Per il ministro
dell'Istruzione, Francesco Profumo, il decreto varato ieri 26 marzo che
manda in soffitta i libri cartacei dall'anno scolastico 2014/2015 fa
fare alla scuola italiana un passo avanti importante. Non la pensano
così invece gli editori che continuano non essere d'accordo con
l'iniziativa, varata - dicono oggi 27 marzo - a dispetto delle
obiezioni e delle perplessità da loro espresse. È un provvedimento
«dannoso e inapplicabile», ha scritto l'Aie in una nota.
I punti di dissenso
Gli editori non sono contrari - assicurano - all'introduzione e all'uso
delle nuove tecnologie nelle aule scolastiche. Ma invitano a essere
realisti. Bisogna fare i conti con «l'insufficienza infrastrutturale
delle scuole (banda larga, WiFi, dotazioni tecnologiche...),
rappresentata, con dati e confronti molto eloquenti, poche settimane fa
dall'indagine dell'Ocse» e non si possono ignorare - proseguono - «le
pesanti ripercussioni sui bilanci delle famiglie, sulle quali si
vogliono far ricadere i costi di acquisto delle attrezzature
tecnologiche (pc, portatili, tablet...), quelli della loro manutenzione
e quelli di connessione, che nelle altre esperienze europee e degli
altri paesi a ovest e a est dell'Europa sono solitamente affrontate con
consistenti finanziamenti pubblici». Un punto di vista assai lontano da
quello di viale Trastevere secondo cui nel caso in cui l'intera
dotazione libraria sia composta esclusivamente da libri in versione
digitale la sforbiciata ai tetti di spesa arriverebbe al 30% e i
risparmi ottenuti potrebbero essere utilizzati dalle scuole per dotare
gli studenti dei supporti tecnologici necessari (tablet, pc/portatili).
A parere degli editori invece le intenzioni del ministero «sembrano
frutto della sola determinazione di voler favorire l'acquisto di tablet
e pc e non poggiano su alcuna seria e documentata validazione di
carattere pedagogico e culturale (cosa di non poco conto se si parla di
scuole e di educazione e formazione dei nostri figli); così come non
risulta siano state valutate le possibili ricadute sulla salute di
bambini e adolescenti esposti a un uso massiccio di devices
tecnologici». (Cl.T.)
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