Assumere a tempo
indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili: è questa la via
maestra da seguire per dare risposte alle attese dei precari ma anche
per garantire che il reclutamento segua regole chiare e certe. Non è
pensabile che siano i ricorsi e le sentenze a decidere chi e quando ha
diritto di entrare in ruolo.
L’obiettivo che ci diamo non è demagogico, perché i posti vanno
comunque coperti per far funzionare il servizio, e il costo di un
precario equivale, almeno nell’immediato, a quello di un assunto a
tempo indeterminato. Deve essere chiaro che non stiamo chiedendo
“nuove” assunzioni, ma “diverse” assunzioni, che rendendo più stabile
il lavoro possono anche favorirne la qualità e l’efficacia.
E’ fuori discussione che sulle politiche scolastiche si impone un
cambio di passo, dopo un triennio di autentico stress: occorre assumere
fino in fondo la consapevolezza che la scuola è una risorsa strategica,
e farne discendere scelte di investimento e di
sviluppo.
Ma intanto, da subito, si avvii un consistente piano di
assunzioni: una scelta per la quale ci sono le disponibilità e che si
può rivelare, anche rispetto al contenzioso in atto, utile e
conveniente.
Con altrettanta urgenza vanno definite in termini chiari le modalità
con cui gestire l’imminente aggiornamento delle “graduatorie ad
esaurimento”.
Come avevamo da subito rilevato, il quadro normativo che consegue alla
sentenza della Corte Costituzionale si rivela complesso e controverso:
per quanto ci riguarda, riteniamo che la natura delle graduatorie,
specie dopo la loro trasformazione in “graduatorie ad esaurimento”,
imponga di salvaguardare quanto più possibile le aspettative di chi vi
è incluso, senza continui e periodici stravolgimenti delle posizioni
occupate.
Per questo avevamo condiviso, ritenendole sagge ed equilibrate, le
modalità di aggiornamento individuate nel 2007, che per noi restano
anche oggi, pur nel quadro determinato dagli esiti di un estenuante
contenzioso, un importante punto di riferimento.
(da CislScuola)
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