Commento e Vi inoltro
il mio “sfogo” in merito all’articolo postato da Pasquale Almirante
ieri 1° febbraio dal titolo “Il brutto caso della formazione per
l’insegnamento dell’Inglese nella primaria”.
Mi sono laureata in Lingue e letterature straniere all’Università di
Catania – specialista Inglese - con 110 (ahimè, senza lode!), mi sono
abilitata superando l’ultimo Concorso a cattedra bandito nel 1999 per
ambiti disciplinari, ottenendo appunto l’abilitazione all’insegnamento
dell’Inglese nelle scuole secondarie di primo e secondo grado (Classi
di concorso A345 e A346). Sono pertanto inserita nelle graduatorie ad
esaurimento della provincia di Catania.
Non mi sono mai fermata, nel senso che sono pienamente d’accordo che il
Longlife Learning (l’apprendimento continuo) è indispensabile nel mondo
della scuola ed in ogni campo lavorativo, frequentando corsi di
aggiornamento docenti (a mie spese) e conseguendo ulteriori titoli di
specializzazione. Mi manca l’ultimo esame per ottenere il Master
universitario di secondo livello in “Didattica della lingua Inglese”
presso l’Università Tor Vergata di Roma.
Mi chiedo: è mai possibile che agli
insegnanti della scuola primaria sia bastato sostenere una semplice
prova d’Inglese durante l’esame d’abilitazione della scuola elementare,
sufficiente ad assicurare loro la possibilità d’insegnare anche la
lingua straniera alla primaria? E noi, docenti specialisti ma ancora
precari, dopo aver affrontato un concorso con tanto di prova scritta ed
orale, non ci vediamo riconosciuto alcun titolo per poter svolgere la
nostra missione (perché è così che io la ritengo) nelle scuole dei più
piccoli?
Da dodici anni svolgo un lavoro che nulla ha a che fare con la mia
passione (l’Inglese) e da quando ho preso l’abilitazione mi occupo di
formazione, insegnando in qualità di docente esperto nei corsi PON, se
e quando vengono pubblicati i bandi, sempre ammesso che riesca a
classificarmi ai primi posti delle relative graduatorie. I compensi
sono assicurati, a conclusione dei corsi e quando vengono erogati alla
scuola dall’Ente preposto, ma si tratta di incarichi brevi e saltuari.
Sono più che d’accordo con Almirante quando suggerisce che si potrebbe
assicurare l’insegnamento della lingua Inglese nella primaria
utilizzando le risorse già qualificate, cioè noi insegnanti
specialisti! Vado per i 46 anni, sono mamma di tre figli (di 20, 15 e
14 anni). Ma quando dovrei trovare la mia collocazione nel mondo della
scuola che tanto mi appassiona? Devo forse attendere l’età
“pensionabile” per ottenere la mia cattedra per cui ho tanto
studiato e continuo a studiare?
Scusatemi per il mio, spero, comprensibile sfogo, ma anche se non varrà
a nulla (visto come vanno le cose in Italia!) mi auguro possa servire
da ulteriore testimonianza a riprova dell’articolo pubblicato ieri.
Grazie.
Lidia Di
Stefano
lidia.distefano@tiscali.it