In risposta alle
"scoperte" fatte da alcune sigle sindacati, riguardo alle
contraddizioni contenute nel Decreto sui TFA e nei relativi Decreti
attuativi, Adida ha pubblicato una breve riflessione, per ricordare la
"maternità" di molte rivendicazioni e per ribadire il proprio impegno a
proseguire nella battaglia.
L’Associazione Adida – Dopo il colpo di coda del Ministro Gelmini
che, con i due “frettolosi” decreti attuativi ha voluto lasciare la
traccia per i TFA al suo successore, scoppiano le polemiche e impazzano
le rivendicazioni. Senza entrare nel merito delle ambiguità in essi
contenute, citando numeri e passaggi per altro già sulla bocca di
tutti, ci sembra importante cogliere comunque l’occasione per fare
alcune dovute
precisazioni.
Forse a qualcuno è sfuggito come, da quando Adida è stata
fondata, la battaglia in favore dei precari di III fascia sia stata
condotta su vari filoni e che questi, in mancanza di un interlocutore
disposto anche soltanto ad ascoltare, si siano tradotti in attività di
ricorso per sollevare, presso le sedi competenti, tutte quelle
problematiche che il Ministero dell’Istruzione ha insensatamente
creato, attuando scelte e promettendo scenari che hanno letteralmente
calpestato i diritti di migliaia di persone.
Senza scivolare in sterili elenchi, ricordiamo soltanto che la
questione del riconoscimento del servizio quale parametro per valutare
i lavoratori precari della scuola, anche quelli di III fascia, ha
attraversato tutte le nostre istanze, anche legali, convinti che
proprio questo fosse un inequivocabile elemento da tener presente e per
la definizione del profilo stesso di insegnate e per ribadire che, in
quanto lavoratori, anche i docenti di III fascia avevano dei diritti da
rivendicare.
Eppure, in questi due anni di attività, spesso Adida è rimasta sola,
unica voce fuori dal coro, a ribadire il valore abilitante del diploma
magistrale (conseguito entro il 2002), che quella di insegnante è una
professione regolamentata, che il CCNL sottoscritto anche per la III
fascia non può essere per questi precari “carta straccia”, ecc.
E tutte le volte che, non ottenendo nulla sul piano politico, Adida non
ha trovato altra strada che quella legale, si è attirata le
incomprensibili accuse di quanti, senza motivazioni e senza la
consapevolezza del diritto, hanno “sparato a zero” sulle iniziative
dell’associazione, tacciandola di tutto, anche di speculazione e di
frode.
Accuse alle quali non abbiamo dato seguito, lasciando ai fatti la
risposta ad ogni pretestuosa e infondata accusa. Se i fatti tardano a
manifestarsi poi, sul piano legale, non è certo “colpa”
dell’associazione che, come tante, sta aspettando gli esiti di una
giustizia lenta, frutto di quelle carenze strutturali alle quali, in
Italia, ci stiamo drammaticamente abituando, anche quando ci toccano.
Ebbene, in questa frastagliata cornice, si collocano oggi le
rivendicazioni di altre organizzazioni e viene da dire “ve lo avevamo
detto” se non fosse che Adida, la prima a portare con convinzione certe
istanze nei luoghi della politica e al MIUR, nelle aule dei tribunali,
in Europa, la sola a cercare da subito, senza esiti, l’appoggio e il
sostegno di altre organizzazioni e dei sindacati, consapevole che ogni
azione di lotta è più forte se non si è soli, non può che compiacersi
se altri, finalmente, hanno maturato la consapevolezza dei diritti
delle categorie messe a dura prova delle “novità” del Ministro Gelmini.
Con la consapevolezza che la strada da seguire per portare a casa i
risultati sperati, Adida ha continuato in questi mesi a sostenere
l’esistenza di assurde contraddizioni nelle scelte della precedente
amministrazione dei MIUR, e continuerà a farlo, con tenacia e
determinazione, senza curarsi delle accuse, talvolta violente, talvolta
ridicole, che quotidianamente è costretta a registrare. Che senso
avrebbe rispondere a chi, senza fondati motivi o solo per amore di
contrasto, cerca lo scontro invece della convergenza?
Pazienza, non saranno queste le ragioni che potranno indebolire la
nostra determinazione, quella che ci ha guidato fino ad oggi, frutto
della coscienza e della conoscenza di quei diritti che, come persone,
prima che come docenti, rivendicheremo con energia fino alla piena
realizzazione dei nostri scopi associativi.
Il Direttivo Adida (da Adida)
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