«Considerato che non è mai stata messa in dubbio, nemmeno dal Cga, la
validità intrinseca delle prove – continuano i portavoce dei
dirigenti scolastici - rifiutiamo nettamente di essere coinvolti in
un’incomprensibile e ulteriore procedura concorsuale, che non ha alcuna
garanzia di trasparenza e che non tiene conto delle nostre attuali
condizioni di vita e lavorative. Alla luce dell’attuale crisi economica
e dei sacrifici richiesti alla scuola e al Paese, inoltre, ci chiediamo
a chi giovi rinnovare spese ingenti per l’organizzazione di un
concorso-doppione la cui efficacia, in un contesto di assoluta
incertezza del diritto, appare quanto meno dubbia».
I presidi chiedono risposte chiare al Ministero circa le loro attuali
posizioni giuridiche, anche in merito all’anzianità di servizio
maturata e all’esclusione dalla mobilità comunicata dal Miur, ma valida
solo per i dirigenti siciliani.
«Ci chiediamo quale sarà la sorte di quei dirigenti scolastici le cui
scuole verranno soppresse nell’ambito del dimensionamento – continuano
i rappresentanti del Coordinamento – e chiediamo la solidarietà
visibile dei colleghi della categoria che collaborano quotidianamente
con noi. Inoltre, nell’interlocuzione con l’Amministrazione, intendiamo
valutare solo azioni concrete da parte dei sindacati, mirate a creare
forme di agitazione specificamente dedicate alla nostra situazione.
Difenderemo ad oltranza con tutti gli strumenti giurisdizionali le
posizioni guadagnate duramente nell’unico concorso basato sul merito».
«Alla fine di questa brutta storia – concludono i dirigenti scolastici
siciliani - vogliamo essere risarciti per i danni subiti e rendere
pubblici gli elaborati di promossi e bocciati e i verbali, la cui
correttezza sostanziale e formale è stata appurata da diversi studi
legali, affinché anche l’opinione pubblica possa rendersi conto
direttamente di come sia stato creato un caso mediatico per distruggere
l’unico concorso trasparente, espletato nell’ultimo decennio per la
selezione di dirigenti scolastici».
7 giugno 2010