Appello del dell'enciclopedia
online: servono 6 milioni di dollari, o metteremo la pubblicità. Ma è
polemica di JAIME D'ALESSANDRO.
Da mesi su Wikipedia si invitano i navigatori a donare soldi per
aiutare l'enciclopedia digitale libera più nota al mondo. Ora però
l'appello arriva direttamente dal suo fondatore, quel Jimmy Donal Wales detto Jimbo, che
nel 2001 la mise in piedi. L'obiettivo? Raccogliere sei milioni di
dollari per mantenere un sito fatto da 11 milioni di articoli e
visitato mensilmente da 275 milioni di persone.
Siamo una delle prime cinque realtà del web, recita la lettera di
Wales, ma diversa da tutte le altre. E adesso abbiamo bisogno di aiuto.
Le spese stanno crescendo assieme alla popolarità e lo staff
di Wikipedia è composto da appena 23 persone.
Bisogna migliorare il software che sta dietro l'intera enciclopedia,
per rendere più semplici le ricerche e più facile la scrittura e la
correzione delle voci. Ma promuovere l'accesso libero alla conoscenza
senza fini di lucro significa, almeno per Wales & Co., dire no a
ogni forma di pubblicità.
"Perché dentro Wikipedia, come in un parco pubblico o in una scuola,
non c'è spazio per gli spot. Vogliamo che continui a essere libera e
forte", conclude Jimbo nella sua lettera. Quindi proseguire sulla
vecchia strada, ovvero fare affidamento da un lato sul lavoro dei 150
mila volontari che hanno contribuito a far crescere Wikipedia e l'hanno
tradotta in 256 lingue differenti, dall'altro affidarsi alle donazioni
dei singoli utenti innamorati di questa filosofia. Fra i quali, inutile
dirlo, ci sono diversi nomi illustri, iniziando da Bono degli U2.
Nulla di strano, Wikipedia è diventata parte integrante del World Wide
Web per centinaia di milioni di persone. Immaginare Internet senza di
lei sarebbe infatti come immaginarla senza Google. Eppure, fanno notare
dalle pagine del New York Times e di altri giornali americani, le forme
di pubblicità possono essere molto discrete e ben distinte dal resto
dei contenuti di un sito. E grazie alla popolarità della sua (anzi
nostra) enciclopedia, Wales potrebbe davvero renderla forte e
indipendente se accettasse la presenza di inserzioni commerciali.
Imponendo non solo una filosofia, ma anche un modo di gestire gli
introiti derivanti dalla pubblicità online in maniera diversa dal
solito.
E invece si trova sotto accusa, soprattutto dopo il suo appello. Alcuni
ex dipendenti della Wikimedia Foundation, che gestisce Wikipedia e il
cui consiglio è eletto in parte via mail da tutti i volontari che
lavorano all'enciclopedia, sostengono infatti che Jimbo abbia usato i
fondi con troppa disinvoltura. Danny Wool in particolare, ex figura di
rilievo di Wikimedia, parla di cene da 1.300 dollari e spese da oltre
30 mila dollari mai giustificate. Che per gente come Jarry Yang o Larry
Page, cofondatori rispettivamente di Yahoo e Google, sono spiccioli. Ma
che per Wales, che ha contribuito anche lui a dare forma alla Rete dei
nostri giorni, equivalgono a un tradimento. Almeno per parte di coloro
che formano l'esercito di volontari dietro Wikipedia. Ma l'obiettivo
dei sei milioni sembra ormai a portata di mano. Questo significa che la
libera enciclopedia di Internet potrà continuare sulla sua strada senza
cambiare di una virgola. Almeno per altri dodici mesi.
La Repubblica - 30 dicembre 2008