Dopo una tre
giorni di trattative molto serrate, ieri sera il decreto è stato
finalmente portato alla firma del ministro. Con un colpo di scena
rispetto a quanto era dato per fatto solo una settimana fa, il ministro
uscente dell'istruzione, università e ricerca, Mariastella Gelmini,
starebbe per autorizzare, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, ben 15 mila Tfa di secondo grado, ovvero i
tirocini formativi attivi attraverso i quali potranno abilitarsi nuovi
docenti per le scuole superiori.
Circa 10 mila in più rispetto al fabbisogno che lo stesso ministero ha
stimato e 4 mila in meno rispetto alle richieste giunte dalle
università. Se le indiscrezioni saranno confermate, per la Gelmini si
tratta di un cambio di rotta deciso. Nelle scorse settimane la sua
posizione di chiusura sui numeri dei nuovi Tfa le era valsa le dure
critiche di quanti, capeggiati da Maurizio Lupi, vicepresidente della
camera e uomo assai vicino a Cl, ritengono che numeri troppo bassi di
nuovi docenti finiscano per privare la scuola italiana delle competenze
di cui ha bisogno a favore dei vecchi precari che navigano (sono circa
200 mila) nelle graduatorie permanenti in attesa di un posto
fisso.
La tesi del ministero è stata, fino a tre giorni fa appunto, di
difesa del regolamento sul Tfa che richiama la necessità di autorizzare
nuovi percorsi in base al fabbisogno stimabile di nuovi docenti.
Obiettivo: evitare il formarsi di nuovo precariato. Se sarà confermata
l'autorizzazione per 15 mila posti, si tratterebbe del triplo del
fabbisogno. Una concessione alle richieste di Lupi che molti
attribuiscono alla fine anticipata del governo Berlusconi IV e al
diverso dispiegarsi della stessa carriera politica della Gelmini. Già
oggi comunque le carta si scopriranno. Sono una decina i decreti che
sono stati firmati negli ultimi giorni a chiusura di percorsi già
iniziati e che altrimenti, con il passaggio di consegne al nuovo
governo, rischiavano di restare lettera morta. Tra questi anche la
certificazione dei corsi di lingue per i docenti, datato 8 novembre. Il
decreto definisce le corrispondenze tra i titoli di studio italiani e
stranieri e i relativi livelli di competenza linguistica tra i 6
previsti dal quadro comune europeo di riferimento. Obiettivo:
assicurare univocità e trasparenza nel rilascio delle certificazione
grazie a un elenco degli enti certificatori pubblicato sul sito.
Intanto a viale Trastevere si preparano per accogliere il nuovo
ministro, che sarà indicato probabilmente domani dal premier
incaricato, Mario Monti. In pole il rettore dell'Università Cattolica,
Lorenzo Ornaghi. Nella mappatura del mondo politico e intellettuale, è
considerato vicino al presidente della Cei, Angelo Bagnasco. (da
ItaliaOggi di di Alessandra Ricciardi)
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