Dal 1° settembre prossimo gli studenti delle prime classi
degli istituti tecnici e professionali andranno a scuola per 32 ore settimanali, contro le attuali 36. Lo
prevede la nuova normativa sugli organici emanata dal ministero
dell'istruzione il 13 aprile scorso. Le ore diminuiranno anche nelle
classi successive alla prima, anche se non saranno direttamente
interessate dalla riforma. Il nuovo quadro ordinamentale si applicherà
infatti solo alle prime classi. Ma le classi successive subiranno
comunque delle riduzioni di orario, per far quadrare i conti di viale
Trastevere.
(da ItaliaOggi. Di Antimo Di Geronimo)
Dal 1° settembre prossimo gli studenti delle prime classi degli
istituti tecnici e professionali andranno a scuola per 32 ore
settimanali, contro le attuali 36. Lo prevede la nuova normativa sugli
organici emanata dal ministero dell'istruzione il 13 aprile scorso. Le
ore diminuiranno anche nelle classi successive alla prima, anche se non
saranno direttamente interessate dalla riforma. Il nuovo quadro
ordinamentale si applicherà infatti solo alle prime classi. Ma le
classi successive subiranno comunque delle riduzioni di orario, per far
quadrare i conti di viale Trastevere che altrimenti si vedrebbe
chiudere i rubinetti direttamente dal ministero dell'economia per
effetto della cosiddetta clausola di salvaguardia: un meccanismo
contabile che riduce alla fonte le risorse da destinare alle
amministrazioni, quando la Finanziaria prevede tagli alla spesa
pubblica in quel settore. Nei tecnici la riduzione a 32 ore, a
prescindere dalla riforma, riguarderà seconde, terze e quarte classi.
Nei professionali, invece, interesserà le seconde e le terze. Che però
scenderanno dal 36 a 34, salvo poi andare a regime sulle 32 ore a mano
a mano che la riforma Gelmini sarà applicata di anno in anno. Va
ricordato che la riduzione di orario nelle prime classi deriva
direttamente dai regolamenti attuativi del nuovo quadro ordinamentale.
Ma gli effetti più ingenti si vedranno sul monte ore settimanale
complessivo, comprensivo delle co-presenze, che scenderà mediamente da
40 a 35 nei tecnici. Meno ingenti gli effetti sui professionali che,
nel monte ore complessivo (che varia a seconda degli indirizzi da un
massimo di 50 ore a un minimo di 37 ore) perderanno mediamente due ore.
Le decurtazioni di organico avverranno in due fasi. La prima coinciderà
con la formazione dell'organico di diritto e consisterà in una
riduzione di 22mila cattedre. La seconda avverrà in sede di organico di
fatto per le rimanenti cattedre. Per quanto riguarda tecnici e
professionali l'amministrazione ha emanato due decreti con i quali ha
disposto che le riduzioni dalle seconde classi in poi saranno attuate
riducendo del 20% il monte ore settimanale delle discipline che
attualmente vengono insegnate per almeno 3 ore la settimana e gli
insegnamenti tecnico-pratici che vengono svolti in copresenza. Le
discipline interessate perderanno mediamente un'ora la settimana. Si
tratta in particolare di lettere, matematica, scienze e delle materie
più propriamente tecniche, come per esempio economia aziendale e le
varie articolazioni specifiche delle discipline scientifiche. La
circolare del 13 aprile chiarisce, però, che i tre regolamenti del
riordino del secondo ciclo prevedono che le istituzioni scolastiche
possono, previa delibera del collegio dei docenti, utilizzare la quota
di autonomia del 20% dei curricoli, nell'ambito degli indirizzi
definiti dalle regioni e in coerenza con il profilo educativo,
culturale e professionale. Ciò vale sia per potenziare gli insegnamenti
obbligatori per tutti gli studenti, con particolare riferimento alle
attività di laboratorio, sia per attivare ulteriori insegnamenti,
finalizzati al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano
dell'offerta formativa. Poiché l'utilizzo di tale quota non dovrà
determinare esuberi di personale a regime, il sistema informativo ha
attivato una funzione attraverso la quale le istituzioni scolastiche
potranno apportare le modifiche orarie alle classi di concorso (ore in
più in corrispondenza di ore in meno) e contestualmente gli uffici
scolastici territoriali potranno verificare il determinarsi o meno di
situazioni di esubero, e quindi, autorizzare interventi modificativi
del quadro orario. L'utilizzo della quota dell'autonomia non potrà
determinare situazioni di soprannumerarietà. La nuova funzione
riguarderà esclusivamente le classi prime interessate al riordino,
mentre per la classi successive si applicano i criteri previsti dal
regolamento sull'autonomia scolastica (decreto del presidente della
repubblica 275/99). (da ItaliaOggi. Di Antimo Di Geronimo)