Mi piacerebbe che per
Natale stavolta, invece che più buoni, diventassimo tutti più seri. Più
seri i genitori, che la smettano di assecondare i figli preoccupandosi
di garantir loro un felice presente, per cominciare invece ad educarli
davvero, preoccupandosi di un migliore futuro; che si preoccupino che
essi capiscano qual è il loro posto e loro ruolo in ogni contesto,
sociale e familiare; magari iniziando loro stessi ad aver rispetto per
gli insegnanti, buoni o cattivi che siano, educando i figli al rispetto
delle autorità e delle istituzioni, a “contestualizzare” il loro
comportamento e non sentirsi sempre il centro del mondo e pretendere
tutto gratis. Più seri gli insegnanti, che la smettano di essere
“amici” dei loro alunni, di farsi dare del tu contribuendo alla loro
grave e generale confusione di ruoli; che esigano il rispetto della
loro professione, cominciando proprio da alunni e genitori, denunciando
ogni ingerenza nel loro ruolo e giudizio insindacabile; che la smettano
di asservirsi ad un sistema che sforna incompetenti ed ignoranti, salvo
poi lamentarsene.
Più seri i dirigenti, che la smettano di pretendere promozioni gratuite
per salvare il numero, la quantità a scapito della qualità; che la
smettano di assecondare genitori sempre più invadenti, rendendosi
complici delle pericolose e distruttive ingerenze di cui sopra; che
siano essi i primi a pretendere il rispetto dell’istituzione che
dirigono (pubblica o privata), mostrando per primi serietà e coerenza
verso gli utenti del sistema scolastico; che la smettano di predicare
impegno a parole quando poi i fatti dimostrano che basta la presenza
(pure discontinua) per superare agevolmente un anno scolastico; che
inizino a dirigere le loro scuole verso un terreno fatto di seria
selettività, capendo che alla lunga questo porterà solo una buona fama
per la propria scuola e vantaggi per la società. Mi piacerebbe che
tutti capissero che la differenza la fanno gli atteggiamenti
quotidiani, che la scuola iniziasse ad esigere serietà e rispetto
mostrando coerenza nello svolgimento delle proprie funzioni e serietà
nel raggiungimento dei propri obiettivi formativi. Il disfacimento
della scuola nasce dall’illusione che il “pezzo di carta” sia
condizione sufficiente per creare cultura, regalandolo a tutti; in tal
modo si è solo inflazionato il valore del “pezzo di carta” stesso.
Grazie alla sinergia tra genitori, insegnanti e dirigenti, ci stiamo
iniziando già a trovare alle prese con una generazione di
professionisti incompetenti ed arroganti; e siamo solo all’inizio!
alessandro.bonforte@ct.ingv.it