Continuano ad aumentare
in Italia i cosiddetti ''Neet'' (Not in education, employment or
training): i giovani fra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non
frequentano alcun corso di istruzione o formazione. Nel 2010 sono poco
oltre 2,1 milioni, 134 mila in piu' rispetto a un anno prima e
rappresentano il 22,1 per cento della popolazione nella stessa fascia
di eta' (20,5 nel 2009). E' quanto emerge dal ''Rapporto annuale sulla
situazione del Paese nel 2010'' diffuso oggi dall'Istat.
Nonostante l'incidenza del fenomeno continui a essere piu'
diffusa tra le donne (24,9%), tra i residenti nel Mezzogiorno (30,9%) e
tra i giovani con al piu' la licenza media (23,4%), l'incremento
osservato tra il 2009 e il 2010 ha colpito maggiormente i giovani del
Nord-est (+20,8%), gli uomini (+9,3%) e quanti hanno un diploma di
scuola secondaria superiore (+10,1%). Aumenta, tra i giovani Neet,
anche la componente straniera che, nel 2010, raggiunge il 14,7% del
totale, con un incremento, rispetto al 2009, di quasi 50 mila unita'
(+17,8%). Sono 310 mila gli stranieri Neet, un terzo della popolazione
tra i 15 e i 29 anni. Il 65,5 per cento dei ''Neet'' e' inattivo, anche
se solo la meta' non cerca un impiego e non e' disponibile a lavorare.
I disoccupati rappresentano il 34,5 per cento dei Neet; nel Mezzogiorno
circa il 30 per cento e' disoccupato e il 45 per cento e' comunque
interessato a lavorare. Tra i Neet, vive con almeno un genitore l'87,5
per cento degli uomini e il 55,9 per cento delle donne. Fra queste
ultime, circa 450 mila sono partner in una coppia, con o senza figli e
rappresentano il 38,3 per cento delle Neet italiane. La condizione di
Neet permane nel tempo: oltre la meta' dei Neet, infatti, resta tale
per almeno due anni. D'altro canto, piu' si rimane fuori dal circuito
formativo o lavorativo, tanto piu' e' difficile rientrarvi.
Il confronto europeo mette in luce come, nel 2009, la quota dei Neet in
Italia (20,5%) sia significativamente superiore alla media Ue (14,7%) e
prossima solamente a quella spagnola (20,4%). Ma, a differenza degli
altri paesi, la condizione di Neet in Italia e' in buona misura
riconducibile all'area dell'inattivita' piuttosto che a quella della
disoccupazione, riflettendo una situazione di preoccupante
scoraggiamento: gli inattivi rappresentano il 13,5% dei giovani tra i
15 e i 19 anni, contro il 7,7% della media europea. Sul fronte delle
differenze di genere, nel 2010 quasi un quarto delle giovani donne
appartiene a questa categoria ed emergono forti diversita'
nell'organizzazione dei tempi della giornata da parte dei Neet rispetto
ai loro coetanei. I Neet infatti dedicano piu' tempo al dormire e alle
altre attivita' fisiologiche del mangiare e lavarsi e fruiscono meno
degli altri di cinema, teatri, musei e mostre.
E ancora: leggono meno i quotidiani e usano meno il pc e internet.
Infine, conclude l'Istat, lo stile di vita dei giovani Neet rischia
anche di non essere del tutto salutare, mentre chi lavora o studia fa
sport in oltre il 50% dei casi tra gli inattivi neppure 1 su 4 pratica
attivita' sportive. (ASCA)