Le
manifestazioni di oggi (ieri ndr) sono il primo passo di una
mobilitazione che si estenderà nei prossimi giorni nelle scuole, negli
atenei, negli istituti di ricerca pubblici, nei conservatori e nelle
accademie.
Questa mobilitazione intende parlare al Paese perché pone questioni che
attengono al futuro delle nuove generazioni che non possono esser
condannate all’ignoranza e alla precarietà.
La massiccia adesione alla prima ora di sciopero proclamato dalla FLC
CGIL, in concomitanza della giornata di mobilitazione di studenti, di
precari e di ricercatori, ha confermato l’interesse per una modalità di
lotta capace di durare nel tempo, di allargare le adesioni senza pesare
molto in termini di perdita salariale.
Nei prossimi giorni definiremo le modalità per la seconda ora di
sciopero ed andremo avanti fino a Natale intrecciando astensione dal
lavoro e iniziative di lotta.
L’opposizione all’idea di società che si vuole imporre, da parte del
Governo e delle imprese, basata sulla riduzione dei dirittisarà la
questione centrale per unificare movimenti, associazioni e sindacato.
La manifestazione promossa dalla Fiom il 16 Ottobre sarà l’occasione
per affermare un nesso inscindibile tra diritti nel lavoro, saperi e
libertà. Per queste ragioni saremo in piazza con gli operai
metalmeccanici.
Vogliamo riformare il sistema d’istruzione, formazione e ricerca perché
non è all’altezza delle sfide che attendono il Paese. Ma quelle del
Ministro Gelmini sono delle controriforme che ci riportano indietro nel
tempo.
I tagli delle risorse, il peggioramento della qualità dell’offerta
formativa, il licenziamento di massa dei precari,l’espulsione della
ricerca dalle università, l’alzare barriere contro ogni diversità, la
riduzione delle retribuzioni e la mortificazione della dignità di chi
opera nei settori della conoscenza sono le cose vere.
Le dichiarazioni del Ministro Gelmini, invece, sono l’occultamento
della verità e la insensatareazione di chi sa di avere contro il Paese!
Ma le bugie mediatiche,il trasformismo e il conformismo sono dilaganti.
Perfino i Rettori barattano la restituzione, peraltro incerta, di pochi
spiccioli con il consenso ad una riforma devastante per l’università
italiana e si permettono pure di mettere in campo pressioni e minacce
per ostacolare la decisione dei ricercatori di astenersi dalla
didattica che, peraltro, non è obbligatoria.
Quei Rettori che difendono gli interessi feudali e che adesso
pretendono di dare lezione di riformismo, il 14 Ottobre vengano con
noi, con gli studenti e i ricercatori a Montecitorio a chiedere una
profonda modifica del ddl. Così dimostrerebbero almeno di voler bene ai
loro atenei.
(da Flc-Cgil)
Domenico Pantaleo
Segretario generale Flc-Cgil
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