Nell'incontro
che si è tenuto venerdì 4 novembre, il Ministero dell'Istruzione ha
fornito i dati sugli alunni anticipatari (in allegato). Si tratta di
dati complessi che andranno attentamente analizzati.
Alcuni punti di attenzione scaturiscono immediatamente da una prima
lettura:
l'aumento di quasi 4.000 unità rispetto all'anno scolastico 2009/2010
del numero degli alunni anticipatari nelle scuole statali
una forte disomogeneità territoriale della presenza che è certamente
ricollegabile alla scarsità di servizi educativi per i bambini nella
fascia 0-3, soprattutto al sud
un numero considerevole di alunni iscritti, nati dopo il mese di
aprile: quasi 5.000 nelle scuole statali, per un totale di 8.824,
considerando anche le scuole paritarie
alcuni dati provinciali preoccupanti: vi sono 24 provincie dove un
bambino ogni 5 è un anticipatario e, tra queste, ve ne sono almeno 7
dove la percentuale è superiore al 25% (con il caso limite di Potenza
dove gli anticipatari sono il
40%).
Ricordiamo che la circolare sulle iscrizioni per le scuole
statali prevede che la frequenza anticipata sia condizionata, ai sensi
dell'art. 2 comma 2 del Regolamento n. 89, da:
la disponibilità dei posti e all'esaurimento di eventuali liste di
attesa
la disponibilità di locali e dotazioni idonei sotto il profilo
dell'agibilità e funzionalità, tali da rispondere alle diverse esigenze
dei bambini di età inferiore a tre anni
la valutazione pedagogica e didattica, da parte del collegio dei
docenti, dei tempi e delle modalità dell'accoglienza.
Inoltre, che solo nelle scuole dell'infanzia dei territori montani,
delle piccole isole e di piccoli comuni privi di servizi educativi per
la primissima infanzia e con sezioni con un numero di iscritti
inferiore a quello previsto, è consentita, in via straordinaria, anche
l'iscrizione di bambini di età compresa tra i due e i tre anni, per un
massimo di tre unità per sezione. L'inserimento di tali bambini avviene
sulla base di progetti attivati d'intesa e in collaborazione tra
istituzioni scolastiche e comuni interessati e non può dar luogo alla
costituzione di nuove sezioni.
Vogliamo ricordare e sottolineare che i bambini tra i due e tre anni di
età si trovano in una fase particolarmente delicata dello sviluppo
infantile, che presenta esigenze specifiche sia in relazione al
rapporto con gli adulti, sia sul versante dell'organizzazione degli
spazi, dei tempi, dei materiali e degli arredi. Tutti elementi, questi,
che è sempre più difficile garantire in una scuola dell'infanzia
impoverita sia per quanto riguarda le risorse finanziarie che per
quanto riguarda il personale, docenti e collaboratori scolastici.
È chiaro che questi dati chiamano in causa non solo la scuola statale,
ma soprattutto gli enti locali e le regioni ed evidenziano la necessità
che sui servizi all'infanzia si determini uno sforzo eccezionale,
affinché sia assunto come tema centrale.
Nel mese di giugno abbiamo presentato la nostra proposta sulla scuola
dell'infanzia: Le 10 idee. La scuola dell'essere e dell'avere. Queste
nostre proposte ed idee vogliono essere di stimolo al dibattito, al
confronto con i docenti e il personale scolastico tutto, con gli
amministratori e con le forze politiche. Questo perché non rinunciamo
all'idea di una scuola dell'infanzia capace di riconoscere i bisogni
dei bambini e delle bambine di oggi e di elaborare risposte educative
adeguate. Una scuola socialmente riconosciuta e partecipata, alleata
dei genitori nel difficile compito di educare, radicata nel territorio
e in dialogo con esso. Una scuola autonoma capace di sostenere
l'autonomia dei bambini e delle bambine che possa essere la premessa di
una loro vita piena. A questo hanno diritto le creature piccole, di
questo ha bisogno un Paese che voglia guardare al futuro.
(da Flc-Cgil)
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