La decisione di
incontrare referenti territoriali per le funzioni strumentali,
segnalati dai segretari regionali, parte dalla esigenza di
avviare una prima riflessione sulla opportunità / necessità di
attualizzare il ruolo e le attività delle funzioni nel quadro
delineato dagli interventi normativi sul primo e sul secondo ciclo. La
presenza trasversale delle funzioni strumentali in tutte le
scuole, la complessità organizzativa in continuo aumento a fronte di
una riduzione complessiva di risorse professionali che riversa sulle
scuole e sui docenti problemi di organizzazione delle diverse
attività, ed il dibattito sempre attuale sulla differenziazione
in cui potrebbe articolarsi il profilo professionale dei docenti
costituiscono uno spazio di confronto ricco di spunti di riflessione.
Il confronto è realizzato per procedere alla messa a punto di una più
ampia iniziativa di coinvolgimento da realizzarsi nel mese di
ottobre 2011 quando le scuole affrontano concretamente la procedura di
individuazione degli incarichi e dei compiti ad essi connessi nei
collegi dei docenti.
Le regioni rappresentate nel primo incontro sono: Lazio, Puglia,
Marche, Veneto, Calabria, Sicilia. Francesca Severa ha partecipato
ai lavori in rappresentanza dell’Irase Nazionale.
LE PROPOSTE
Valutazione generale
L’introduzione delle funzioni strumentali dall’anno scolastico
1999/2000 ha positivamente colto l’obiettivo di favorire la gestione
della complessità organizzativa determinata dall’autonomia scolastica;
a questa sono collegate infatti diverse attività organizzative
scaturite dai piani dell’offerta formativa orientati al rafforzamento
della identità di ciascuna istituzione scolastica rispetto alla
pluralità delle istituzioni culturali più o meno formalizzate del
territorio. Valore aggiunto a sostegno della operatività del collegio
dei docenti ed espressione della sua peculiarità tecnico pedagogica, le
funzioni strumentali hanno ricevuto nella fase di avvio una utile
proposta di articolazione in aree di intervento capace di
lasciare alle scuole spazi di interpretazione quanto più
possibile coerenti con il profilo formativo prescelto. Tali spazi si
sono ulteriormente arricchiti a seguito della liberalizzazione
avviata dal CCNL del 2007 che ha accentuato la responsabilità diretta
della scuola sia per definire obiettivi, livelli di impegno, criteri di
attribuzione ed ha affidato alle RSU una maggiore
responsabilizzazione nel valutare le condizioni operative e poter
definire retribuzioni proporzionate alle aspettative, alla
disponibilità delle risorse, ai carichi di lavoro.
Aree e macroaree
L’individuazione di macroaree può ridurre la frammentazione cui le
Funzioni sono sottoposte a seguito della liberalizzazione. Pur
lasciando alle scuole le necessarie valutazioni anche in
relazione alle dimensioni strutturali (numero allievi, numero
docenti, numero e tipologia degli indirizzi e dei settori,
struttura amministrativa del territorio, numero delle sezioni
staccate ecc.ecc.) potrebbero essere prefigurati tre ambiti:
• cura delle attività progettuale didattica interna, di raccordo
con le attività di autovalutazione di istituto e di valutazione di
sistema, ( rilevazione degli apprendimenti, indagini nazionali e
internazionali), a tale ambito potrebbe far capo anche il docente
incaricato dell’ interfaccia con l’INVALSI;
• cura delle attività di sviluppo professionale dei docenti,
formazione, aggiornamento, tutoraggio ecc.;
• area delle attività di collegamento con il territorio, per il
coordinamento della progettualità didattica integrata.
• L’individuazione delle macroaree non esclude che ad una
stessa area siano assegnate più di una figura con una differenziazione
dell’incarico articolato in base alle esigenze.
I rapporti interni
- Rispetto al rapporto con lo staff dirigenziale vanno superate
le commistioni tra i ruoli dei due diversi organismi; la
situazione oscilla tra due estremi: totale delega alle
funzioni strumentali della rappresentanza della scuola nelle
interlocuzioni con l’amministrazione e con le altre scuole, in un
ruolo di supplenza su questioni strutturali come organici, handicap
ecc. che crea confusione, ovvero vaghezza di impegni ed
attività non ben delineata rispetto allo staffa. In altri casi invece
le funzioni sono parte integrante dello staff della dirigenza e
contribuiscono ad orientare indirizzi e governo dell’istituzione.
- Naturalmente la differenza è generata da altri due fattori: lo stile
della dirigenza scolastica ed il clima professionale interno al
collegio dei docenti che deve, per alcuni versi, maturare pienamente in
termini di consapevolezza ed identità autonome e poteri conferiti.
- I rapporti tra i diversi organi ed articolazioni del collegio
sono influenzati dallo stile di dirigenza, se invasivo infatti è in
molti casi anch’esso motivo di fuga dall’incarico, di sminuizione della
funzione, e, spesso, di confusione nella gestione.
- Nel caso del secondo grado, vista la prima fase di attuazione del
riordino non è ancora possibile valutare l’impatto che l’introduzione
di nuovi organismi, quali il Comitato tecnico scientifico per il
rapporto tra offerta formativa e mondo del lavoro, e dei dipartimenti
del collegio genera sulla articolazione delle funzioni e la loro
attività in merito ad ambiti di azioni ed effetti che si prevedono come
di forte intreccio.
Durata
- Una impostazione su mandato che oltrepassi la durata del singolo anno
scolastico, una volta che siano definiti organici di scuola su base
pluriennale, darebbe maggiore respiro al raggiungimento
degli obiettivi ed eviterebbe la burocratizzazione delle procedure di
reincarico;
- Va evitata la rifondazione annuale radicale del POF; la sua
attuazione necessita di tempi più lunghi di un solo anno scolastico: la
durata del mandato delle funzioni potrebbe essere correlata ai
tempi di attuazione del POF rispetto a periodi di validità diversa da
quella annuale.
Procedure
L’individuazione dei docenti destinatari dell’incarico dovrebbe
seguire in modo più coerente le diverse fasi di definizione del POF:
Gennaio - assi portanti dell’offerta (indirizzi settori e
tipologia di attività per il secondo grado), offerta oraria,
aggregazioni operative ed altro per il primo.
Giugno - definizione opzioni formative/revisione validità macroaree di
riferimento. Settembre – a organico certo- livello di dettaglio.
Primo collegio avvio macchina di individuazione, in modo da rendere
immediatamente operativo ed efficace il lavoro delle funzioni rispetto
allo start up didattico e pedagogico, particolarmente per le attività
di accoglienza di nuovi alunni, di orientamento/ri-orientamento ecc.
- tale passaggio può essere semplificato nei casi di
conferma dell’incarico ad uno stesso docente, mentre vanno tenuti sotto
controllo i tempi per l’individuazione di un nuovo incaricato. Va
evitato il periodo di vacanza dal primo collegio al momento della nuova
assegnazione, fase dell’anno in cui anche per il collegio è importante
avere funzioni attive.
- L’assegnazione dell’incarico potrebbe avvenire anche sulla base
della presentazione di un programma di azioni da parte del docente
che presenta la sua candidatura.
- Vanno snellite sia la rendicontazione collegiale, che la
conferma dell’incarico a chi lo ha già ricoperto proficuamente
(poco noto risulta l’intervento di semplificazione realizzato con
l’ultimo contratto.
- in merito alla informazione finale alla collegio si rileva la
diffusione di due diverse opzioni, la prima affida direttamente al
docente incaricato la presentazione dell’attività, la seconda
preferisce lasciare al dirigente scolastico l’illustrazione di
tale attività, previa predisposizione della relazione da parte del
docente incaricato, all’interno delle più generali attività del
collegio finale.
Criteri retributivi
È vero che la retribuzione ha carattere forfettario e che
l’introduzione del cedolino unico offre maggiori garanzie rispetto ai
tempi di riscossione, ma restano alcuni problemi:
- va evitato che la liberalizzazione determini una frammentazione
degli incarichi parcellizzando le risorse e disperdendo in una
eccessiva pluralità di ambiti una gestione del POF che deve comunque
mantenere caratteri di unitarietà e coerenza;
- la mancata indicizzazione delle quote aggiuntive al FIS finalizzate è
una delle cause di fuga dalla funzione, anche in considerazione della
maggiore complessità rispetto ai profili definiti nella prima ora;
esiste poca corrispondenza tra impegno richiesto per svolgere con
serietà l’attività ed il beneficio economico correlato;
- si evidenzia la criticità derivante dall’assegnazione di una stessa
funzione a più di un docente; criticità da sconsigliare al
momento l’adozione di una tale soluzione da parte dei collegi.
Formazione
La formazione è ritenuta necessaria e da recuperare, come opportunità
anche all’interno dei piani di formazione di scuole singole o in
rete.
Va affrontato il problema della trasmissione delle competenze
acquisite nel passaggio dell’incarico da un docente all’altro; come
possibile soluzione potrebbe essere prevista una fase di primo
affiancamento nei confronti del docente neo incaricato.
Sotto il profilo del trasferimento del patrimonio professionale va
recuperato il ruolo del documentarista che raccoglie e rende
disponibili, ad esempio, le relazioni conclusive delle funzioni,
archivia e riposiziona la documentazione acquisita e
prodotta a vario titolo.
La disponibilità di documentazione inerente le attività proprie delle
F. S. costituisce un utile data base per la formazione dei docenti
incaricati e di docenti che aspirino all’incarico.
Prospettive
I regolamenti di riordino dell’istruzione, le modifiche
ordinamentali ed il forte bisogno di potenziamento
dell’autonomia orientano verso un profilo consolidabile
delle funzioni per dare respiro ai problemi ed alle opportunità
che questa ha aperto promuovendo la cultura dell’organizzazione,
sviluppando abilità differenziate in risposta alla specificità del
contesto scolastico, curvando su esigenze che possano raccordare
la singola scuola con le esigenze di modernizzazione complessiva.
Restano valide le premesse di contesto definite nella prima ora -
articolazione della funzione docente in seno al collegio in attesa
della definizione di figure di sistema e parallela alla individuazione
di una differenziazione retributiva connessa al merito nella
esplicazione della funzione didattica e metodologica di pregio
riconosciuto.
Nel caso di recupero di quegli istituti contrattuali lo svolgimento
dell’incarico potrebbe costituire titolo per l’accesso alla figure di
sistema, in ottica di supporto all’innovazione. In tal senso
utili esperienze appaiono quelle di coordinamento tra funzioni
strumentali di scuole consorziate o in rete che
evidenziano un ulteriore problema di gestione della
complessità con grandi carichi di lavoro che si aggiungono a quelli già
grandi della singola scuola. Nel caso di rete, con un organico
fluido assegnato, sarebbe utile sperimentare una o più F. S. di
coordinamento con parziale esonero dall’insegnamento.
Rispetto all’ innovazione inoltre in una delle macroaree andrebbe
ripensata la questione di un referente per le nuove tecnologie, per una
connotazione sempre più marcatamente tecnico pratica del POF,
accentuata dai regolamenti di riordino. L’utilizzo di nuove
tecnologie didattiche dovrebbe risultare funzionale al
miglioramento della qualità dell’offerta con una riduzione degli
impegni dei docenti anche grazie al coordinamento della pluralità di
figure afferenti all’area tecnica: responsabile dell’ufficio
tecnico, assistenti tecnici, insegnanti tecnico pratici ecc. per il
secondo ciclo.
(da UilScuola)
redazione@aetnanet.org