I genitori a
Bologna che digiunano sotto l'Ufficio Scolastico, quelli di Milano
costretti a pagarsi il tempo pieno, i senatori Pdl che vogliono
privatizzare il sostegno: tra la crescita mancata del Paese e i bassi
livelli di apprendimento il nesso c'è...
(di Francesca Puglisi da Pd)
redazione@aetnanet.org
La scuola ha fame. E io digiuno con lei. Lo slogan scelto da
genitori e docenti di Bologna che da alcuni giorni digiunano sotto
l’Ufficio Scolastico Regionale, ha una sua forza icastica che bene
descrive la situazione d’emergenza in cui versa la scuola. Ha fame di
buona volontà e di politiche nazionali serie, e di risorse, perché il
governo Pdl-Lega non ha fatto altro che sottrarre: via il tempo pieno,
via le compresenze di insegnanti, via il sostegno, via i laboratori,
via le certificazioni di sicurezza, via i progetti innovativi.
L’obiettivo del governo Berlusconi è quello di ridurre la scuola
pubblica italiana alla completa anoressia. E così non basta più che i
genitori paghino la carta igienica, che si improvvisino imbianchini o
muratori per sistemare le aule, ora debbono pagare ciò che la scuola
dovrebbe garantire. A Milano da settembre i tagli della terza tranche,
che incidono sull’organico di diritto, costringeranno i genitori a
pagare di tasca propria una cooperativa esterna per il tempo scuola
pomeridiano. Ma non è l’unico caso in Italia. Nei giorni scorsi due
senatori del Pdl hanno presentato un disegno di legge che prevede di
“appaltare” ai privati il sostegno scolastico agli alunni disabili.
L’ennesima assurdità. Ma di assurdità in assurdità, ecco che prende
forma la scuola berlusconiana: i docenti malpagati e umiliati; i libri
di scuola sottoposti a censura preventiva; i servizi essenziali per le
famiglie come il tempo pieno o il sostegno privatizzati e magari
‘regalati’ a qualche azienda amica; gli alunni costretti in edifici non
a norma e in classi superaffollate; l’autonomia scolastica, svuotata di
risorse umane e finanziare, ridotta a parola vuotamente burocratica.
Intanto un economista come Eric Hanushek ci dice che c’è un rapporto
diretto tra i bassi livelli di apprendimento degli studenti italiani
certificati dai test Pisa Ocse e il decennio di “crescita perduta” del
nostro Paese.
La Germania dal 2000 al 2009 ha investito per far recuperare ai propri
ragazzi lo svantaggio: scuole aperte tutto il giorno, servizi educativi
0-6, formazione per gli insegnanti. Nel tempo della crisi, continuano
ad investire in istruzione e la loro economia tira. Da noi la scuola
non è neppure governata: in ben cinque regioni manca il dirigente
dell’Ufficio Scolastico Regionale e 2.871 scuole aspettano un dirigente
scolastico da troppo tempo. Non sorprendiamoci dunque se a Napoli i
bambini trovano topi e scarafaggi in una scuola materna, se a Bologna
si fa lo sciopero della fame e a Milano si paga per un diritto: questa
è esattamente la scuola che vuole il governo di centrodestra.
(Questo articolo è stato pubblicato da l’Unità del 27 maggio 2011, a
pagina 27)