Il nostro Paese e gran
parte dell´Europa stanno vivendo un momento di crisi drammatica della
quale il cittadino comune fa anche fatica a darsi spiegazioni nel
bombardamento di "spread", "deficit", "default" eccetera.L´insieme è
abbastanza sconfortante e crea uno stato di deprimente angoscia in
tutti noi.
Tuttavia, proprio nei momenti di crisi e di imminente miseria
l´intelligenza e la ragione vorrebbero che si investisse sul futuro.
Che cosa, se non l´istruzione e la formazione dei giovani possono
costituire il futuro di una nazione ?
In Italia sino ad ora si è fatto il
contrario:
- sulla scuola solo tagli feroci, ponendo gli insegnanti superstiti in
condizioni sempre più difficili e pesanti;
- insegnanti declassati ad operatori dell´istruzione e defraudati del
poco che avevano;
- norme, quelle varate dal ministro della funzione pubblica, che non
portano risparmi ma feriscono la dignità e la libertà dei docenti.
Contro tutto ciò avevamo chiesto un momento di unità sindacale che
superasse le divisioni politiche in nome del bene comune.
Una sola risposta: il silenzio.
Il 12 novembre saremo in piazza più che per manifestare contro un
governo in agonia, se non già morto, per testimoniare la nostra
coerenza; per ribadire la nostra volontà di continuare a batterci,
anche con proposte serie, per fermare il degrado, vincere
l´indifferenza e ridare forza alla scuola italiana ed alla professione
docente. (da Gilda)
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