il MESSAGGERO BELLUNESE
IN MONTAGNA SI PENA PER LE SUPPLENZE
Persiste anche nelle scuole bellunesi di ogni ordine e grado la difficoltà di trovare un supplente. L’iter penalizza vistosamente i nostri istituti.
BELLUNO. Le difficoltà esistono da oltre un anno, cioè da quando la Corte Costituzionale ha annullato la norma che assegnava un punteggio doppio a chi accettava cattedre in montagna, anche se a dire il vero diversi docenti se ne andavano dopo aver accettato la nomina che fruttava loro il doppio punteggio. A questo comunque si è aggiunto un nuovo meccanismo nell’arruolamento dei supplenti e nella redazione delle graduatorie che vengono aggiornate in ritardo e a volte con qualche errore. Bisogna rivelare che la difficoltà sta nel meccanismo di reperimento dei supplenti, in quanto nelle graduatorie c’è gente di tutta Italia; gli insegnanti del posto sono pochissimi e non si possono scavalcare i primi per chiamare subito i residenti in zona. Così vengono affrontate graduatorie chilometriche con spese telefoniche assurde; alla fine nessuno è disponibile e spesso la supplenza finisce prima che si riesca a trovare un supplente. Un tempo veniva richiesto il domicilio, oggi ognuno può indicare trenta sedi in due diverse province. Il meccanismo è perverso ed intralcia il lavoro; è fatto di telegrammi, tempi di avvicinamento alla sede e tempi minimi per le sostituzioni: 15 nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, 5 nelle primarie e 1 giorno nelle scuole dell’infanzia. Le supplenze brevi restano così generalmente scoperte e quelle di una settimana non vengono quasi mai assegnate. Si potrebbe ovviare al problema se ai Dirigenti Scolastici fosse data la possibilità di chiamare subito un supplente locale per buchi da pochi giorni, invece ora bisogna scorrere tutto l’elenco e così alla fine il buco resta scoperto, in quanto per meno di un mese non si sposta quasi mai nessuno.