Cari intellettuali, l'appello è inutile. Quando Grillo ha chiamato,voi non avete risposto. Ora siete semplicemente assenti!!
L'appello degli intellettuali a Grillo, di cui tanto si parla in questi giorni, mi fa ridere, e mi rende molto triste, nello stesso tempo. Ma è possibile che codesti intellettuali nostrani non ne azzeccano mai una in politica, e quando ne capiscono qualcosa lo fanno solo sempre arrivando in ritardo? Non hanno capito niente, come al solito, del fenomeno Grillo; né di quello che sta succedendo nel paese dopo l'ondata del successo elettorale. Ma è poi veramente così difficile capire cosa sia successo?
Se io fossi stato, oggi, quello che, per ventura, non sono: un giovane di venticinque o trent'anni, laureato col massimo dei voti ma senza impiego, e senza prospettive; o un quarantenne /cinquantenne licenziato in tronco senza giusta causa, se non quella del fallimento della azienda in cui lavoro, buttato nel lastrico con famiglia a carico e tasse da pagare, o un esodato, o un precario, o un cassintegrato, o un piccolo imprenditore pieno di debiti e senza più credito; ma, ditemi voi, sinceramente: a chi avrei dovuto dare il mio voto, se non centomila volta a un Grillo?
Chi ha votato un Grillo non è più, da tempo, di nessun colore, né rosso né nero; non è più niente; è solo un uomo in rivolta, un deluso, un "indignato" che ha perso la speranza nei vecchi apparati di partiti tradizionali, nella vecchia democrazia rappresentativa parlamentare; uno che, senza lavoro, ha perso pure la propria dignità, il rispetto di se stesso; che non crede alla buona fede più di nessuno, né tanto meno agli inciuci della politica delegata, alle false promesse e ai vaniloqui dei nostri politici.
E allora? che fare?
Semplice: si ribella e si fa Grillo; vota semplicemente la sua protesta.
Vota per "l'apostolo morale", per colui che,scagliando anatemi contro i ladri e i farabutti di un Parlamento invilito, violato e depauperato, contro gli scilipoti e i faccendieri e i furbetti di turno, e gli speculatori di tutte le risme, riesce, meglio di altri, a interpretare il suo malessere e le sue insoddisfazioni, e a sommuovere le sue viscere e i suoi (ri) sentimenti di uomo offeso e umiliato.
Vota e si aggrappa, e si aggrega, al moralizzatore carismatico che lo fa sognare; vota per chi promette, novello Savonarola, la palingenesi del creato!
Che c'è da spiegare, da arzigogolare sui risultati di un Grillo?
Tutto questo è umanamente comprensibile. Grillo è la rappresentazione plastica-vocale, esasperatamente forte e risentita, di una parte notevole del corpo malato di questa Italia che non vuole morire imbavagliata e soffocata dal cancro devastante della crisi economica, politica sociale, etica e culturale; e si ribella come può. Questo solo, oggi, i grillini riescono a dirci: ciò che non sono e ciò che non vogliono.
Cari intellettuali, il Movimento 5stelle ha potuto mietere tanti voti e tanto successo, perché i nostri politici cosiddetti di sinistra hanno fatto "cose di sinistra" solo a parole.
Nei fatti, lo scollamento tra sinistra e classe operaia, tra sinistra democratica e ceto medio, tra sinistra e mondo della cultura, tra sinistra e lavoro giovanile, tra sinistra e riforme, tra sinistra ed equità fiscale, ecc.ecc. , è stato disastroso.
Ma anche voi, cari intellettuali, avete la vostra parte di colpa: siete stati cattivi maestri col vostro sofisticato sinistrismo, e con la spocchia della vostra sicumera; non siete stati capaci di percepire i veri bisogni della gente e di incalzare e di spingere la classe politica dirigente a muoversi nel solco di un più giusto e più equilibrato rinnovamento reale del Paese. Non c'è da fare troppi complicati calcoli, né cercare chissà quali cause "strutturali", né lunghe elucubrazioni di retro-pensieri, per capire la crisi paurosa in cui ci troviamo,oggi. Tutto si tiene. Quale meraviglia se vent'anni di cattiva politica da basso impero, di promesse fatte e mai mantenute,di riforme accennate ma mai realizzate, di dispregio dell'etica dei comportamenti, di connivenze ideologiche anomale, di pseudo cultura nazional-popolare, di compromessi e di reticenze scandalose, di menzogne, di truffe, di ruberie a man bassa, e a viso scoperto, del denaro pubblico; di allegro bunga -bunga, e di festini, e di inutili e salottiere discussioni "a Porta a porta", a Ballarò; di talk show noiosi e ripetitivi di politici e intellettuali vanesi, sordi e insensibili al grido di dolore che saliva inesorabilmente dalle classi più deboli e bisognose del Paese, hanno partorito la rabbia e le urla di tanti cittadini grillini, giovani e no?
C'era da aspettarselo!
Ora si dice dai soliti "maitres à penser":
Sono "inesperti", guidati da un fanatico clown invasato dal demone.
Embè? finora da chi siamo stati guidati?
Da colletti bianchi ispirati dal dio uno e trino: Potere Sesso e Denaro; e da professoroni seriosi e spocchiosi, che hanno con la loro algida esperienza ex-cattedra aggravato la situazione economica ed esistenziale della povera gente e dell'intero Paese, lasciandoci tutti in un pericoloso tunnel! Chi è causa del proprio male pianga se stesso! E' troppo tardi per fare appelli, cari intellettuali! Troppo si è abusato della pazienza dei cittadini onesti e lavoratori. Non si può sempre essere alla ricerca del tempo perduto. Non è tempo più nemmeno di trattare. Bisogna fare! Ha scritto di recente Michele Serra nella sua "Amaca " del quotidiano La Repubblica: "Per anni ci siamo chiesti come mai le nuove generazioni fossero mute. Ora possiamo dirlo un po' di meno. Hanno parlato, e se lo hanno fatto a modo loro, coi mezzi propri, le idee proprie, significa che il nostro mondo, come tutti i mondi, comincia a diventare vecchio".
E tra i giovani grillini c'è tanta voglia di cambiare le solite facce e di rintuzzare infeudati privilegi; c'è nostalgia di un futuro migliore. Diamogli fiducia. Ma senza inciuci!
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com