Se non è da
escludere che un ottimo insegnante, assurto con
‘regolare’ concorso, all’onore, e onere, della
dirigenza scolastica, possa, metamorfizzandosi in
questo ruolo, produrre, nell’esercizio pratico della
sua nuova funzione, risultati, ancorché onesti e decorosi,
non proprio esaltanti , né adeguati all’altezza della sua
pregressa reputazione, come docente, rivelandosi , – il neo
‘convertito’- , inizialmente, forse anche caratterialmente,
magari poco forgiato nell’ affrontare, condividere e
gestire all’uopo un certo tipo di burocratico e formale
potere di apparato, nonché i cavilli normativi inerenti alle
responsabilità dirigenziali ; certo è, invece, ed acclarato, che
da un mediocre docente, di scarsa cultura e di spirito taccagno,
non può venir fuori , in ogni caso, già in partenza, che un
pessimo dirigente,( ancorché, regolarmente e giuridicamente
promosso e dichiarato idoneo al ruolo e alla funzione, di cui
sopra), un dirigente scolastico che cercherà di
mascherare la sua consustanziale modestia culturale e il
suo inconsistente carisma con l’atteggiamento provocatorio
proprio del presuntuoso saccente ed arrogante, e tronfio di sé .
Per questo, sarà un dirigente autoritario, ma solo per difetto di
verace autorevolezza , e prevaricatore, ma solo per eccesso
di narcisistica supponenza! Naturalmente, non ho strumenti
per la dimostrazione scientifica di questo mio convincimento di
base ; ma può -credo- bastare per la comprensione del
fenomeno la semplice esperienza sul campo . Comunque, tra le due
tipologie, preferisco la prima , che certamente è suscettibile di
miglioramento nel tempo. La seconda figura di dirigente, è una vera e
propria lue per chi la deve subire!
Per un docente, incappare in un uomo di tale ‘stampa’, è
una vera iattura, considerato che per una siffatta tipologia
dirigenziale, presuntuosa e ignorante, non c’è speranza di
redenzione, perché la persona nella fattispecie interessata al
comando, si crede, come investita di un potere assoluto, in sé e
per sé perfetta, e immune da ogni umana debolezza o deficienza !
Si sente come un Dio! E ama il culto acritico e cieco della
propria personalità! Non ama essere contraddetto! La qualcosa ,
può provocare danni e tensioni all’interno della scuola inimmaginabili,
sia a livello dei rapporti interpersonali tra docenti e dirigente, sia
a livello del lavoro didattico-educativo e formativo che riguarda
l’intera comunità educante. La scuola – sia ben chiaro- è un
campo di forze sinergiche, non è proprietà assoluta di nessuno , né
tantomeno del Dirigente di turno; essa è , al contrario, di
tutti, e per tutti quelli che vi operano dentro
giornalmente con intelligenza e passione; essa è,
soprattutto, espressione della vita e della cultura, che si
fa viva e propositiva , pur nella distinzione dei ruoli e delle
funzioni di ciascuno, solo attraverso il confronto e lo
scambio libero delle idee e il rispetto reciproco; operosa
palestra dove s’impara tutti, docenti e discenti, con umiltà, ad
esercitare la mente e il cuore al bello al giusto e al vero con spirito
critico e tollerante delle diversità , nonché a
ri-conoscere i doveri e a reclamare i diritti inalienabili della
‘persona’ nell’ osservanza scrupolosa delle regole della
democrazia proprie dello Stato costituzionale!
E questo sa solo un uomo di buona cultura che
si trova ad essere “anche “ un buon dirigente!
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com