Roma- E' uno dei dipinti più importanti eseguiti da Caravaggio in terra diSicilia nell'ultimo periodo della sua vita, dopo la precipitosa fuga daMalta. Ora 'La resurrezione di Lazzaro' (1609), alla fine di uncomplesso restauro compiuto dagli esperti dell'Istituto Superiore perla Conservazione e il Restauro, sarà esposto per la prima volta a Romadal 16 giugno al Museo di Palazzo Braschi. Della tela del MuseoRegionale di Messina tornano particolari scomparsi, come l'autoritrattodel Merisi, e le originarie cromie. Opera imponente (3,80 metri per2,85), il dipinto è da circa sei mesi nella capitale, nelle mani deirestauratori dell'Iscr che, prima di avviare l'intervento, hannocondotto a Messina alcuni saggi di pulitura. Grazie a leggeri solventi,molto volatili, sono subito riemersi particolari fondamentali perrestituire una nuova leggibilità al capolavoro del Merisi. Tra questi,il profilo del Cristo, le braccia spalancate di Lazzaro frementi divita dopo il rigore della morte, l'autoritratto di Caravaggio confusotra la piccola folla che assiste al miracolo. Del resto, il grandeproblema della tela è sempre stato costituito dall'ingiallimento dellevernici usate soprattutto nelle ridipinture settecentesche e cheavevano talmente compromesso il capolavoro da renderne incertal'autografia. Invece, spiega la direttrice dell'Iscr Gisella Capponi,la grande pala, commissionata al genio lombardo dal ricco mercantegenovese Giovan Battista Lazzari per la chiesa dei Padri Crociferi, èuno dei pochi dipinti la cui attribuzione sia ampiamente documentatadalle antiche fonti messinesi. Realizzata tra il 1608 e il 1609, appenal'artista arrivò a Messina da Siracusa, l'opera presenta lecaratteristiche salienti dell'ultimo Caravaggio, da cui derivano levicende conservative dal XVII secolo a oggi. L'impianto altamentedrammatico, con un forte contrasto di luci e ombre, si avvale di unavasta campitura scura, praticamente solo la preparazione bruna dellatela, un espediente (come del resto la pennellata larga) usato dalgenio lombardo per realizzare l'opera in breve tempo a dispetto dellenotevoli dimensioni. Per questo, nel tempo, si sono succeduti numerosiinterventi per cercare di tirare su il tono troppo cupo della scena.L'uso delle vernici, però, non solo ha via via compromesso la letturadel dipinto, ma ha anche causato in alcuni punti la micro-fratturazionedella pellicola pittorica. A sostenere l'impegno dell'Iscr è stata lasocietà MetaMorfosi che ha stanziato 100.000 euro per la comunicazione,l'allestimento delle mostra romana, il trasporto a Messina a lavoriultimati (dove al Museo Regionale dal 22 luglio si svolgerà un'altraesposizione). Per arrivare a Roma, invece, la Resurrezione di Lazzaronella seconda metà del 2011 ha usufruito dello spostamento di un altroCaravaggio, l'Adorazione dei pastori, che Mondomostre ha portato aMosca per l'esposizione del Museo Puskin.
Nicoletta Castagni
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