Il 25 marzo
2011, sciopero nazionale di tutti i settori pubblici e della conoscenza.
La Federazione Lavoratori della Conoscenza insieme alla Funzione
Pubblica, per uno sciopero che svuoti i luoghi di lavoro e riempia le
piazze.
Conoscenza, cultura, servizi pubblici,
sono il bersaglio. Tagliare risorse, centralizzare le decisioni,
elevare la precarietà a sistema, sopprimere la democrazia nei luoghi di
lavoro, gli strumenti che il Governo e i suoi paggi usano per
normalizzare e piegare chi non si rassegna al declino.
Nei giorni scorsi a Palazzo Chigi è andata in scena una recita con un
copione già visto, un ulteriore accordo farsa che puntella un governo
alla frutta. Abbiamo già descritto
l'indecorosa sceneggiata, commentato punto per punto e nel merito
l'intesa separata.
Una controriforma della pubblica
amministrazione agonizzante è stata rivitalizzata da firme compiacenti
in calce ad un testo umiliante. Per i lavoratori oltre al danno
la beffa, voler spacciare questo accordicchio per una vantaggiosa
conquista è
paradossale.
Cosa portano quelle firme? Rinnovo dei
contratti? Recupero dell'inflazione? Sblocco delle anzianità? Stabilità
per i precari? Le elezioni delle RSU? No, niente di tutto questo.
La CGIL non ha firmato perché queste sono le priorità, queste le grandi
questioni che vorremmo affrontare.
Invece, non ci sono risorse per la contrattazione, diminuisce il potere
reale delle retribuzioni, è bloccata la mobilità professionale, si nega
ai lavoratori di eleggere i propri rappresentanti per paura di dover
rendere conto del proprio operato, vengono inasprite le sanzioni
disciplinari.
Si sancisce una odiosa divisione dei
lavoratori in fasce di produttività prestabilite. Peggio, alcuni
di loro sono etichettati come fannulloni a prescindere (come diceva
Totò). Dato che non ci sono soldi, il
25% sarà comunque escluso da premi.
Ma che premi! Praticamente una trasfusione, dalla scuola esanime, dalla
riduzione del diritto allo studio, dall'asfissia delle università,
dalla ricerca pubblica sottoposta ad un salasso di risorse e
intelligenze, dalle prospettive di vita dei precari.
Per questo la FLC CGIL chiama tutte le lavoratrici e i lavoratori a
ribellarsi. Mettiamo fine a questo scempio.
Il Paese ha bisogno di una svolta, la conoscenza è futuro, fermiamo il
ritorno al passato. (da Flc-Cgil)
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