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Spesa pubblica: Amo la Chiesa, un po’ meno lo stato del Vaticano. Per questo mi permetto di essere “eretico”.

Opinioni
   Onde evitare equivoci, propongo tre autorevoli definizioni della chiesa cattolica.
1.    La chiesa è madre e maestra.
Lo ha scritto il papa buono, Giovanni XXIII nell’introduzione della sua enciclica del
MATER ET MAGISTRA “Madre e maestra di tutte le genti, la Chiesa universale è stata istituita da Gesù Cristo perché tutti trovassero pienezza di più alta vita e garanzia di salvezza. A questa Chiesa, colonna e fondamento di verità, (Cf. 1Tm 3,15) il suo Fondatore ha affidato un duplice compito: di generare figli, di educarli e reggerli, guidando con materna provvidenza la vita dei singoli come dei popoli, la cui grande dignità essa sempre ebbe nel massimo rispetto e tutelò con sollecitudine. Il cristianesimo infatti è congiungimento della terra con il cielo, in quanto prende l’uomo nella sua concretezza, spirito e materia, intelletto e volontà, e lo invita ad elevare la mente dalle mutevoli condizioni della vita terrestre verso le altezze della vita eterna, che sarà consumazione interminabile di felicità e di pace.
2.    La chiesa è il volto di Cristo in terra.
Lo dice l’incipit della LUMEN GENTIUM (Concilio Vaticano II, 1964)
 “Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16,15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa”.
3.    La Chiesa deve essere al servizio dei popoli.
Basta rileggere l’inizio della POPULORUM PROGRESSIO (1967) di Paolo VI: “Lo sviluppo dei popoli, in modo particolare di quelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dell'ignoranza; che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità umane; che si muovono con decisione verso la meta di un loro pieno rigoglio, è oggetto di attenta osservazione da parte della chiesa. All'indomani del concilio ecumenico Vaticano II, una rinnovata presa di coscienza delle esigenze del messaggio evangelico le impone di mettersi al servizio degli uomini, onde aiutarli a cogliere tutte le dimensioni di tale grave problema e convincerli dell'urgenza di un'azione solidale in questa svolta della storia dell'umanità”

Continuando senza commenti, giro - ai lettori attenti di aetnanet - due “pezzi” freschi di giornata e un appello che circola su Facebook.

A)    Roberto I. Zanini su l’Avvenire.
Bagnasco sulla manovra: «Tutti paghino le tasse» La politica deve «ritrovare e coltivare» il rapporto con la gente, sui problemi che contano, sui valori autentici, a cominciare dalla centralità della persona. La gente «sente di essere abbandonata dal mondo politico», troppo attento a «interessi personali», ha bisogno di una nuova iniezione di fiducia. I cattolici vogliono partecipare, «senza nostalgia del passato vogliono esserci e ci saranno».  Da Madrid, intervistato dalla trasmissione di Raiuno Radioanch’io, il cardinale Angelo Bagnasco interviene sui grandi interrogativi sociali sollevati dalla crisi economica, con un occhio alla Gmg e uno sguardo attento all’Italia, ai suoi sbandamenti politici, al dovere morale di partecipare, ognuno per la sua parte, al bene della società, cominciando col pagare le tasse. In questo la Chiesa, i pastori, senza porsi «dentro alle questioni tecniche», devono essere di «richiamo spirituale ed etico», facendo «appello alla coscienza di ciascuno», perché «sono impressionanti le cifre sull’evasione in Italia» e pagare le tasse «è un dovere di tutti», per contribuire alla vita pubblica e sociale. (…) Anche nell’urgenza e nella necessità dei tagli economici, è necessario che la politica offra maggiore attenzione alla famiglia, che in questa crisi, soprattutto in Italia, è stata ed è «una valvola di sicurezza enorme e sarebbe miope e dannoso non considerarla un ganglio vitale». A questo proposito il cardinale sottolinea che non sarebbe utile per nessuno «perdere questo patrimonio, questo punto fermo: se la famiglia, la vita, la libertà educativa non sono al centro della politica, la società non va da nessuna parte». Dai tagli, sempre da un punto di vista etico, secondo il cardinal Bagnasco, andrebbero salvaguardate anche le missioni all’estero nella porzione in cui «non riguardano tanto i bilanci, ma i diritti fondamentali che in certe parti del mondo non sono rispettati».
Nel medesimo contesto «è necessario rivedere gli stili di vita». Affermazione che è un naturale riferimento ai valori proposti dai giovani a Madrid (anche in contrapposizione a quelli propagandati dalla contestazione laicista) e che l’arcivescovo di Genova non lascia galleggiare nel vuoto, ma concretizza nei particolari riferiti alla realtà italiana, quale risposta etica al difficile momento: «Tutti facciano la loro parte, rinunciando a benefici eccessivi e privilegi».
Di fronte alle deformazioni dell’economia, dello «statalismo» e del «capitalismo selvaggio» si tratta di «individuare correttivi da una sintesi superiore, che insieme accresca il senso dell’uomo. Abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, laddove c’è ancora un livello troppo alto, ci si ricomponga». Se con gli indignados deve esserci dialogo, questo è possibile proprio partendo dal comune «desiderio di giustizia sociale».

B)    Caterina Perniconi su Il Fatto Quotidiano. it
Tasse, i “santissimi” privilegi del Vaticano. Alberghi, bus e turismo religioso: le attività della Santa Sede esentasse costano allo Stato fino a 3 miliardi l'anno. La denuncia dei Radicali: "Non vogliamo l'Ici per le chiese, ma se vogliono fare gli imprenditori allora paghino le imposte come tutti" Alberghi di lusso con terrazze sulla Capitale, società che organizzano viaggi per i turisti della fede, scuole e ospedali. Tutto esentasse o quasi, grazie ai privilegi di cui gode il Vaticano. La denuncia del segretario dei Radicali italiani, Mario Staderini è chiara: con qualche ritocco alle esenzioni della Chiesa cattolica, lo Stato potrebbe risparmiare fino a 3 miliardi l’anno. Nel mirino del partito radicale, Ici, Ires e 8 x mille. La legge istitutiva dell’Ici aveva previsto precise esenzioni per gli immobili destinati al culto e ad usi “meritevoli” (come le attività assistenziali, didattiche o ricreative). Nel 2004, la Cassazione ha dovuto precisare che tale dispensa poteva essere applicata solo fino a quando nell’immobile fosse esercitata in via esclusiva una delle attività “meritevoli”. Nel 2007 fu bocciato un emendamento socialista che proponeva di abbattere l’Ici per gli immobili della Chiesa adibiti a scopi commerciali e grazie a un provvedimento del governo di centrosinistra, adesso basta che non siano “esclusivamente dedicati” al commercio. Quindi sono ancora migliaia gli istituti religiosi in Italia che non pagano questa tassa, convertiti in veri e propri alberghi. E non solo. Basta un chiostro dedicato alla preghiera e qualsiasi immobile o attività può dirsi salvo dalla tassa. A pagare, secondo l’Associazione nazionale dei comuni italiani, sono meno del 10 per cento di chi dovrebbe farlo, con un danno erariale di circa 500 milioni l’anno. Il caso che ha fatto più volte parlare è il convento delle suore brigidine, nella storica cornice di piazza Farnese a Roma, diventato uno degli hotel tra i più gettonati dai turisti stranieri. Tra i privilegi a cui il Vaticano non rinuncia e che i radicali contestano c’è anche l’abbattimento dell’Ires del 50 per cento nei confronti degli enti di assistenza e beneficenza. Per arrivare al contributo dell’8 x mille del gettito Irpef dei cittadini, che supera i 900 milioni l’anno, e viene usato per il sostentamento dei sacerdoti, per interventi caritativi in Italia e nel terzo mondo, per le iniziative nelle diocesi e la nuova edilizia di culto.“Noi non pretendiamo di rimettere l’Ici sulle chiese – spiega ancora Staderini – ma almeno sulle attività commerciali. Lo Stato, in un momento di crisi come questo potrebbe risparmiare fino a 3 miliardi l’anno e il Vaticano pagare con i profitti ricavati dalle attività come tutti gli altri imprenditori”. Il turismo religioso viene valutato dai radicali un giro d’affari da 4,5 miliardi euro l’anno solo in Italia (e considerando esclusivamente i servizi di carattere ricettivo e di trasporto). Sono 35 i milioni di turisti che ogni anno partecipano ad attività di turismo di carattere religioso nel nostro paese, il 30 per cento dei quali viene dall’estero, impegnando 120.000 camere, pari al 15 per cento della capacità ricettiva nazionale. In Italia ci sono oltre 200 mila i posti letto gestiti da enti religiosi, per un totale di 3.300 indirizzi, con circa 55 milioni di presenze ogni anno. Ma gli alberghi non sono l’unica fonte d’introito da turismo per la Chiesa cattolica. L’Opera romana pellegrinaggi, “un’attività del Vicariato di Roma, organo della Santa Sede, alle dirette dipendenze del Cardinale Vicario del Papa”, come si legge nel sito di presentazione, organizza da 75 anni tour per i pellegrini da e per tutto il mondo. Quasi esentasse, nonostante una sede in pieno centro a Roma, in via dei Cestari, e i 7 pullman gialli a due piani che imperversano nelle vie della Capitale, alla cifra di 18 euro a passeggero, noti alle cronache per la denuncia da parte dei lavoratori che venivano pagati in nero. Il meccanismo, raccontato da Valeria Pireddu, una hostess dei bus di “Roma cristiana” al programma Le Iene, era semplice: lei prendeva un euro su ogni biglietto venduto, quindi non era assunta dal gruppo ma in pratica una libera volontaria. In teoria, invece, avrebbe dovuto emettere fattura anche per i 30-40 euro al giorno guadagnati. Che le avrebbero permesso trasparenza, contributi, ferie, maternità. Naturalmente non compresi nel lavoro che le era stato affidato.(…)

C)    Appello su Facebook, già con tantissime adesioni.
 “Perché nel Vaticano c’è poco o nulla di cristiano”. Immaginate la scena: Gesù che, intervistato da un giornalista di Report, si avventura in rocambolesche azioni di mirror climbing per tentare di spiegare come mai gestisce un bed and breakfast senza però pagare l’Ici:“Vabbé  ma io ho comunque delle spese da sostenere per le pulizie, la manutenzione, il personale ecc…”. Il giornalista, da informato qual è, cita un passo del vangelo di Matteo: “(Matteo 10, 7-10):  In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento».”.
A quel punto Gesù non sa più cosa dire, s’infastidisce, mette la mano sulla telecamera ed allontana la troupe televisiva. Il microfono della telecamera ancora accesa, però, riesca a catturare l'ultimo, stizzi commento lasciato dal figlio di Dio: “Mi scusi, eh? Ma le pare modo di impostare un’intervista? Insomma: lei viene qui con il solo scopo di mettermi in difficoltà. E poi con quella cravatta viola. Sarà mica gay?”.
     Poco dopo, si scopre che Pietro e qualche altro discepolo posseggono dei conti correnti in Svizzera sui quali non pagano tasse. Hanno inoltre aiutato alcuni politici italiani ad acquistare a metà prezzo residenze da 40 vani nel pieno centro di Roma. Paolo e Giuda, invece, investono in bond americani e gestiscono una catena di negozi dove si producono statue in oro della Vergine Maria e di tutti gli angeli e gli arcangeli. Prezzo minimo: 2500 euro. Tutti vivono in un blindatissimo stato all’interno del territorio italiano. Uno stato dove, (in)naturalmente, non si pagano tasse, non c’è mai traffico, non esiste contatto autentico e giornaliero con il popolo. Per loro non c’è crisi, non si conosce fame, non esiste miseria ma solo abiti di seta, anelli d’oro, gustosi banchetti, Mercedes con interni in pelle ed un numero corposo di bodyguard e portaborse.
     Da cristiani o specificatamente da cristiani-cattolici come il sottoscritto, questa scena, non vi lascerebbe un minimo interdetti e stralunati? Presi da un misto di confusione, scoramento e rabbia? Possibile che tutto ciò che sopravvive dei cosiddetti “precetti cristiani”, si trovi in quasi tutto fuori dal Vaticano? I sacerdoti, i parroci ed i missionari più eroici, quelli che vivono in africa per 20 anni ai limiti dell’umano e a perenne contatto con la povertà più assoluta; quelli che si fanno ammazzare per combattere la mafia o che lavorano notte e giorno (e gratuitamente) per dare un tetto ed un pasto caldo a terremotati, senzatetto ed immigrati, sembrano così distanti dai palazzi dorati dove invece solitamente transitano gli “alti prelati”. Come si può pensare che Gesù Cristo avesse concepito così il luogo che rappresenta i suoi figli? Come si può pensare ad una struttura gerarchica ed in molti casi smaccatamente capitalistica per la diffusione del pensiero dell’umilissimo figlio di Dio?
     Ora, la questione aperta dalla pagina “Tutte le tasse che il Vaticano non paga” non affronta la tematica dell'eterno scontro tra fede e ragione, credo e non credo; ateismo e religione. In maniera molto più semplice, si preoccupa di sensibilizzare anche gli stessi fedeli su di una questione oramai non più rimandabile: è giusto che lo Stato Vaticano sia così lontano dalle persone che dice di rappresentare? E’ accettabile, nel 2011 e considerando il periodo di forte crisi globale, che la Chiesa Cattolica goda di determinati privilegi fiscali? E si dirà la solita cosa: “Ma la Chiesa è fatta di uomini e quindi di peccatori”. Certo è che, se a questi peccatori fai gestire patrimoni che ammontano a miliardi di euro e li fornisci di un’immunità quasi totale dinanzi alle leggi degli uomini, fai anche in modo da indurli continuamente in tentazione. E allora la richiesta è semplice: in un periodo di rapida (e talvolta feroce) storicizzazione, non sarebbe meglio che, per la sua stessa sopravvivenza, il Vaticano cominciasse a smettere di considerarsi una Spa ed assumesse una struttura ed un’organizzazione più umile, umanitaria e meno ingerente e gerarchica?
     Il cardinale Bagnasco proprio oggi si scandalizzava per l’evasione fiscale e per la manovra che ha colpito le famiglie. E così, su due piedi vien da chiedersi: possibile che il prelato resti invece indifferente dinanzi all’ingiustificata ed oramai intollerabile esenzione fiscale di cui gode la Chiesa di Roma? Lui ce lo vede Gesù a fittare camere a 45 euro a notte e a fare patti con personaggi come Nicoletti ed Angelucci, a coprire episodi di pedofilia e corruzione ecc? L’ardua sentenza non lasciamola né ai posteri né al Signore. Cominciamo ad esigerla noi oggi. Amen.
........................
Non aggiungo altro. Ho grande rispetto per la sensibilità e l’intelligenza del lettore. Da parte mia preferisco stare con Francesco d’Assisi piuttosto che con gli Albigesi, con Tommaso Moro che con Lutero, con Madre Teresa di Calcutta che con… le suore brigidine. De gustibus.
Buone tasse per tutti.

Giovanni Sicali, fuori servizio
giovannisicali_at_gmail.com








Postato il Sabato, 20 agosto 2011 ore 11:42:09 CEST di Giovanni Sicali
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