Top Five Mese |
novembre 2024
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Didattica: Sezioni Primavera - Esiti monitoraggio |
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Il Gruppo paritetico nazionale per le sezioni primavera, previsto dall’Accordo della Conferenza Unificata del 7 ottobre 2010, ha disposto un’ampia azione di monitoraggio delle esperienze in atto, al fine di disporre di una adeguata conoscenza della sperimentazione, in funzione di una valutazione finalizzata a sostenere proposte per la valorizzazione del servizio e per la sua stabilizzazione, secondo quanto previsto dall’art. 5 dell’Accordo stesso: “Il Gruppo paritetico quale cabina di regia del progetto, con funzioni di monitoraggio, raccordo e coordinamento, potrà avvalersi delle competenze tecniche e scientifiche messe a disposizione dai diversi partner istituzionali, per lo svolgimento delle funzioni di propria competenza, ivi compresa l'acquisizione dei dati di rendicontazione contabile, per la valutazione e la messa a regime dell'esperienza realizzata, così da poterne individuare criteri di valorizzazione per l'eventuale stabilizzazione del servizio, da effettuarsi, in ogni caso, compatibilmente con la disponibilità a regime delle risorse finanziarie” (art. 5 Accordo 7 ottobre 2010). Il Gruppo paritetico nazionale, quale cabina di regia del sistema, ha affidato la conduzione di tale monitoraggio alla struttura tecnica della Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica del Miur, che svolge funzione di coordinamento del Gruppo. La struttura tecnica del ministero dell’istruzione ha provveduto preliminarmente al censimento delle sezioni primavera, avvalendosi anche della collaborazione degli Uffici scolastici regionali, rilevando oltre 1.600 sezioni primavera autorizzate e funzionanti. Per il monitoraggio la struttura ha predisposto una scheda di rilevazione, strutturata in otto sezioni corrispondenti ad altrettante tematiche oggetto di ricerca e valutazione.
Miur.it
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Università: Questionario sul Valore Legale della Laurea, termine ultimo 24 aprile 2012 |
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Il
27 gennaio 2012, al termine del Consiglio dei Ministri, il Presidente
del Consiglio Mario Monti ha annunciato di voler sottoporre a
consultazione pubblica il tema del valore legale del titolo di studio,
affidandone la gestione al Ministero dell’istruzione, dell’università e
della ricerca. È una scelta che segna un elemento distintivo importante
rispetto al passato. Quella che, in Europa, è oramai una prassi
consolidata, in Italia ha trovato solo timide e sporadiche
applicazioni. Il
termine ultimo per partecipare alla consultazione è il 24 aprile 2012. Link per la registrazione e link per la consultazione pubblica online sul valore legale
del titolo di studio.
consultazionepubblica@istruzione.it
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Dirigenti Scolastici: L’ANDIS di Catania avvia un confronto sullo stato di realizzazione della riforma Gelmini sul secondo ciclo |
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Il Direttivo nazionale dell’ANDIS ha voluto costituire un gruppo di lavoro per monitorare l’attuazione del riordino del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione. In vista del Seminario di Jesolo del prossimo 16 febbraio, tenuto conto della ristrettezza dei tempi, credo che possiamo assegnarci l’obiettivo di fare il punto sull’incidenza che hanno – o non hanno – avuto le misure di accompagnamento messe in campo dagli UU.SS.RR. a seguito della Circolare n. 76 del 30 agosto 2010, e sullo stato di realizzazione della riforma nelle diverse situazioni regionali. Ti chiedo, pertanto, di provare a contribuire al confronto in corso, facendo pervenire la tua opinione sulle tematiche che ti sottoponiamo. Grazie per la collaborazione.
Santo Molino andis.ct@gmail.com
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Riforma: Istruzione secondaria superiore: un confronto “europeo”. Riflessione sui dati Eurydice in cinque Paesi europei: Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. |
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L’ultimo
quaderno di Eurydice (27-2011) “L’istruzione secondaria superiore in
Europa” presenta l’organizzazione, i curricoli e le riforme, appena
realizzate o in corso, in cinque Paesi europei: Finlandia, Francia,
Germania, Gran Bretagna e Spagna. Il quadro entro cui si colloca questo
lavoro riflette i risultati conseguiti da questi sistemi scolastici
entro il 2010 e le prospettive in vista della realizzazione
dell’obiettivo di Europa 2020 (tasso di abbandono scolastico inferiore
al 10% e almeno il 40% dei giovani con una laurea o un diploma). Nel
2008, anno di riferimento per il testo di Eurydice, il tasso di
abbandono scolastico era: Finlandia 9,8%, Francia 11,8%, Germania
11,5%, Inghilterra 17%, Spagna 31,9%. Nello stesso anno, l’Italia
registrava il 19,7%, mentre il dato medio per l’Europa a 27 nello
stesso anno era 14,9%. di Vittoria Gallina
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Costume e società: Istat: oltre 1 studente su 10 lascia dopo primo anno superiori. 2 milioni né a scuola né a lavoro. 2^ solo a Bulgaria |
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Uno studente su dieci in
Italia lascia la scuola tra il primo e il secondo anno delle superiori.
E' quanto emerge dal rapporto 'Noi Italia' dell'Istat sottolineando che
la quota di giovani che interrompono la frequenza della scuola
secondaria superiore al primo anno rappresenta un indicatore utile a
monitorare l'efficacia degli interventi di policy in materia di
istruzione.
I progressivi innalzamenti dell'obbligo di istruzione, che si sono
succeduti a partire dall'anno scolastico 1999/2000, ricorda l'Istat,
hanno l'obiettivo di raggiungere i livelli di scolarizzazione degli
altri paesi europei e garantire un livello culturale piu' elevato della
popolazione. L'analisi della serie storica di tale indicatore consente
di valutare i progressi fatti negli ultimi anni in termini di
partecipazione scolastica dei ragazzi ancora in obbligo di istruzione,
che nell'anno scolastico 1999/2000 e' stato portato a 15 anni e
successivamente innalzato a 16 anni nell'anno scolastico 2007/2008,
includendo quindi il primo biennio di scuola secondaria di II
grado. (Adnkronos)
r edazione@aetnanet.org
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Lavoro: P.A.: nel mese di ottobre assenze per malattia -8,1% rispetto a 2010 |
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Rispetto allo stesso mese
del 2010, a ottobre le assenze per malattia dei dipendenti pubblici
sono diminuite dell'8,1%. Si sono al tempo stesso evidenziate riduzioni
sia degli eventi di assenza per malattia superiori a 10 giorni (-5,3%)
sia delle assenze per altri motivi (-6,1%).
I dati sono disponibili sul sito del Ministero per la Pubblica
Amministrazione e la Semplificazione (www.funzionepubblica.it).
Si tratta come sempre di stime riferite al complesso delle
amministrazioni pubbliche ad esclusione dei comparti scuola,
universita', pubblica sicurezza e vigili del fuoco.
La rilevazione, realizzata dal Ministero per la Pubblica
Amministrazione e la Semplificazione, e' stata fatta in collaborazione
con l'Istat che ha curato, oltre al campionamento, anche l'elaborazione
e la produzione delle stime. (ASCA)
redazione@aetnanet.org
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Un fine anno popolato, come sempre, da maghi, fattucchieri, imbonitori di oroscopi sicuri del nostro futuro ma non sempre del loro ... considerando che spesso finiscono al fresco. Tutti i media, anche quelli “seri”, un po' per scherzo, un po' sul serio, danno loro spazio ed audience scordandosi poi di tirare le somme e scoprire che quello che era stato predetto non si è avverato! E le stelle stanno a sbagliare affermano gli esperti del Cicap ( http://www.cicap.org/ ) che, invano, ogni anno ci ricordano come tutte le previsioni dei più quotati (!!!???) maghi e astrologhi puntualmente …. non si verificano!
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Indagini statistiche: Puglisi (Pd): 'Istat, radiografia drammatica anche per dispersione scolastica' |
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I dati
dell'Istat fanno emergere in tutta la loro drammaticità quanto siamo
ancora lontani dagli obiettivi di Europa 20202 che chiedono al nostro
Paese di dimezzare il tasso di dispersione scolastica e di triplicare
il numero di laureati.
Per sostenere la crescita dobbiamo invece tornare ad investire sul
capitale umano e la scolarizzazione.
Il risultato dei tagli al fondo per il diritto allo studio attuato dal
precedente Governo ha provocato un ulteriore calo di iscrizioni
all'università di tanti ragazzi capaci e meritevoli, ma privi di mezzi,
che secondo la nostra Costituzione devono poter raggiungere i più alti
gradi di istruzione.
Servono urgentemente risorse per le scuole autonome per poter
organizzare i corsi di recupero per i ragazzi più deboli e per alzare i
livelli di apprendimento, tempo prolungato alle scuole medie,
formazione in servizio per gli insegnanti e nuove tecnologie per
innovare la didattica.
Per tornare ad essere un paese competitivo, dobbiamo tornare a
scommettere sulla conoscenza.
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Didattica: ISTAT, in calo tasso scolarità alle superiori |
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Sono 8,9 milioni gli
studenti iscritti all'anno scolastico 2009/2010, circa 15 mila in piu'
rispetto a quello precedente. Il tasso di scolarita' si attesta ormai
da qualche anno intorno al cento per cento per la scuola primaria e
secondaria di primo grado, mentre subisce una modesta flessione per la
secondaria di secondo grado, dal 92,7% del 2008/2009 al 92,3% del
2009/2010. E' quanto emerge dall'Annuario statistico italiano 2011
diffuso oggi dall'Istat.
L'aumento della scolarizzazione ha prodotto, nel corso degli anni, un
costante innalzamento del livello di istruzione della popolazione
italiana: la quota di persone con qualifica o diploma di scuola
secondaria superiore si attesta al 33,9%, mentre l'11,1% possiede un
titolo di studio universitario.
La selezione scolastica e' piu' forte nelle scuole superiori dove, nel
passaggio dal primo al secondo anno, la percentuale di alunni respinti
e' pari al 20,3%. Gli esami di terza media sono invece superati dalla
quasi totalita' degli studenti (99,5%), ma uno studente su tre non
ottiene piu' della sufficienza nella votazione finale. (ASCA)
redazione@aetnanet.org
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Sono
13.500
le scuole in tutta Italia in cui ci sono le 'classi pollaio'. E' quanto
denuncia il Codacons, che ricorda come il ministero dell'Istruzione sia
stato "finalmente costretto dalla sentenza del Consiglio di Stato che
ha accolto la class action promossa dal Codacons contro le classi
pollaio, a redigere e pubblicare il Piano nazionale per la messa in
sicurezza delle scuole italiane'.
Si tratta di un elenco che individua oltre 13.500 istituti scolastici
dislocati sul territorio, le cui aule sono 'classi pollaio', ossia aule
che 'non possono ospitare numero eccessivo di studenti rispetto alle
dimensioni delle stesse aule'. (di rassegna.it)
r edazione@aetnanet.org
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Studenti che,
tornando indietro, farebbero scelte diverse. Diplomati ancora
pesantemente condizionati dal contesto socio-culturale di origine. Che,
se scelgono di entrare direttamente al mondo del lavoro, faticano a
trovare spazi. E che nel 61% dei casi intendono iscriversi
all'università. Sono solo alcuni dei dati raccolti da Almadiploma su
246 istituti italiani e presentati a Bologna in occasione del convegno
nazionale "Efficacia dell'istruzione e orientamento dei diplomati".
(ANSA)
redazione@aetnanet.org
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Sono stati 208.489
gli alunni con disabilita' nelle scuole italiane nell'anno scolastico
2010/2011, con un'incidenza percentuale del 2,3% sul totale degli
scolari e un incremento annuo intorno al 5%. Lo rende noto il ministero
dell'Istruzione che anticipa on line gli ultimi dati relativi
all'integrazione scolastica degli alunni con disabilita'.
La maggiore incidenza percentuale riguarda la scuola primaria e la
scuola secondaria di I grado (rispettivamente il 2,8% e il 3,4%). Il
91,9% degli alunni con disabilita' si iscrive nella scuola statale e
l'8,1% nella scuola non statale, percentuale, quest'ultima, che
conferma il dato dell'anno scolastico precedente. Come gia' emerso
nella pubblicazione statistica dell'anno scolastico 2009/2010,
l'incremento si conferma essere, annualmente, intorno al 5%, arrivando
ad una variazione percentuale del 50,9% dall'anno scolastico 2000/2001
al 2010/2011. (ASCA)
redazione@aetnanet.org
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Didattica: Meno abbandoni a scuola nel 2010 tranne che in Sicilia |
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Siamo ancora lontani
dall'obiettivo europeo di giungere entro il 2020 a una media del 10%
degli abbandoni prematuri da scuola. Ma nel 2010 si è registrato un
nuovo calo. La quota di giovani 18-24enni in possesso della sola
licenza media e non più inseriti in percorsi formativi è scesa dal
19,2% del 2009 al 18,8 per cento. Il calo è stato in tutt'Italia, a
eccezione del Centro che rimane l'area dove tale indicatore ha
registrato un aumento (14,8%, contro il 13,5% del 2009).
I dati sono contenuti nel rapporto 2011 del Censis sulla situazione
sociale del Paese che evidenzia pure come la quota di "Neet", giovani
cioè che non studiano e non cercano lavoro, tra i 15 e i 29 anni, abbia
ripreso a crescere con l'inizio della crisi economica, attestandosi nel
2010 al 22,1%, rispetto al 20,5% dell'anno precedente. (di Claudio
Tucci da http://www.ilsole24ore.com)
redazione@aetnanet.org
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Retribuzioni: Istat, retribuzioni ferme a ottobre. Variazioni nulle per personale scuola |
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A ottobre l'indice delle
retribuzioni contrattuali orarie registra una variazione nulla rispetto
al mese precedente e un incremento dell'1,7% rispetto a ottobre 2010.
Lo rende noto l'Istat.
Nella media del periodo gennaio-ottobre 2011 l'indice e' cresciuto
dell'1,8% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente.
Alla fine di ottobre, i contratti collettivi nazionali di lavoro in
vigore per la parte economica corrispondono al 66,9% degli occupati
dipendenti e al 61,7% del monte retributivo osservato. (ASCA)
redazione@aetnanet.org
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Incontri: Fondazione Giovanni Agnelli. Rapporto sulla scuola in Italia 2011. Oggi a Roma, ore 17. Editori Laterza – via di Villa Sacchetti 17 |
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La scuola
media è davvero l’anello debole della scuola italiana. Lo suggeriscono
le rilevazioni internazionali, secondo le quali gli studenti italiani
sono quelli che patiscono la più profonda flessione dei propri
risultati di apprendimento nel passaggio dalle scuole elementari alla
media, come pure la cattiva reputazione che la secondaria di primo
grado oggi gode presso l’opinione pubblica, le famiglie e nello stesso
mondo della scuola. Lo confermano nuove ricerche realizzate dalla
Fondazione Agnelli e rese pubbliche nel suo Rapporto sulla scuola in
Italia 2011.
Il Rapporto sulla scuola in Italia 2011 sarà presentato oggi a Roma dal
direttore della Fondazione, Andrea Gavosto, presso la sede degli
Editori Laterza, per i cui tipi il volume sarà in libreria ai primi di
dicembre. Alla presentazione parteciperanno il ministro
dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Francesco Profumo,
Alessandro Laterza (amministratore delegato Laterza), Maria Sole
Agnelli e John Elkann (presidente e vicepresidente della Fondazione
Agnelli).
redazione@aetnanet.org
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Contratto: Un primo successo della FLC CGIL nella vertenza sulla liquidazione dell’indennità di funzioni superiori ai docenti vicari nelle scuole affidate a reggenze. |
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La vertenza avviata
per il pagamento delle indennità di funzioni superiori ai docenti delle
scuole affidate a reggenza ha registrato un primo successo.
La vertenza attivata in Toscana si è conclusa con l’ingiunzione al
Ministero, da parte del Tribunale civile di Arezzo, “di pagare
immediatamente dopo la notifica del ricorso e senza dilazione alcuna”
la somma dovuta.
La FLC intende proseguire l’azione a tutela dei docenti per spingere il
MIUR a rispettare le norme contrattuali assegnando alle scuole i fondi
dovuti.
Presso le nostre sedi provinciali i dirigenti scolastici, i direttori
SGA, i docenti troveranno assistenza e consulenza per avviare le
procedure che si concludono con il decreto ingiuntivo. (da
Flc-Cgil-Sicilia)
redazione@aetnanet.org
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Un adolescente straniero
su cinque ha subito a scuola un episodio di razzismo. E' quanto emerge
da uno studio realizzato da Lorien Consulting e il Comitato Italiano
per l'Unicef in occasione del 20 novembre, Giornata dei Diritti
dell'Infanzia e dell'Adolescenza, per indagare la percezione della
diffusione del razzismo e della misure in atto per combatterlo tra gli
adolescenti italiani e di origine straniera.
I ragazzi sono stati ''ascoltati'' tramite il web, che ha permesso di
raggiungere 400 adolescenti italiani e 118 adolescenti di origine
straniera, questi ultimi contattati grazie alla collaborazione di circa
90 associazioni di volontariato su tutto il territorio nazionale.
Piu' della meta' del campione degli adolescenti di origine straniera,
emerge dallo studio, si divide a meta' tra chi ha assistito a fenomeni
di razzismo (54.1%) e chi no (44.4%). (ASCA)
redazione@aetnanet.org
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Passando a considerare la
frequenza con cui bambini e ragazzi tra gli 11 e i 17 anni escono da
soli o con gli amici di giorno (escluse le uscite per andare a scuola o
al lavoro), emerge come il 18,2% di essi esce tutti i giorni (da soli o
con gli amici), mentre un altro 56,7% lo fa una volta o più volte a
settimana. Il 14,7% di essi esce meno di una volta alla settimana e il
10,4% non esce mai, quota questa che aumenta in modo significativo
soprattutto nella fascia tra gli 11 e i 13 anni (17% per i maschi e il
26,6% per le femmine). Più rare sono le uscite serali: il 37,4% bambini
e ragazzi tra gli 11 e i 17 anni esce di sera (da soli o con gli amici)
una o più volte alla settimana e solo per una minoranza è un’abitudine
quotidiana (4,8%). Il 19,2% di essi esce meno di una volta alla
settimana, mentre la quota di coloro che non esce mai la sera si
attesta al 38,6%. Escono quotidianamente sia con gli amici che da soli
soprattutto i maschi e in particolar modo i più grandi: il 33,7% dei
ragazzi di 14-17 anni escono tutti i giorni contro il 16,7% delle
ragazze della stessa età. (AGENPARL)
redazione@aetnanet.org
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Una recente indagine
condotta da Isfol e
"Repubblica degli stagisti" rivela che ogni anno in Italia vengono
attivati circa 400.000 stage. Quasi un tirocinante su cinque ha al suo
attivo tre o più stage (18,9%); gli intervistati (circa 3.000 stagisti
italiani) sostengono che sia più facile trovare un primo, un secondo e
un terzo stage, che un primo lavoro.
lagana.filippo@email.it
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Attenti al lupo: Pa: ministero, ecco i dati sui permessi legge 104 nelle scuole |
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"Nell’ambito
dell’Operazione trasparenza voluta dal ministro Renato Brunetta, il Dipartimento
della Funzione pubblica ha avviato un approfondimento della rilevazione
dei permessi ex lege 104 fruiti nelle
scuole nel corso del 2010. Delle 11.264 scuole censite, ben
9.756 (l’86,61% del totale) hanno avviato la rilevazione. Complessivamente, le giornate di permesso
concesse risultano essere state 1.390.354,65, per un costo stimato pari
a 208.553.048,95 euro. Su 985.747 dipendenti della scuola, ne hanno
beneficiato 103.495 (10,50%): di questi, 84.316 sono donne (81,47%) e
19.179 sono uomini (18,53%).I dipendenti che hanno usufruito dei
permessi ex lege 104 per handicap personali sono stati 9.829 (di cui
7.488 donne), per un totale di 137.795,85 giornate. I dipendenti che li
hanno invece utilizzati per assistere parenti o affini sono stati
93.830 (di cui 76.963), per un totale di 1.252.557,81 giornate. I
dipendenti che li hanno utilizzati per entrambi i motivi sono stati
infine 297 (di cui 248 donne). (AGENPARL)
redazione@aetnanet.org
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L’Ufficio
Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna ha presentato i risultati
dell’ultimo rapporto PISA (Programme for International Student
Assessment) sul livello di istruzione degli adolescenti. PISA è
un’indagine promossa dall’Ocse che viene svolta a cadenza triennale per
fotografare il sistema educativo dei Paesi industrializzati. In Italia
il campione di riferimento era costituito da oltre mille istituti
tra licei, istituti tecnici e professionali e scuole di
formazione professionale, per un totale di più di 30mila studenti.
L’indagine ha riguardato nello specifico le competenze in lettura,
matematica e scienze. (da http://www.articolotre.com di Matteo
Scorza)
redazione@aetnanet.org
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News: Generazione neet: 2,2milioni di giovani inattivi sul lavoro |
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Non studiano e non
lavorano. Sono la generazione neet, brutale acronimo anglosassone per
«not in education, employment or training». E in Italia sono sempre di
più. Nel 2010 hanno superato quota
2,2 milioni. Ovvero il 23,4% degli under 30. Quasi un ragazzo su
quattro. Una percentuale che non migliora più di tanto neanche alzando
l’età a 35 anni e includendo i laureati: il 20% di loro, infatti, non
lavora.
La Banca d’Italia, nel suo rapporto sulle Economie regionali, fotografa
un fenomeno in rapida crescita: i neet infatti, solo a fine maggio, si
attestavano al 22,1%, secondo i dati Istat. Ma ancor più impressionante
è lo stacco rispetto al periodo precedente la crisi. Tra il 2005 e il
2008 la soglia dei «giovani che restano a casa» era pari al 20%, sotto
i 2 milioni. Il conto della crisi, insomma, lo stanno pagando anche e
soprattutto loro. Alla crescita della disoccupazione, testimoniata
dall’aumento di chi tra i neet è in cerca di un posto (dal 30,8% del
2008 al 33,8% del 2010) si uniscono anche fenomeni di scoraggiamento,
che portano i ragazzi fuori da ogni circuito occupazionale e formativo.
(da Leggo.it)
redazione@aetnanet.org
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Riforma: Progressiva e inesorabile la riduzione del numero degli insegnanti |
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I dati ufficiali del
Miur segnalano la riduzione di oltre 70000 unità, in un quinquennio
Nel 2006, gli insegnanti erano oltre 850mila, nello scorso a.s. erano
ridotti a 778736. La flessione maggiore (oltre 27 mila unità) si
registra nella Scuola secondaria di II grado: nell’a.s. 2010/2011, i
docenti erano in numero di 254700. Nello stesso arco di tempo, la
Scuola secondaria di I grado ha visto una flessione di circa 24 mila
unità, nel numero dei docenti, che nell’a.s. 2010/2011 sono stati in
numero di 178350; anche nella Scuola elementare v’è stata flessione
(circa 22 mila unità in meno, fino ai 254mila nell’a.s. 2010/2011.
Nella Scuola dell'infanzia, invece, il numero degli insegnanti è
rimasto stabile (poco più di 90 mila unità). Al Sud i margini per nuove
nomine a tempo indeterminato - a parte quelli che si produrranno con i
pensionamenti - sono davvero esigui (meno del 10% del corpo insegnanti
lavora con contratto a t.d.; al Centro-Nord la percentuale dei precari
più alta).(da Anief)
redazione@aetnanet.org
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Il fenomeno del
bullismo e della discriminazione nelle scuole italiane messo in luce da
un'indagine condotta su mille ragazze e ragazzi dai 13 ai 26 anni in
tutta Italia. A renderne noti i risultati del rapporto, il portavoce
del Gay Center Fabrizio Marrazzo, nel corso della presentazione del
progetto Niso, presso il liceo Socrate di Roma.
"Il 74% degli intervistati racconta di aver subito almeno un episodio
di bullismo e/o discriminazione, di questi il 36% è avvenuto a scuola",
ha spiegato Marrazzo. Sempre stando alle cifre, il 45% dei ragazzi
intervistati, racconta di non aver fatto coming out a scuola, mentre il
55% di averlo fatto solo con alcune persone (36%) o con tutti (19%).
Tra le principali motivazioni che spingono i giovani a non fare coming
out la paura delle reazioni degli altri e di subire discriminazioni o
violenze e il timore che la società non sia pronta ad "accettare" e a
"capire". (da http://affaritaliani.libero.it)
redazione@aetnanet.org
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Lavoro: I numeri della scuola italiana |
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Quasi 8 milioni di studenti, 7.830.650 per
la precisione, più di 370mila classi sparse in circa 42mila scuole, e
778.736 docenti: sono i numeri della scuola italiana, che a metà
settembre ha aperto i battenti del nuovo anno scolastico.
I n crescita il numero degli alunni. Alla
scuola primaria risultano iscritti oltre
2,5 milioni di ragazzi. Stessi numeri nella scuola superiore. Un
milione di studenti frequentano invece la scuola dell'infanzia e
1.689.029 la scuola media. (da http://www.ilsole24ore.com)
redazione@aetnanet.org
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Precariato: Gelmini: ''meno precarietà e minore percentuale ammessi esami premia politica del rigore''. Puglisi (Pd): Gelmini, bocciata in fisica e anche in aritmetica.. |
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La scuola di oggi
e' piu' stabile e meno precaria per i docenti e conferma la linea del
rigore e della meritocrazia per gli studenti. Lo dice all'Agi il
ministro per l'Istruzione, Maristella Gelmini, commentando gli ultimi
dati pubblicati dal Miur sul sistema scolastico italiano. "Nel 2006-07
era precario il 17,9% dei docenti in cattedra, nel 2010-11 il 14,9", ha
spiegato il ministro Gelmini, "e dopo le 30.300 assunzioni di questa
estate, nel 2011-12 quella percentuale dovrebbe attestarsi al 12,9%".
Pertanto, ha aggiunto, "il
tasso di precarieta' scende di 5 punti in percentuale rispetto
all'organico 2006-07 e di 3 punti rispetto all'organico 2008-09". Questo
vuol dire, ha sottolineato Gelmini, "meno carosello dei docenti a
inizio anno e maggiore continuita' didattica durante l'anno".
Passando dalla cattedra ai banchi di scuola, ha osservato il ministro, "bisogna considerare che la minore
percentuale di ammessi agli esami di terza media e alla maturita', cui
corrisponde l'aumento di un un punto dei promossi alle superiori: segno
di una selezione piu' severa durante tutto l'arco della formazione dei
ragazzi". (AGI)
redazione@aetnanet.org
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Precariato: Voto in condotta, 35mila bocciati in 3 anni, ma diminuiscono bocciati. Alla maturità scesi dal 2,9% a 1%; anche i precari in meno: 14,9% (-3%) |
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Da
quando e' stato reintrodotto il voto in condotta, con la non ammissione
alla classe successiva o all'esame in caso di voto di comportamento
inferiore a sei decimi, sono stati circa 35 mila, in tre anni, gli alunni
''intemperanti'' a rimetterci la promozione. Sono i dati diffusi dal MIUR.
Gli studenti non ammessi all'anno successivo per insufficienza nel
comportamento risultano per quasi la meta' iscritti al primo anno della
secondaria superiore, ma sono particolarmente numerosi negli istituti
professionali.(ASCA)
redazione@aetnanet.org
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Oggi comincia
ufficialmente la stagione calda degli scioperi e delle manifestazioni
studentesche, con cortei programmati in molte piazze italiane. Ma qual
e' il sentimento generale del popolo degli studenti rispetto a questo
primo appuntamento dell'anno? Lo ha chiesto Skuola.net in un sondaggio
online al quale hanno partecipato 723 studenti. Ne e' emerso che 2
studenti su 3 non hanno intenzione di scendere in piazza: circa il 44%
per non saltare un giorno di scuola, mentre una percentuale pari al 25%
si dichiara scettica rispetto a questo strumento ai fini del
cambiamento.
Solo 1 su 5 fra gli intervistati ha dichiarato che oggi avrebbe
manifestato, convinto che cio' possa aiutare a cambiare lo status quo
della scuola italiana. Non mancano poi quelli, in percentuale ridotta e
pari al 10%, che andranno a manifestare solo per saltare un giorno di
lezione. (ASCA)
redazione@aetnanet.org
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Riforma: Sull'efficienza del Sud pesa la fuga dalla scuola |
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Che la
disoccupazione reale sia altra cosa da quella che compare nelle
rilevazioni ufficiali è di evidente percezione a tutti. Che tutto ciò
sia più concreto al Sud, è altrettanto risaputo. Ora arrivano i numeri
a cancellare ogni residuo di illusione. Sono quelli della Svimez che,
all'indomani dell'allarme lanciato ieri dall'Ocse (20 milioni di posti
di lavoro persi dall'inizio della crisi nel paesi del G20) ci
raccontano, nell'ultima edizione del suo rapporto, diffusa oggi a Roma,
della crisi ma soprattutto del doppio smacco subito dal Mezzogiorno.
Partiamo da una prima constatazione numerica. L'ultimo biennio di crisi
-tra 2008 e 2010 -ha aggravato i nodi di fondo del mercato del lavoro
italiano, ha allargato il gap territoriale, ma in particolare ha
presentato il conto più salato proprio al Mezzogiorno. Quest'ultimo
infatti ha registrato una caduta dell'occupazione del 4,3% a fronte
dell'1,5% del centro nord. La conseguenza è che il tasso di
disoccupazione al Sud si è attestato (media 2010) al 13,4% (era il 12%
nel 2008) rispetto al 6,4% del centro-nord (era il 4,5%). In sintesi
circa il 60% dei 153mila posti persi si è concentrato nelle regione
meridionali (87mila). (di Serena Uccello da http://www.ilsole24ore.com)
redazione@aetnanet.org
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Caro
direttore,
la pubblicazione dei dati OCSE sull’educazione, avvenuta qualche giorno
fa, ha provocato il solito assalto al Governo e in particolare al
ministro Gelmini.
Ma quei dati fotografano e commentano la scuola italiana così come si
presentava nel 2008, epoca del ministro Fioroni e del governo Prodi.
Incuranti di tutto ciò, le solite cassandre hanno riempito le agenzie e
i giornali di accuse strumentali ai ministri Gelmini e Tremonti.
Abbiamo assistito ancora una volta a considerazioni dettate molto più
dalla volontà politica di criticare il Governo che non di affrontare i
veri problemi della scuola. Per di più, trattandosi di confronti
internazionali, è apparsa la dimensione provinciale, quasi
anti-italiana della polemica. Proviamo a riprendere alcune affermazioni
apparse sulla stampa e a commento del Rapporto OCSE per confutarle e
dimostrare che una diversa lettura dei dati è non solo possibile, ma
opportuna, in un’ottica di equilibri tra riforme già avviate e riforme
da promuovere. (da Il Sussidiario)
redazione@aetnanet.org
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Al MIUR chi scrive i
comunicati ormai non ci capisce più niente. Infatti per stare dietro
alle assurdità che la Gelmini deposita qua e là, in un
comunicato presente nel sito, scrivono: Dati Ocse
smentiscono classi-pollaio dal 2000 spesa per studente aumentata del 6%.
I dati del rapporto Ocse sull'istruzione in Italia confermano la
necessità di proseguire nella direzione delle politiche adottate dal
governo e ne indicano alcuni risultati positivi. Viene dimostrata
l'assoluta infondatezza delle polemiche sul presunto sovraffollamento
delle classi.
I dati Ocse dimostrano infatti che gli studenti italiani vivono in
classi relativamente poco numerose, con un insegnante ogni 10,7 alunni
nella scuola primaria (media Ocse 16) e uno ogni 11 alunni nelle
secondarie (media Ocse 13,5).Inoltre, la riorganizzazione dei curricoli
e la razionalizzazione delle ore di insegnamento attuate dalla Riforma
vanno nella giusta direzione, poichè gli studenti italiani trascorrono
a scuola un numero di ore superiore alla media Ocse. Infatti gli
studenti dell'area Ocse tra i 7 e i 14 anni hanno una media di tempi
d'istruzione di 6.732 ore, mentre la media italiana è di 8.316 ore. A
questo dato, si collega il tema dello stipendio inferiore alla media
dei docenti italiani. Gli insegnanti
italiani infatti sono numerosi, per fare fronte all'elevato numero di
ore di insegnamento; questa è una delle cause della loro retribuzione
non alta. I dati Ocse dimostrano inoltre che, tra il 2000 e il
2008, la spesa delle scuole per ogni studente è aumentata del 6%,
mentre è aumentata dell'8% per ogni studente universitario. (di Osvaldo
Roman da ScuolaOggi)
redazione@aetnanet.org
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Indagini statistiche: Insegnanti più poveri di dieci anni fa. Il rapporto Ocse: in Italia stipendi giù dell’1% E i colleghi all’estero guadagnano il 40% in più |
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La
bocciatura arriva dall’Ocse ed è pesante. Secondo l’organizzazione
internazionale l’Italia investe troppo poco per l’istruzione. E per gli
insegnanti la vita è davvero dura: avevano già stipendi più bassi di
quelli dei colleghi, devono subire ulteriori riduzioni mentre
all’estero la paga dei prof aumenta. I giovani diplomati che pure in
passato non hanno mai raggiunto un numero così elevato - non arrivano
ancora alla media Ocse.
Secondo il ministero dell’Istruzione gran parte dei dati pubblicati
dall’Ocse confermano la necessità di proseguire nella direzione
adottata dal governo. In realtà nel rapporto viene fotografata una
realtà ben diversa.
Un unico dato è positivo, l’affollamento nelle classi. Esiste un
insegnante ogni 10,7 alunni nella scuola primaria (media Ocse 16) e uno
ogni 11 alunni nelle secondarie (media Ocse 13,5), e una media generale
di 21/22 (23 quella
Ocse). (da La Stampa di
Flavia Amabile)
redazione@aetnanet.org
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Italia in coda per
spesa nella scuola, stipendi degli insegnanti e numero di laureati: lo
rivela il rapporto Ocse sull'educazione. Il
nostro Paese riserva infatti alla scuola il 4,8% del Pil, mentre in
media i paesi Ocse le garantiscono il 6,1%. Inoltre sono ancora pochi
in Italia i giovani che si diplomano alla scuola superiore.
Rappresentano circa il 70,3% del totale della popolazione tra i 25-34
anni, contro una media Ocse dell'81,5%.
L'Italia
si attesta così al 29esimo posto per gli investimenti nel campo
dell'istruzione, peggio fanno solo la Slovacchia (4% del Pil) e la
Repubblica Ceca (4,5%). Tra il 2000 e il 2008, la spesa nella
Penisola per la scuola primaria, secondaria e post-secondaria non
universitaria è inoltre aumentata solo del 6% contro la media Ocse del
34%, facendo segnare il penultimo incremento tra i Paesi avanzati. La spesa per studente universitario è
aumentata solo di 8 punti percentuali contro i 14 della media Ocse.
(da http://affaritaliani.libero.it/)
redazione@aetnanet.org
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Costume e società: Elementari, 92% italiani le ricordano con entusiasmo. Indagine Doxa: ma lamentano meno passione maestri e cambi materie |
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La scuola
elementare è molto viva nella mente degli italiani, che però lamentano
troppe diversità nel sistema d'insegnamento e nel coinvolgimento
emotivo dei docenti di oggi rispetto a quelli del passato: a sostenerlo
sono stati l'80% dei mille intervistati dalla Doxa, in occasione del
150° dell'unità d'Italia. Il dato è stato presentato a Torino, in
occasione del convegno "Storia e storie dell'analfabetismo",
organizzato dal Centro Alberto Manzi, promosso dalla regione Romagna,
dal Miur, dal dipartimento di Scienze dell'educazione dell'Università
di Bologna e dalla Rai, in collaborazione con il 'Comitato Italia 150'.
Otto intervistati su dieci hanno detto che l'insegnamento nella scuola
elementare è cambiato rispetto al passato, soprattutto per il modo di
insegnare (44%), ma anche a causa della ridotta passione degli
insegnanti (22%) e del rinnovamento delle materie di studio
(17%).(TMNews)
redazione@aetnanet.org
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Salute: In classe l’impopolarità «stressa» più della matematica |
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Adulti, annotatevi
due termini, che forse non conoscete ma che ormai definiscono le
categorie in cui si riconoscono i nostri figli: popular, popolare, e
loser, perdente. Due parole che non hanno nulla a che vedere con il
«vecchio» timore di passare per asini e di non essere stimati dagli
insegnati: quello che conta è essere considerati ragazzi di successo
(ed essere quindi popular) nel gruppo dei pari e, ovviamente, di
evitare di essere etichettato come un perdente, un oser. «Oggi come
quarant’anni fa il ritorno a scuola può essere fonte di preoccupazione,
ma la minaccia non è più quella di un castigo — conferma Gustavo
Pietropolli Charmet, psichiatra esperto di adolescenti —. Il timore per
ragazzi è di fare brutta figura con i compagni sulla passerella della
scuola e di deludere le aspettative dei genitori che vogliono ragazzi
di successo. (da http://www.corriere.it/salute)
redazione@aetnanet.org
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Nel 2010
risultavano iscritti alla scuola italiana 673.800 stranieri, il 7,5%
del totale degli iscritti, segnando una crescita complessiva del 7,0%
nell'ultimo anno e dell'81,1% rispetto al 2005. E' quanto emerge da una
ricerca sulla presenza degli stranieri nelle scuole italiane realizzata
dalla Fondazione Leone Moressa, che ha tracciato l'identikit dello
studente straniero quindicenne prendendo l'avvio dall'indagine Ocse
Pisa realizzata nel 2009.
Tra i quindicenni la maggior parte e' di prima generazione e, tra loro,
piu' della meta' e' arrivata in Italia da meno di sei anni. Aspirano a
titoli di studio piu' modesti rispetto ai compagni italiani dato che
appena uno su tre vorrebbe laurearsi. Frequentano di piu' istituti
tecnici e professionali. (ASCA)
redazione@aetnanet.org
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Lavoro: Confartigianato: in Italia disoccupazione giovanile record. 1.138.000 gli under 35 senza lavoro; maglia nera la Sicilia: 28,1% . Incentivare l’apprend |
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Disoccupazione record
in Italia tra gli under 35. Secondo un'analisi dell'Ufficio studi di
Confartigianato, sono 1.138.000 gli under 35 senza lavoro.
Ancora piu' alta la disoccupazione tra i ragazzi fino a 24 anni che
arriva alla soglia del 29,6% rispetto al 21% della media europea.
Peraltro tra il 2008 e il 2011, gli occupati under 35 sono diminuiti di
926.000 unita'.
Il dato peggiora poi se si fa riferimento al Mezzogiorno dove, rispetto
alla media nazionale del 15,9%, il tasso sale al 25,1% pari a 538.000
giovani senza lavoro. La Sicilia e' la regione maglia nera, con la
maggior quota di disoccupati under 35, pari al 28,1%, seguita da
Campania (27,6%), Basilicata (26,7%), Sardegna (25,2%), Calabria
(23,4%) e Puglia (23%). (da www.dire.it)
redazione@aetnanet.org
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Michael Gove,
ministro dell’Istruzione del Regno Unito, tempo fa ha affermato che i
bambini di undici anni dovrebbero leggere cinquanta libri all’anno per
migliorare il proprio livello di alfabetizzazione. A occhio e croce, un
libro a settimana.
Sulla scorta di quest’invito il giornale The Independent ha chiesto a
tre autori di libri per ragazzi e due esperti del settore di
selezionare ognuno dieci titoli fondamentali in modo da avere una lista
di letture per tutto l’anno.
Trovate la lista dopo il salto (se disponibile abbiamo indicato
l’edizione italiana). Da tener presente che l’elenco è stato pubblicato
su un giornale britannico e, così, la maggior parte dei libri
raccomandati sono di autori angolofoni. Secondo voi che libri mancano?
Quale aggiungereste? Quale togliereste? (da http://www.booksblog.it)
redazione@aetnanet.org
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Mandare il
proprio figlio all'asilo nido o alla Materna costa non poco a mamme e
papà: la frequenza della scuola per l'infanzia pesa mediamente sulle
tasche dei genitori italiani 317 euro mensili (3.170 euro l'anno),
incidendo per il 9,9% sul reddito netto familiare. In particolare per
la frequenza di un asilo nido comunale si spendono in media 246 euro
mensili, che equivalgono al 7,7% del reddito familiare, mentre per le
mense scolastiche nelle scuole materne ed elementari la retta mensile è
mediamente di 70 euro, equivalenti al 2,2% del reddito disponibile. È
quanto emerge da un'indagine sui costi della scuola per l'infanzia per
l'anno scolastico 2010-2011, nelle 21 città Capoluogo di Regione,
elaborata dal Servizio Politiche Territoriali della Uil. (da
http://www.leggonline.it/)
redazione@aetnanet.org
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Lavoro: L’Italia ha un primato negativo: diciotto forme diverse per definire il lavoro flessibile (a volte freelance, quasi sempre precario). |
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Precario, indipendente,
fragile, free lance, in transito, flessibile, atipico. Le parole per
dirlo sono tante. E non sono innocenti. L’aura del “precariato” è
indubbiamente negativa, si porta dietro il desiderio irrealizzato di
diventare stabile, un desiderio tanto antico da diventare realtà
burocratica e costruire il paradosso del “precario storico” – come
dire, il flessibile rigido o l’ambulante statico.
redazione@aetnanet.org
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Umanistiche: Istat.it - Istruzione e formazione. Per la prima volta on line l'Archivio |
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Graduatorie: Sit-in degli gli abilitati e gli abilitandi davanti la Camera la prima settimana di luglio |
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Per chiedere
l’inserimento nelle graduatorie e la parità di trattamento con gli
altri colleghi. On. Russo (PD) raccoglie le firme di tutti i capigruppo
della VII Commissione della Camera dei Deputati per chiedere la
deliberante al Presidente della Camera dei Deputati.
Orgoglio del Parlamento: la proposta di legge 4442 elaborata a caldo,
dopo l’immotivata cassazione nel maxi-emendamento da parte del Governo
dell’emendamento approvato dalla V e dalla VI Commissione della Camera
dei Deputati durante l’esame del decreto legge sullo sviluppo
economico, vede tutti i gruppi parlamentari decisi a non accantonare la
questione, cosicché accanto al primo firmatario RUSSO, si trovano le
firme di BARBIERI, GOISIS, CAPITANIO SANTOLINI, GRANATA, ZAZZERA,
GHIZZONI, FALLICA, BERRETTA, CAPODICASA, MARCO CARRA, DE BIASI e di
molti altri parlamentari che proprio da domani potranno incontrare
sotto il Parlamento i numerosi docenti abilitati o
specializzandi-laureandi presso le facoltà di Scienze della formazione
o i conservatori che si alterneranno in un sit-in pacifico permanente
fino al 7 luglio 2011. (da Anief)
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Lavoro: 2 milioni di giovani ''nullafacenti'', il 50% vuole andar via dall'Italia. Li chiamano ''né/né'': non studiano e non lavorano, e sono un quinto di tutti i ragazzi tra 15 e 29 anni |
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Oggi l'Italia e' tra
i paesi piu' ricchi del mondo, ma crescono i problemi per mantenere i
livelli raggiunti e sono molti quelli desiderosi di andare all'estero
per avere piu' opportunita'. Lo rivela il VI Rapporto Italiani nel
mondo di Caritas-Migrantes presentato oggi a Roma.
Il rapporto prende in esame alcuni dati, partendo dall'Eurispes,
secondo cui i giovani di 15-29 anni, da qualificare come "ne'/ne'" (ne'
allo studio, ne' al lavoro), sono oltre due milioni, un quinto del
totale di questa fascia di eta'. Ma e' lo stesso rapporto ad attestare
che il "sogno estero" affascina ben piu' persone di quelle che
emigrano: il 40,6% tra tutte le fasce d'eta' e ben il 50,9% tra i piu'
giovani (tra i 25 e i 34 anni). (da www.dire.it)
redazione@aetnanet.org
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Le ricerche condotte
dall’OCSE ‐ PISA sono note a tutti. I risultati di tali indagini sugli
apprendimenti hanno spesso come effetto una grande diffusione e il
successivo
alternarsi di punti di vista, di prese di posizione, di proposte e
contro‐proposte.
L’OCSE ha condotto anche la ricerca TALIS i cui
risultati, ai fini dell’analisi comparativa
dei diversi sistemi di istruzione, rivestono uguale importanza. Eppure
ai risultati di
questa indagine non si è voluto attribuire uguale rilievo. Anche il
Miur, che ha aderito al
progetto e partecipato alle spese, non ha ritenuto di dare ampia
diffusione ...
Di
Menna www.uil.it/uilsscuola
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Accademie di
belle arti
Accademie, conservatori e Isia (istituti superiori per l'industria
artistica) oggi sono equiparati alle università tradizionali e
rilasciano diplomi di primo e secondo livello riconosciuti dal Miur.
Le accademie di belle arti sono più di 40, ambite ogni anno da diverse
migliaia di giovani selezionati in autonomia dagli istituti: prove
orali, pratiche, spesso entrambe. Anche in virtù dell'autonomia
universitaria, la gamma dell'offerta formativa è ampia: quattro le
macro-aree di riferimento (arti visive, arti applicate, comunicazione,
didattica) ognuna delle quali include diversi indirizzi di studio. (di
Luca Davi da http://www.ilsole24ore.com/art)
redazione@aetnanet.org
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