Anief-Confedir:
se faranno altrettanto le altre Commissioni parlamentari si metterà
finalmente termine all'enorme mole di contenzioso aperta. Favorendo,
nel contempo, lo svecchiamento del corpo insegnante e la riduzione di
spesa per mantenere in vita i tanti precari dell'Istruzione pubblica.
Tornano a sperare i 4mila docenti della scuola che, pur avendo
raggiunto i requisiti pensionistici, sono stati obbligati a rimanere in
servizio a causa dell'entrata in vigore immediata della riforma
Fornero. Il nuovo testo di legge presentato dai due parlamentari
Ghizzoni e Marzana, rispettivamente del Pd e del M5S, che intende
superare la bocciatura della Ragioneria dello Stato e della Corte
Costituzionale, ha infatti ricevuto il via libera dalla VII Commissione
cultura alla Camera.
L'ennesimo parere autorevole favorevole ai "Quota96", per i quali l'ex
Ministro del Lavoro aveva dimenticato di prevedere il conteggio
dell'anno scolastico 2011/12, conferma che a questi docenti è stato
negato il sacrosanto diritto alla pensione prima da una leggerezza
legislativa e, successivamente, da una modesta volontà politica nel
cercare la necessaria 'copertura' per sanare l'errore contenuto
nell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito,
con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
La VII Commissione della Camera ha quindi fornito parere favorevole,
condizionalo solo al fatto che "la Commissione di merito chiarisca che
tutte le domande pervenute entro il 31 maggio 2014 sono prese in
considerazione dall'INPS prima di procedere alla definizione di un
elenco numerico, sulla base di un criterio progressivo risultante dalla
somma dell'età anagrafica e dell'anzianità contributiva fino al
raggiungimento del limite di 4000 soggetti".
Anief-Confedir chiede pubblicamente ai prossimi parlamentari, in
particolare facenti capo alle Commissioni Bilancio, che presto saranno
chiamati ad esprimersi sui "Quota96", di finirla con il "balletto" dei
numeri economici insufficienti a determinare il pensionamento di tanti
docenti ultrasessantenni che chiedono solo di esercitare un loro
diritto.
A tal proposito, Anief-Confedir ricorda, come indicato anche nella
proposta di modifica, che i docenti a fine carriera vengono per legge
sostituiti da neo-assunti, la cui retribuzione è molto inferiore. E
sarebbero proprio le minori uscite per gli stipendi a coprire in larga
parte gli esborsi dovuti al pagamento delle pensioni del personale
anziano collocato in pensione.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo
Confedir, "sanare, seppure in ritardo, l'incredibile ‘dimenticanza’ del
legislatore sarebbe ancora una soluzione plausibile. Oltre a superare i
tanti contenziosi che ne sono derivati, agevolerebbe, infatti, lo
svecchiamento del corpo docente italiano. Che, vale sempre la pena
ricordare, rimane quello con il numero maggiore, oltre il 60%%, di
insegnanti oltre i 50 anni. Ma non solo, perché di recente, ha fatto
sapere di recente la Ragioneria Generale dello Stato, la permanenza in
vita dei 140mila docenti precari comporta per lo Stato centinaia di
milioni di euro di spesa in più per lo Stato. A differenza di altri
comparti, come Sanità e Regioni, che - conclude Pacifico - assumendo il
personale precario e favorendo il turn over hanno ridotto anche del 33%
la loro spesa".
Anief.org