A Salerno
è stato occupato l'Ufficio provinciale, stessa cosa a Trapani, Palermo
Venezia.
Per il 23 ottobre proclamato uno sciopero dal sindacato autonomo I
precari della scuola in rivolta
Si taglia: oltre 57 mila senza lavoro;
Ma
l'avvio delle lezioni potrebbe subire un improvviso scossone per
effetto dei 15 mila precari, patrocinati dall'Anief (l'Associazione
nazionale insegnanti ed educatori in formazione), che hanno ottenuto
dal Tar Lazio l'inserimento in graduatoria "a pettine" (cioè, in
base
al punteggio) e non "in coda", come preteso dalla Lega, nelle altre tre
province scelte qualche settimana fa.
(fonte: La Repubblica di SALVO INTRAVAIA)
LE
LEZIONI non sono ancora iniziate, le proteste sì. In questo
scorcio
d'agosto, i precari della scuola sono impegnati a protestare contro i
tagli al personale della scuola che lasceranno a casa migliaia di
lavoratori. Tre giorni fa, a Salerno un gruppo di precari ha occupato
la sede dell'Ufficio scolastico provinciale (l'ex provveditorato agli
studi).
Stessa forma di protesta a Trapani, mentre a Venezia
si è svolto un sit-in. E ogni giorno l'elenco delle proteste a
livello
locale si allunga. A Palermo il presidio è diventato permanente
con due
assistenti tecnici (tecnici di laboratorio) che sono al quarto giorno
di sciopero della fame.
Il perché è presto detto. I tagli agli
organici del personale (42 mila e 500 insegnanti e 15 mila del
personale ausiliario in un solo anno) colpiscono soprattutto i precari
della scuola. Secondo una prima stima effettuata dalla Flc Cgil subito
dopo i trasferimenti saranno almeno 16 mila i supplenti di scuola media
e superiore che non troveranno più la cattedra. Cui occorre
sommare i
colleghi della scuola elementare, appiedati dallo smantellamento del
"modulo", e almeno 10 mila Ata che dopo anni di supplenza e
l'aspettativa di entrare di ruolo si ritrovano disoccupati.
Nei
prossimi giorni, quando si svolgeranno le convocazioni per
l'assegnazione delle supplenze, la protesta si estenderà.
Perché
soltanto allora i precari avranno l'esatta percezione di quanti di loro
resteranno senza lavoro. Una situazione che, specialmente al Sud,
rischia di trasformarsi in emergenza sociale.
Intanto i
sindacati affilano le armi. Il 23 ottobre è previsto il primo
sciopero
dell'intera categoria, proclamato dai Cobas, che porterà in
piazza la
scuola assieme a tutti gli altri lavoratori del pubblico impiego.
Ma
l'avvio delle lezioni potrebbe subire un improvviso scossone per
effetto dei 15 mila precari, patrocinati dall'Anief (l'Associazione
nazionale insegnanti ed educatori in formazione), che hanno ottenuto
dal Tar Lazio l'inserimento in graduatoria "a pettine" (cioè, in
base
al punteggio) e non "in coda", come preteso dalla Lega, nelle altre tre
province scelte qualche settimana fa.
Per il momento, il
ministero ha dato indicazioni agli uffici periferici di ignorare la
sentenza (sta partendo il ricorso al Consiglio di stato?) e sulla base
di quelle stesse graduatorie provinciali si stanno assumendo in ruolo
quasi 4 mila docenti e si stanno assegnando tutte le supplenze.
Ma
cosa accadrà se il massimo organismo della giustizia
amministrativa (il
Consiglio di Stato) dovesse confermare quanto già stabilito dal
Tar?
Occorrerà ripetere tutte le nomine, con un inevitabile balletto
di
insegnanti ad anno scolastico abbondantemente iniziato, oppure il
governo si vedrà "costretto" ad emanare un provvedimento
legislativo
(magari un decreto-legge) che "sani" la situazione e faccia passare in
secondo piano i pronunciamenti del Tar.