
E' ancora vivo il ricordo dei giovani studenti francesi vittime innocenti della tragedia dell'aereo, "premiati per andare a morire".
Tutto ciò provoca una sofferenza indicibile e un destino inspiegabile.
Le parole e i gesti di Papa Francesco accompagnano la riflessione di questi giorni.
"Quanti poveri ci sono ancora nel mondo! E quanta sofferenza incontrano queste persone! Sull'esempio di Francesco d'Assisi, la Chiesa ha sempre cercato di avere cura, di custodire, in ogni angolo della Terra, chi soffre per l'indigenza e penso che in molti dei vostri Paesi possiate constatare la generosa opera di quei cristiani che si adoperano per aiutare i malati, gli orfani, i senzatetto e tutti coloro che sono emarginati, e che così lavorano per edificare società più umane e più giuste".
"Ma c'è anche un'altra povertà! È la povertà spirituale dei nostri giorni, che riguarda gravemente anche i Paesi considerati più ricchi. È quanto il mio Predecessore, il caro e venerato Benedetto XVI, chiama la 'dittatura del relativismo', che lascia ognuno come misura di se stesso e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini.
Lavorate per edificare la pace! Ma non vi è vera pace senza verità! Non vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra "
In me è sempre vivo questo dialogo tra luoghi e culture fra loro distanti, tra un capo del mondo e l'altro, oggi sempre più vicini, interdipendenti, bisognosi di incontrarsi e di creare spazi reali di autentica fraternità".
"Non si possono, infatti, costruire ponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri.
Pasqua vuol dire "passaggio" , ma la pesante crisi economica e ancor più di valori condivisi rende difficile e pesante la situazione della società e della scuola. Sembra proprio che non si riesca ad attraversare il mar Rosso e quindi rimane ancora lontana la prospettiva della "terra promessa".
Eppure Cristo è risorto e occorre rinascere a nuova vita e riprendere slancio per il futuro
A tutti i nostri cari Lettori giunga un cordiale augurio per una Santa Pasqua , auspicando tanta serenità nei giorni di riposo.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it