Cari colleghi,
come è noto, una vecchia C.M. n.266, dell’8 agosto 1963, recita :
“[…] Il Consiglio di classe è il vero centro motore dell’attività
didattica mediante la coordinazione permanente dell’opera degli
insegnanti …organo di contatto reciproco e di rapporto dell’attività
dei singoli docenti, attività che…deve intendersi e attuarsi come
individuale e comunitaria insieme, essendo ciascuno insegnante non solo
educatore, ma coeducatore… dei propri alunni ”. Benissimo. Sic
stantibus rebus, uno pensa che, soprattutto nella scuola dell’autonomia
istituzionalizzata, Il consiglio di classe dovrebbe avere un’
importanza sistemica ancora più rilevante, rispetto al passato.
Purtroppo, spiace rilevare che non sempre è così.
Vi sono, infatti, dirigenti scolastici, pochi per fortuna, che,
pensando che dirigente sia colui che dirige ad altri il proprio
lavoro, delegano a presiedere i C.d.C ., i loro “vice”, o
altri docenti di loro” fiducia”, svilendo così il corretto
funzionamento del C.d.C., senza il quale non c’è garanzia e
giustificazione alcuna della sua conclamata centralità
sistemica organizzativa, culturale ed educativa. Succede spesso
che manchi una corretta verbalizzazione, che qualche docente assente
venga dato per presente, che per la fretta si eludono certe discussioni
o problematiche spinose, o che tra docenti s’innescano simpatie o
antipatie che non facilitano il dialogo cordiale e pacato,
rischiando di offrire uno spettacolo poco decoroso
dello stesso ruolo docente agli occhi increduli di genitori e alunni,
ecc. ecc. Sarebbe più logico, allora, e opportuno, che in
un C.d.C. ad ascoltare docenti, alunni e genitori, e a fare da
moderatore e sollecitatore di proposte operative, anche, e di
cultura, ci fosse il Preside. In tal modo, egli potrebbe avere
contezza, in prima persona, di come vengono svolti, discussi e
monitorati: svolgimento di programmi, assenze, casi delicati di
profitto o di disciplina, sviluppo delle attività interdisciplinari,
piano coordinato delle attività speciali, delle gite e delle visite
didattiche ecc. ecc. Sentire e conoscere in diretta, dalla viva
voce dei vari rappresentanti, lo stato di salute della classe, in
particolare e del suo Istituto, in generale; sapere quali siano gli
interventi da promuovere per migliorare, eventualmente, il rendimento
didattico-formativo del Suo sistema-scuola.
Bisogna, infatti, ricordare che il C.d.C . è organo
giuridicamente perfetto, e che il suo buon funzionamento
assume una centralità d’importanza vitale per una scuola che voglia
essere scuola-comunità, sistema aperto; perché è proprio il
consiglio di classe il luogo dove “si crea e nasce la programmazione
curricolare e didattica “, dove si verbalizzano la legittimità di
uno scrutinio, le motivazioni di un’eventuale sostituzione di un libro
di testo con un altro, dove si discute di obiettivi formativi ed
educativi, di aspetti interdisciplinari, di coordinamento didattico e
metodologico, di verifiche e di valutazioni circa il lavoro svolto e da
svolgere con gli alunni, e di quant’altro sia necessario per il
buon andamento di una scolaresca.
In sostanza, Il Consiglio di classe è una vera e propria “comunità”
finalizzata all’educazione e come tale è una palestra
d’incontro e di confronto oltre che tra docenti della stessa classe
anche tra soggetti esterni alla scuola ma interessati ugualmente al suo
buon funzionamento: i genitori. Sminuirne la dignità e la
fecondità, nuoce al buon nome non solo dell’Istituto, ma
anche del suo Dirigente.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com