Il 21 marzo 2011, giornata nazionale di
sciopero per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori dei settori
pubblici della conoscenza.
Diciamo basta al declino. Nei giorni scorsi a Palazzo Chigi è andata in
scena una recita con un copione già visto, un ulteriore accordo farsa
che puntella un governo alla frutta.
Una controriforma della pubblica amministrazione agonizzante è stata
rivitalizzata da firme compiacenti in calce ad un testo umiliante.
Per i lavoratori oltre al danno la beffa, voler spacciare questo
accordicchio per una vantaggiosa conquista è paradossale.
Cosa portano quelle firme? Rinnovo dei contratti? Recupero
dell'inflazione? Sblocco delle anzianità? Stabilità per i precari? Le
elezioni delle RSU? No, niente di tutto questo.
La CGIL non ha firmato perché queste
sono le priorità, queste le grandi questioni che vorremmo affrontare.
Invece, non ci sono risorse per la contrattazione, diminuisce il
potere reale delle retribuzioni, è bloccata la mobilità professionale,
si nega ai lavoratori di eleggere i propri rappresentanti per paura di
dover rendere conto del proprio operato, vengono inasprite le sanzioni
disciplinari.
Si sancisce una odiosa divisione dei lavoratori in fasce di
produttività prestabilite, peggio, alcuni di loro sono etichettati come
fannulloni a prescindere (come diceva Totò). Dato che non ci sono
soldi, il 25% sarà comunque escluso da premi.
Ma che premi! Praticamente una trasfusione, dalla scuola esanime, dalla
riduzione del diritto allo studio, dall'asfissia delle università,
dalla ricerca pubblica sottoposta ad un salasso di risorse e
intelligenze, dalle prospettive di vita dei precari.
Per questo la FLC CGIL chiama tutte le lavoratrici e i lavoratori a
ribellarsi. Mettiamo fine a questo scempio.
Il Paese ha bisogno di una svolta, la conoscenza è futuro, fermiamo il
ritorno al passato. (da FLC-CGIL)
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