Salvi i ricorsi
ANIEF a pettine. Ancora una volta, una organizzazione sindacale che ha
vanamente difeso una normativa definita “eccentrica” dalla Corte
Costituzionale, fa opera di disinformazione spacciando per notizia un
fatto già noto e correttamente riportato dall’ANIEF, ossia
l’orientamento delle Sezioni Unite della Cassazione favorevole alla
giurisdizione del giudice ordinario in materia di graduatorie.
Se tale vecchia notizia avesse le conseguenze auspicate da tale
organizzazione sindacale, tra l’altro, non si capirebbe perché il
mille-proroghe abbia fatto salvi gli effetti della sentenza della Corte
Costituzionale favorevole all’inserimento a pettine dei ricorrenti.
La verità è un'altra e ci piace ricordarla ancora una volta a chi si
fosse distratto. Sono a tutt’oggi validi ed operanti tutti i
commissariamenti ottenuti dall’ANIEF, con conseguente obbligo del
commissario di inserire a pettine immediatamente i ricorrenti;
sull’unico ricorso su cui vi è stata la dichiarazione di difetto di
giurisdizione, ossia il ricorso 3737/2009, opera l’istituto della
translatio iudicii, previsto dall’ art. 59 della L. 69/2009, in virtù
del quale il processo continua davanti al giudice ordinario con piena
garanzia di tutela dei diritti inizialmente rivendicati innanzi al TAR.
Pertanto i ricorrenti ANIEF andranno a pettine in virtù del
commissariamento in corso o, nel caso del ricorso 3737, potranno
rivolgersi immediatamente comunque al Giudice del Lavoro salvando tutti
gli atti già compiuti.
Se sarà affermata definitivamente la giurisdizione del giudice
ordinario in materia di graduatorie a esaurimento, così come auspicato
in modo autolesionistico da qualche organizzazione sindacale, potranno
avvalersi della sentenza della Corte Costituzionale – proponendo
ricorsi innanzi al Giudice del Lavoro – anche tutti gli altri docenti
inseriti in graduatoria, e ciò in considerazione del termine
quinquennale per agire in quella sede. Il risultato pratico ottenuto,
se sarà definitivamente affermata la giurisdizione ordinaria
consisterà, quindi, in una nuova e poderosa ondata di ricorsi al
Giudice del Lavoro.
Per concludere, i fatti hanno dimostrato e continuano a dimostrare
l'incompetenza di chi, nel tentativo di ostacolare il percorso
giudiziario dei ricorsi patrocinati dall'ANIEF, senza per niente
influire sui processi in corso, ha ottenuto piuttosto l’effetto
diametralmente opposto: allargare a dismisura la platea dei ricorrenti
che, siamo convinti, sapranno valutare a quale organizzazione affidarsi
per la propria tutela. Ribadiamo, pertanto, che a nostro giudizio
sarebbe meglio che certi sindacalisti tornassero in classe, tra i
precari e sui banchi, per studiare almeno un po' di diritto e di
normativa. Almeno per tentare di mascherare la propria deficienza (nel
senso rigorosamente etimologico di “mancanza”) di buon senso e di
rispetto della normativa.
(da Anief)
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