere l'ordine del giorno G107 nel caso in cui venga riformulato inserendo la clausola dell'assenza di oneri per lo Stato.
 
SERAFINI Anna Maria (PD). Accetta la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G107 suggerita dal Governo.
PRESIDENTE. Essendo stati accolti dal Governo, non vengono posti in votazione gli ordini del giorno G100, G101, G102, G103, G200, G104, G107 (testo 2), G105, G205, G106, G206 e G108.
PORETTI (PD). L'ordine del giorno G201 impegna il Governo a inserire l'informazione sessuale come materia obbligatoria nei programmi delle scuole medie inferiori e superiori, con particolare riferimento ai metodi contraccettivi e al riconoscimento dei diversi orientamenti sessuali. Dichiara la disponibilità ad accettare una proposta di riformulazione del testo dell'ordine del giorno, purché sia accolto dal Governo e venga fatta educazione sessuale nelle scuole.
 
Il Senato respinge l'ordine del giorno G201.
PERDUCA (PD). Invita l'Aula ad approvare gli ordini del giorno G202 e G203 (testo 2), rilevando in particolare l'esigenza che la frequenza o meno all'insegnamento della religione cattolica non costituisca fattore di discriminazione tra gli studenti ai fini della determinazione del credito scolastico.
 
Il Senato respinge gli ordini del giorno G202 e G203 (testo 2).
 
MUSI (PD). Accetta l'accoglimento come raccomandazione degli ordini del giorno G207 e G208.
PRESIDENTE. Passa all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge, avvertendo che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire, nel testo comprendente le modificazioni apportate dalla Camera dei deputati. Procede quindi all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, ricordando che la Commissione bilancio ha espresso, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, parere contrario sugli emendamenti 1.3, 1.25, 1.26, 1.28, 1.6, 1.21, 1.22, 1.23, 1.32, 1.13 e parere condizionato sugli emendamenti 1.24 e 1.2.
 
RUSCONI (PD). L'emendamento 1.25 intende rendere l'educazione civica una materia di insegnamento a tutti gli effetti, prevedendo un monte ore annuo di 33 ore per almeno tre annualità, senza tuttavia che ciò comporti oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato.
 
GARAVAGLIA Mariapia (PD). L'emendamento 1.26 è teso ad attivare azioni di formazione del personale impegnato nell'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole.
 
MARCUCCI (PD). Illustra il contenuto degli emendamenti 1.16, 1.30 e 1.24, tesi a meglio specificare i criteri e le modalità applicative relative all'insegnamento della disciplina «Cittadinanza e Costituzione».
 
SOLIANI (PD). L'emendamento 1.38 è teso a ricondurre nell'ambito dell'educazione civica anche lo studio della Dichiarazione universale dei diritti umani, della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e del Trattato di Lisbona. Con l'emendamento 1.37 si intende invece consentire a tutti i docenti, e non soltanto a quelli operanti nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale, di poter insegnare l'educazione civica, mentre l'emendamento 1.35 è finalizzato all'attivazione all'interno delle scuole di percorsi di democrazia partecipativa e deliberativa a livello locale. L'emendamento 1.15 è infine volto a promuovere l'attivazione nelle scuole di iniziative per lo studio degli statuti regionali e provinciali.
 
VITA (PD). Illustra gli emendamenti a sua firma, volti a meglio specificare il contenuto e i criteri dell'insegnamento dell'educazione civica.
 
SERAFINI Anna Maria (PD). Illustra il contenuto degli emendamenti a sua firma, volti a promuovere nelle scuole l'insegnamento della dimensione europea della cittadinanza.
 
PROCACCI (PD). Con l'emendamento 1.39 si intende rendere obbligatorio l'insegnamento dell'educazione civica per un'ora alla settimana, mentre l'emendamento 1.36 è teso a sostenere lo studio nelle scuole degli statuti regionali e comunali.
 
BASTICO (PD). L'emendamento 1.31 prevede che le istituzioni scolastiche inseriscano nel proprio piano dell'offerta formativa progetti ed iniziative volti alla prevenzione del fenomeno del precoce consumo di sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche da parte degli adolescenti.
 
PIZZA, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Pur apprezzando l'intento di molte proposte di modifica, per rispettare i tempi di conversione del decreto-legge esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 1, ad eccezione dell'emendamento 1.31, che invita la presentatrice a trasformare in ordine del giorno.
 
 Con votazioni nominali elettroniche, chieste dal senatore GIAMBRONE (IdV), il Senato respinge gli emendamenti 1.4 e 1.5. Con votazione nominale elettronica, chiesta ai sensi dell'articolo 102-bis del Regolamento dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge l'emendamento 1.26. Il Senato respinge altresì l'emendamento 1.27. Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge l'emendamento 1.16 (identico all'emendamento 1.7). (Reiterate proteste dai banchi dell'opposizione sulla correttezza delle operazioni di voto).
 
PRESIDENTE. Gli emendamenti 1.25 e 1.28 sono improcedibili.
 
BARBOLINI (PD). Chiede al Presidente di vigilare sulla correttezza delle votazioni, dato che risultano aver votato senatori della maggioranza assenti dall'Aula.
 
PRESIDENTE. Rassicura sull'impegno della Presidenza per il corretto svolgimento delle votazioni, pur rilevando l'ampio scarto tra i voti favorevoli e quelli contrari.
 
Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge l'emendamento 1.17 prima parte, con conseguente preclusione della restante parte e degli emendamenti 1.1 e 1.8.
 
LEGNINI (PD). Il richiamo del Presidente per un corretto svolgimento delle votazioni non pare aver sortito alcun effetto. Chiede pertanto maggiore vigilanza e il sequestro delle schede il cui possessore non è presente in Aula.
 
PRESIDENTE. La Presidenza procederà in tal senso.
 
Con votazione nominale elettronica, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge l'emendamento 1.18. (Proteste dai banchi dell'opposizione sulla regolarità delle operazioni di voto).
 
LEGNINI (PD). Chiede nuovamente alla Presidenza di requisire le schede lasciate inserite nel dispositivo di voto da senatori non presenti in Aula. La mancata adozione di tale misura potrebbe costituire un pericoloso precedente.
 
PRESIDENTE. I senatori Segretari stanno procedendo alla verifica di eventuali irregolarità nelle votazioni.
 
QUAGLIARIELLO (PdL). Invita i senatori dell'opposizione a mantenere un tono pacato e un atteggiamento maggiormente flessibile: nel corso di lunghe sedute, infatti, i senatori devono disporre di un minimo di libertà di movimento all'interno dell'Aula.
 
Con votazioni nominali elettroniche, chieste dal senatore GIAMBRONE (IdV) e dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge gli emendamenti 1.9, 1.10, 1.19 e 1.20. Con votazione e controprova, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE, risulta respinto l'emendamento 1.38. Il Senato respinge quindi l'emendamento 1.37.
Con votazione nominale elettronica, chiesta dal senatore GIAMBRONE (IdV) ai sensi dell'articolo 102-bis del Regolamento, il Senato respinge l'emendamento 1.6, identico all'emendamento 1.21. (Proteste dai banchi dell'opposizione sulla regolarità delle operazioni di voto).
 
PRESIDENTE. Chiede ai senatori Segretari di procedere al ritiro delle schede lasciate incustodite. (Viene estratta una scheda dai banchi della maggioranza. Applausi dai Gruppi PD e IdV).
 
LANNUTTI (IdV). Considerata anche la rilevante disparità numerica tra maggioranza e opposizione, il fatto che senatori fisicamente assenti dall'Aula continuino a risultare formalmente presenti e a votare lancia un segnale moralmente riprovevole alla società, dove invece accade che si licenzino operai sorpresi a timbrare al posto dei colleghi. (Applausi dai Gruppi IdV e PD).
Sull'incidente che ha coinvolto un elicottero dell'Aeronautica militare
PINOTTI (PD). Rende partecipe l'Assemblea delle notizie di stampa relative ad un incidente che avrebbe coinvolto un elicottero dell'Aeronautica militare italiana durante un'esercitazione nei pressi di Strasburgo.
 
PRESIDENTE. La Presidenza informerà l'Assemblea non appena saranno disponibili notizie certe sull'accaduto.
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1108
 
Con votazioni nominali elettroniche, chieste dalla senatrice INCOSTANTE (PD) ai sensi dell'articolo 102-bis del Regolamento, il Senato respinge gli emendamenti 1.22 e 1.23. Con votazione nominale elettronica, chiesta dal senatore PROCACCI (PD), il Senato respinge l'emendamento 1.39. Con votazione e controprova, chiesta dalla senatrice INCOSTANTE, risulta respinto l'emendamento 1.30. Con votazioni nominali elettroniche, chieste dalla senatrice INCOSTANTE e dal senatore MORANDO (PD), sono respinti gli emendamenti 1.29, 1.11 e 1.35. Il Senato respinge l'emendamento 1.14.
 
PRESIDENTE. Gli emendamenti 1.32 e 1.24 (identico all'1.2) sono improcedibili. Il rappresentante del Governo ha chiesto la trasformazione in ordine del giorno dell'emendamento 1.31.
 
BENEDETTI VALENTINI (PdL). Suggerisce la soppressione della parola "precoce" nel testo dell'emendamento da trasformare in ordine del giorno.
 
BASTICO (PD). Modifica il testo dell'emendamento nel senso indicato dal senatore Benedetti Valentini e accoglie l'invito a trasformarlo nell'ordine del giorno G1.1000. (v. Allegato A).
 
PRESIDENTE. L'ordine del giorno, accolto dal Governo, non viene posto in votazione.
 
Con votazioni nominali elettroniche, chieste dal senatore GIAMBRONE (IdV) e dalla senatrice INCOSTANTE (PD), risultano respinti gli emendamenti 1.12 e 1.36. Il Senato respinge gli emendamenti 1.33 prima parte (con conseguente preclusione della seconda parte e dell'emendamento 1.15) e 1.34. Con votazione nominale elettronica, chiesta dal senatore GIAMBRONE (IdV) ai sensi dell'articolo 102-bis del Regolamento, il Senato respinge l'emendamento 1.13.
 
PRESIDENTE. L'emendamento 1.3 è improcedibile. Sospende brevemente la seduta.
 
La seduta, sospesa alle ore 18, è ripresa alle ore 18,25.
Sull'incidente che ha coinvolto un elicottero dell'Aeronautica militare
PRESIDENTE. Informa l'Assemblea che, secondo fonti della Difesa, tuttavia ancora non ufficiali, nell'incidente che ha coinvolto un elicottero dell'Aeronautica militare impegnato in un'esercitazione in Francia sono deceduti otto militari italiani. Non appena si avranno conferme ufficiali, esse saranno comunicate all'Assemblea.
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1108
 
PIZZA, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Accoglie gli ordini del giorno G1.100, G1.101 e G1.102.
 
PRESIDENTE. Passa agli emendamenti e agli ordini del giorno riferiti all'articolo 2 del decreto-legge.
 
GARAVAGLIA Mariapia (PD). L'emendamento 2.15 mira a sopprimere l'articolo 2, che invade una materia, quella della scelta sulle sanzioni disciplinari da comminare agli studenti, di stretta pertinenza degli insegnati. Il Governo vi interviene direttamente senza neppure consentire una pacata discussione in materia.
 
PIZZA, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Propone la trasformazione in ordine del giorno dell'emendamento 2.18 ed esprime parere contrario sui restanti emendamenti.
 
Con votazioni nominali elettroniche, chieste dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge gli emendamenti 2.15 (identico all'emendamento 2.1), 2.14, 2.10 prima parte (con conseguente preclusione della restante parte e degli emendamenti 2.3 e 2.4) e 2.16. Il Senato respinge l'emendamento 2.17.
 
LEGNINI (PD). Accetta la trasformazione dell'emendamento 2.18 nell'ordine del giorno G2.18. (v. Allegato A).
 
PRESIDENTE. L'ordine del giorno G2.18, accolto dal Governo, non viene posto in votazione.
 
FRANCO Vittoria (PD). Ritira l'emendamento 2.11.
 
Con votazioni nominali elettroniche, chieste dai senatori INCOSTANTE (PD) e GIAMBRONE (IdV), il Senato respinge gli emendamenti 2.12 (identico all'emendamento 2.2), 2.13 (identico all'emendamento 2.6), 2.24 (identico all'emendamento 2.5), 2.9 (identico all'emendamento 2.22), 2.20, 2.23, 2.8, 2.25, 2.26 e 2.7. Il Senato respinge gli emendamenti 2.21 e 2.19.
 
PIZZA, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Esprime parere favorevole sugli ordini del giorno G2.100, G2.101 e G2.102.
 
PRESIDENTE. Passa all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 3 del decreto-legge, ricordando che la Commissione bilancio ha espresso, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, parere contrario all'emendamento 3.53 e parere condizionato sugli emendamenti 3.28, 3.26, 3.27, 3.50, 3.32 e 3.51.
 
RUSCONI (PD). Illustra gli emendamenti di cui è primo firmatario, sottolineando l'importanza di contrastare la dispersione scolastica, specialmente nelle zone più degradate del Paese.
 
BASTICO (PD). L'emendamento 3.50 prevede che gli alunni delle scuole medie, prima di essere bocciati, siano oggetto di specifici interventi di integrazione e recupero. L'emendamento 3.52 valorizza il ruolo dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) per diffondere criteri di valutazione omogenei sull'intero territorio nazionale.
 
PERDUCA (PD). L'emendamento 3.100 dà la possibilità di promuovere, con decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe, anche studenti che abbiano una valutazione inferiore ai sei decimi in un massimo di due discipline.
 
FRANCO Vittoria (PD). Ritira l'emendamento 3.38.
Sull'incidente che ha coinvolto un elicottero dell'Aeronautica militare
PRESIDENTE. È purtroppo giunta conferma del decesso di otto militari italiani nello schianto di un elicottero dell'Aeronautica militare precipitato in Francia. Invita dunque l'Aula ad osservare un minuto di raccoglimento, a seguito del quale sospenderà la seduta per cinque minuti. (Il Presidente si leva in piedi e con lui tutta l'Assemblea, che osserva un minuto di raccoglimento).

La seduta, sospesa alle ore 18,43, è ripresa alle ore 18,50.
Sui lavori del Senato
ZANDA (PD). Chiede di togliere la seduta una volta terminata la votazione degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 3, per consentire al Gruppo di far fronte ad alcune incombenze senza pregiudicare l'efficace andamento dei lavori.
QUAGLIARIELLO (PdL). Visto l'ordinato e spedito andamento dei lavori non ha nulla in contrario all'accoglimento della proposta del senatore Zanda.
BRICOLO (LNP). Non è contrario alla proposta, purché la chiusura anticipata della seduta contribuisca a creare un clima migliore per i lavori in Aula sul decreto e non serva invece dai parlamentari di opposizione per partecipare strumentalmente alle manifestazioni di piazza in corso di svolgimento davanti al Senato. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).
BELISARIO (IdV). Concorda con la proposta del senatore Zanda e ribadisce che ogni parlamentare è libero di portare la propria solidarietà ai manifestanti. (Applausi dai Gruppi IdV e PD).
D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Auspicando che la discussione prosegua in maniera pacata, concorda con la proposta del senatore Zanda e ritiene che la libertà dei parlamentari di partecipare alle manifestazioni non possa essere conculcata. (Applausi del senatore Perduca).
 
PRESIDENTE. Stante l'accordo dei Gruppi parlamentari, la seduta verrà tolta dopo la votazione degli emendamenti all'articolo 3.
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1108
 
PROCACCI (PD). L'emendamento 3.48 mira ad affiancare, anche nella scuola media, un giudizio analitico al giudizio numerico sull'alunno. Le altre proposte emendative che intervengono sul comma 3 consentono l'ammissione alla classe successiva o agli esami anche degli studenti che abbiano insufficienze lievi in alcune materie.
 
PIZZA, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
 
Con votazioni nominali elettroniche, chieste dal senatore GIAMBRONE (IdV), il Senato respinge gli emendamenti 3.1 (identico al 3.14) e 3.37 (identico al 3.10).
Con distinte votazioni sono altresì respinti gli emendamenti 3.15 (identico al 3.4), 3.16, 3.57, 3.59 (identico al 3.17), 3.18, 3.58, 3.60 prima parte (con preclusione della restante parte e dell'emendamento 3.19), 3.20, 3.2, 3.3, 3.6 (identico al 3.21), 3.54, 3.55 prima parte (con preclusione della restante parte e degli emendamenti 3.5, 3.24, 3.22 e 3.23), 3.25, 3.48, 3.49 (identico al 3.7), 3.28 prima parte (con preclusione della restante parte e degli emendamenti 3.29, 3.9, 3.30 e 3.26), 3.33, 3.47, 3.35, 3.11, 3.39, 3.101 e 3.52. Con distinte votazioni nominali elettroniche, chieste dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge gli emendamenti 3.31, 3.100, 3.34, 3.46 e 3.8 (identico al 3.40).
 
PERDUCA (PD). Segnala alla Presidenza una irregolarità nelle operazioni di voto nei banchi della maggioranza e chiede che una tessera sia fatta togliere dal dispositivo di voto.
 
PRESIDENTE. La Presidenza verificherà in occasione della prossima votazione.
 
Con votazioni nominali elettroniche, chieste dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato respinge gli emendamenti 3.12 (identico al 3.41) e 3.44. Vengono infine respinti gli emendamenti 3.13, 3.42, 3.43 e 3.45.
 
PRESIDENTE. Gli emendamenti 3.27, 3.50, 3.32, 3.51 e 3.53 sono improcedibili.
 
PIZZA, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Accoglie gli ordini del giorno G3.100, G3.101, G3.102, G3.103. Accetta come raccomandazione l'ordine del giorno G3.200.
 
MUSI (PD). Non insiste per la votazione dell'ordine del giorno G3.200.
 
PRESIDENTE. Comunica che i presentatori hanno ritirato gli emendamenti 5-bis.7 e 7.0.3. Come concordato, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame del disegno di legge in titolo.
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, nuova convocazione
PRESIDENTE. D'intesa con il Presidente della Camera, revoca la convocazione di questa sera della Commissione RAI e comunica le nuove convocazioni della stessa per la prossima settimana per procedere all'elezione del Presidente. (v. Resoconto stenografico).
Sui lavori del Senato
PRESIDENTE. Avverte che domani, dopo il voto finale del disegno di legge n. 999-B, il Governo renderà un'informativa sull'alluvione che ha colpito la Sardegna.
Dà annunzio degli atti di sindacato ispettivo pervenuti alla Presidenza (v. Allegato B) e comunica l'ordine del giorno delle sedute del 24 ottobre.
 
La seduta termina alle ore 19,10.
  








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Postato il Domenica, 26 ottobre 2008 ore 09:11:15 CET di Silvana La Porta
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