Brusca
inversione di tendenza: quando sembrava che la “stretta” imposta dal
ministro Brunetta avesse determinato una forte riduzione dei
certificati medici, a febbraio gli assenteisti sono tornati in azione.
Tra i docenti più defezioni all’infanzia e alla primaria, mentre tra
gli Ata è boom (+34,3%) di malattie lunghe.
Sembra essere svanita nel nulla la sensibile riduzione del numero di
giorni di malattia del personale scolastico, derivante dalla “stretta”
(fasce di reperibilità allargate, medici di base responsabilizzati,
controlli incrociati ed altro ancora) introdotta con il decreto
legislativo 150/09, la riforma organizzativa della Pa che il suo
fervente ideatore, il ministro della Funzione Pubblica, Renato
Brunetta, aveva fortemente
sponsorizzato.
Quello che sembrava un decremento di assenze oramai acquisito, che lo
stesso Brunetta aveva collocato tra il 20 ed il 30 per cento, è stata
ridimensionato dagli ultimi dati ufficiali riguardanti il mese di
febbraio: rispetto allo stesso mese del 2010, i giorni di malattia sono
infatti aumentati di circa il 15 per cento. Per quanto riguarda le
assenze cosiddette “brevi”, l’aumento di certificati medici (nel
frattempo divenuti telematici) è stato fatto registrare dal corpo
docente (+17 per cento), con picchi tra i maestri d’infanzia e della
primaria, mentre il personale Ata si è fermato ad un incremento, sempre
rispetto ad un anno prima, pari al 12,7 per cento.
Decisamente diverse le percentuali relative alle assenze consecutive
superiori a 10 giorni: se tra gli insegnanti la crescita si è fermata
al 3,1 per cento, tra il personale non docente è un vero boom (+34,3
per cento).
Ora, soprattutto se l’inaspettata inversione di tendenza dovesse essere
confermata a marzo, è il caso di domandarsi cosa può essere successo
per determinare un cambiamento di rotta così vistoso. Premesso che
comunque le assenze annuali per motivi di salute di un dipendente medio
della scuola sono pari, in media, a meno di 10 giorni l'anno (contro
oltre 20 di altri settori), una delle ipotesi più verosimili è quella
che, dopo l’iniziale timore, derivante soprattutto dall’estensione
delle fasce orarie di obbligo di permanenza nel proprio domicilio, gli
assenteisti “cronici” abbiano preso le misure al nuovo sistema. E siamo
così tornati all’antico. (da Tecnica della Scuola di A.G.)
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