Nella
giornata di giovedì 16 dicembre abbiamo dato notizia della
sottoscrizione dell'Ipotesi di contratto sulla mobilità del personale
della scuola per il 2011-2012. L'Ipotesi di contratto è stato
sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali, ma non dalla UIL
scuola, nonostante l'apprezzamento del lavoro fatto da parte della sua
delegazione.
Legittimo non sottoscrivere un contratto, se non se ne condividono i
contenuti. Non lo è addurre motivazioni demagogiche, non vere e tentare
pure di addossare nei fatti, ai sottoscrittori, presunte responsabilità
per una mancata attenzione ai diritti ed alle tutele dei lavoratori.
Sorprendono, infatti, sia il tono che le argomentazioni addotte per
motivare la mancata firma di tale accordo e lo scarso rispetto nei
confronti di tutte le altre organizzazioni sindacali che lo hanno
sottoscritto.
Impraticabili, lesive dei diritti dei lavoratori ed inique le
proposte "demagogicamente" avanzate al tavolo e al termine della
trattativa.
La UIL scuola in un comunicato afferma che "non si è trovato il modo
per introdurre quattro righe per tutelare in concreto le persone che si
troveranno in sovrannumero". La stessa organizzazione dimentica che le
"126 pagine, 52 articoli, 298 commi, 4 allegati" sono il frutto di anni
di lavoro unitario al tavolo contrattuale proprio per tutelare i
lavoratori della scuola con regole certe ed esigibili. Questo grazie
anche al contributo di tutti ed anche di chi oggi ne disconosce il
merito.
Ma quali sarebbero le proposte di "buon senso" fatte che non sarebbero
state accolte? Vediamole nel dettaglio.
La prima proposta
"Mantenimento della titolarità". Questa proposta, che cita solo i
docenti come se gli ATA non subissero le conseguenze dei tagli, oltre
ad essere impraticabile normativamente (nessuno può essere titolare su
di un posto in organico di diritto che non esiste), nei fatti
danneggerebbe gli stessi lavoratori i quali rimarrebbero per un anno
titolari nell'organico di diritto in una scuola, dove il posto non c'è,
rinunciando ad occupare posti in altre scuole disponibili per aumento
di organico o per pensionamento. Si dimentica però di dire, e forse non
a caso, che grazie a questo contratto il perdente posto, sia esso
docente che ATA, oggi ha diritto nei 7 anni successivi a rientrare con
precedenza nella scuola da cui ha perso posto (rispetto ai 5 del
passato), ha diritto, sempre per 7 anni (e non 5 come in passato) a
chiedere ogni anno l'utilizzazione in posti più vicini, se disponibili
in organico di fatto. Quindi, grazie a questo contratto, c'è già la
possibilità di essere utilizzati sugli stessi posti disponibili, solo
che ci si va avendo una sede di diritto vera, e non una fasulla e solo
per un anno come si è proposto. Solo grazie alla responsabilità di chi
ha firmato ci sono diritti in più e non certo in meno, come si vuole
far credere.
La seconda proposta
"Dare la precedenza a chi si sposta, non per scelta, ma perché non ha
più il suo posto di lavoro" . Ma chi perde posto ha già la possibilità
di essere comunque ricollocato in altre scuole del comune, se ci sono i
posti. Quindi questa garanzia c'è già da anni nel contratto sulla
mobilità che anche la UIL scuola ha sottoscritto negli anni scorsi. E'
però anche del tutto evidente che sarebbe sbagliato ed iniquo, nei
confronti dei diritti di tutti, effettuare la mobilità nel comune in
presenza di posti disponibili senza tenere conto dei punteggi e delle
anzianità di chi si vuole spostare, come è stato chiesto. Il diritto ad
essere ricollocati nel comune c'è già, mentre la precedenza nella
scelta della scuola se si hanno meno punti sarebbe ingiusta nei
confronti di chi ne ha di più. Nel caso in cui, al contrario, nel
comune non ci sono posti sufficienti per ricollocare tutti i perdenti
posto in un'altra scuola, questi vengono sistemati nei comuni
viciniori, secondo le rispettive distanze chilometriche, con
"precedenza" rispetto a chi fa domanda volontaria e, dunque, prima
della mobilità volontaria di chi non è perdente posto. Per cui la
tutela dei soprannumerari c'è già! E' proprio grazie a questo contratto
che i lavoratori della scuola, tutti, hanno maggiori garanzie a fronte
dei pesanti tagli del Governo sulla scuola.
In definitiva, questo contratto, assicura al perdente posto la migliore
delle garanzie: ottenere con priorità, rispetto a chi si trasferisce
per sua volontà, il posto più vicino possibile a quello perso, ma
mantenendo il diritto a rientrarvi con precedenza assoluta sia in fase
di utilizzazioni che, per i sette anni successivi, nel corso dei
trasferimenti. Il diritto al mantenimento del posto, e dunque al
rientro con priorità, questo contratto lo assicura a chi perderà posto
nell'anno prossimo, ma lo assicura anche a chi lo ha perso negli ultimi
7 anni e non ha avuto ancora la possibilità di rientrare, visto che i
tagli sono andati avanti per 3 anni.
Infine si afferma che il testo "non dà le tutele necessarie e
possibili, e determinerà la perdita di titolarità e il trasferimento
d'ufficio per migliaia di docenti".
Ma, ci chiediamo, come si fa ad affermare che è il contratto sulla
mobilità che determina la perdita di posti? E' forse il contratto sulla
mobilità che definisce le dotazioni organiche della varie scuole e
stabilisce i tagli? Il taglio pesante dei posti non lo ha fatto certo
il contratto della mobilità, perché questo taglio ha una precisa
paternità. Il mantenimento di una mera "titolarità finta" è, a parere
di tutti gli altri sindacati, non solo impraticabile, ma soprattutto
penalizzante per gli interessati che si vedrebbero occupati, per
trasferimento a domanda volontaria, posti disponibili nelle immediate
vicinanze di quello perso. Ma questo, i lavoratori della scuola, lo
sanno molto bene.
I provvedimenti della Gelmini, tutto sono meno che "provvedimenti
ordinamentali di riforma" come invece si è affermato, e i tagli del
ministro Tremonti non sono "la migliore manovra finanziaria possibile",
come fu definita due anni fa e non certo dalla FLC CGIL. Non si trovino
quindi alibi dell'ultima ora, scaricando sul contratto sulla mobilità
la responsabilità dei disagi e delle difficoltà del personale
determinati solo ed esclusivamente dalla politica scellerata di questo
governo.(da Flc-Cgil)
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