Terminato il giro
di boa delle audizioni davanti alla 1 commissione del senato sul DDL
1557 della riforma della dirigenza emerge ora finalmente con chiarezza
la geografia delle posizioni questa volta non più nascosta nei meandri
dei siti del Parlamento ma svelata anche grazie al nostro attento
lavoro di sentinella dei " presidi". Ebbene dal lungo elenco delle
memorie scritte depositate e consultabili da tutti sul sito del Senato
si configurano chiaramente tre schieramenti che potremmo classificare
come favorevoli contrari e agnostici nei confronti del riconoscimento
della dirigenza ai " presidi ". Almeno sappiamo questa volta con
chiarezza chi appoggia chi sostiene e chi fa il doppio gioco.
Cominciamo con i favorevoli al riconoscimento del ruolo unico della
dirigenza inglobandovi i dirigenti scolastici: Le memorie cristalline
sono quelle della CONFEDIR, della DIRIGENTISCUOLA-CONFEDIR, della CIDA.FP, dell'ASASI l'Associazione delle Scuole Autonome, e del CONSORZIO AETNANET il consorzio delle scuole siciliane.
In tutti questi documenti si dice con chiarezza e si rivendica
l'emendamento a favore della inclusione della dirigenza scolastica
all'interno del ruolo unico della dirigenza scolastica.
Passiamo ora ai contrari che purtroppo rappresentano una congrega
potentissima e agguerrita capeggiata dalla CORTE DEI CONTI e dalla DIRSTAT che rappresenta i burosauri della 1
fascia. In queste sigle si concentrano quelli che siedono nelle
poltrone altolocate e che hanno fatto il bello e cattivo tempo e
resistono con tutte le loro forze al cambiamento, rifiutando qualsiasi
innovazione per mantenere i privilegi invocati come diritti acquisiti.
Analizziamo quindi bene quello che pontificano in questi veri e propri
libelli.
La DIRSTAT di D'Ambrosio (dirstat@dirstat.it) non è
favorevole alla reintroduzione del ruolo unico tout cort con la
motivazione che " I ruoli dei dirigenti istituiti presso ciascuna
amministrazione costituiscono una garanzia di efficienza ed efficacia
per l'azione amministrativa, a salvaguardia della "specificità" che
ogni Ministero rappresenta (es. Giustizia, Interno, Scuola, Sanità,
ecc.) in relazione alla mission istituzionale affidata". Non se ne
parla nenache di superare gli steccati di ogni amministrazione che per
loro rappresenta un privilegio feudale intoccabile.
"Siamo di fronte, leggiamo nel
documento, a un provvedimento in larga parte inutile e, per alcuni
versi, pericoloso in quanto minerebbe il buon andamento e sarebbe
foriero di gravosi contenziosi. La DIRSTAT, pur auspicando che venga
finalmente raggiunto l'obiettivo di una carriera dirigenziale fondata
sul merito, non condivide la proposta abolizione delle due fasce
dirigenziali in quanto l'abolizione delle due fasce dirigenziale
andrebbe ad incidere su diritti acquisiti e sarebbe foriera di un
pericoloso contenzioso soprattutto ove gli appartenenti alla
(sopprimenda) prima fascia dirigenziale (c.d. dirigenti generali), in
sede di procedure per il conferimento degli incarichi (dirigenziali) di
prima fascia fossero "scavalcati" da dirigenti di seconda fascia che
non hanno mai svolto attività di direzione di strutture complesse
(rectius: Uffici dirigenziali di livello generale). Infatti, qualora la
riforma consentisse questi avvicendamenti, per l'amministrazione che
conferisse l'incarico di prima fascia ad un dirigente di seconda
fascia, preferendogli uno appartenente alla (ex) prima fascia
dirigenziale che è sempre stato valutato positivamente, sarebbe molto
complicato non solo motivare la scelta ma anche resistere in un
(eventuale) giudizio in cui sarebbe messo in evidenza un comportamento
quantomeno contradditorio derivante dal fatto che la stessa
amministrazione si troverebbe a dover rinnegare una propria precedente
scelta "scaricando", senza motivo, un dirigente che non solo ha già
svolto funzioni dirigenziali (generali) ma, addirittura, ha sempre
avuto una valutazione positiva nello svolgimento delle suddette
funzioni.
La DIRSTAT non è, pertanto,
favorevole all'introduzione dell'unica fascia dirigenziale con
l'eliminazione dell'attuale articolazione della dirigenza in prima e
seconda fascia".
Il messaggio rivolto al governo e alla classe politica è chiaro e cioè
non vi azzardate a toccare gli equilibri consolidati perché altrimenti
i dirigenti di 1 classe faranno saltare il tavolo.
A dare man forte a questa posizione di ostilità è purtroppo anche la
Magistratura della Corte dei Conti costituita anch'essa da dirigenti
intoccabili di 1 fascia. In 30 pagine fitte di argomentazione i
magistrati stroncano senza pietà tutto l'impianto del DDL 1557
opponendosi al ruolo unico e alla eliminazione delle fasce e vanno
anche dritti all'impianto della retribuzione dirigenziale criticando le
quote di riparto della retribuzione di risultato. Una lettura di queste
30 pagine è istruttiva alla luce di quanto abbiamo sostenuto. Ci
ritorneremo nelle prossime puntate.
Ora passiamo alla terza categoria quella più pericolosa perché non esce
allo scoperto e lavora sottotraccia, preferendo la palude e la
vischiosità. L'abbiamo definita degli agnostici; ma si tratta di
un'apparenza in quanto l'agnosticismo copre l'avversione.
In questo girone collochiamo tutti i sindacati confederali CGIL, CISL,
UIL e lo SNALS e tutte le associazioni professionali dei dirigenti
scolastici. Una menzione a parte merita l'UNADIS il potente sindacato dei ministeriali
guidato da Casagrande che si è dissociato prima dalla CIDA e poi dalla
CONFEDIR, costituendo una Confederazione a proprio uso e consumo
denominata CODIRP. Hanno un centinaio di deleghe ma sono
innestati nei gangli vitali dell'Amministrazione e anch'essi vedono
come il fumo negli occhi i "presidi", anche se per pudore li ignorano
nei documenti. Nella loro memoria sostengono il ruolo unico ma
propongono la " coesistenza di due
figure di dirigente: il dirigente-manager, da formarsi con apposito
corso-concorso presso la SSPA, e il dirigente specialista, che si forma
anche nell'amministrazione e matura e sviluppa competenze sul campo"
; in questa loro ipotesi i " presidi " dove stanno? Sono
dirigenti-manager o dirigenti specialisti? E questi dirigenti
specialisti rientrano nel ruolo unico nazionale dei dirigenti dello
Stato?
I Confederali sono stati auditi e hanno depositato memorie ma in
nessuna di esse si parla di scuola e di dirigenti scolastici e quindi
non sappiamo o meglio non ci fanno sapere quello che pensano
dell'esclusione della dirigenza scolastica dal ruolo unico. Leggere per
credere sempre sul sito del Senato.
Lo SNALS e la CONFSAL non hanno ritenuto neppure di occuparsi della
cosa e non hanno presentato nulla. Così come non si riscontra alcun
materiale intestato alle associazioni professionali della dirigenza
scolastica. Semplicemente non gli interessa o non si occupano di queste
cose spregevoli legati agli stipendi dei " presidi " e al loro status
sociale e professionale.
Questo è lo sconfortante quadro che emerge dall'analisi di questo primo
mese di attività della 1 commissione del Senato che si prepara ora a
discutere l'articolato e per questo ha fissato come termine ultimo ai
suoi componenti per presentare emendamenti al 17 ottobre.
Chi dei Senatori della Commissione ora avrà il coraggio o l'interesse a
presentare l'emendamento che sta a cuore ai " presidi"?
Seguiremo la lunga maratona ancora appena agli inizi e vedremo.
Salvatore Indelicato
s.indelicato@libero.it