
Intervenendo al convegno sul tema: “Educazione e Innovazione sulla scia di Don Milani” Daniele Manni, darà testimonianza all’I care” di Don Milani che pone al centro lo studente e lo rende protagonista attivo del processo di formazione.
Pur operando in un plesso scolastico di 200 alunni, si registrano eccellenti progressi e sono numerosi i giovani imprenditori.
In un’intervista rilasciata ai giovanissimi reporter di NovaNews il prof. Manni dichiara: “A mio avviso la scuola ha il compito di scoprire, insieme agli studenti, il talento, la passione, l’attitudine e l’aspirazione di ciascuno, nei più svariati ambiti (tecnologie, moda, sport, sociale, …) e, una volta individuata, aiutarli ad intraprendere, condurre e coltivare queste loro tendenze personali. Questa è la scuola studente-centrica, quella che mette davvero al centro del percorso formativo e di crescita gli studenti. In questo modo le ragazze ed i ragazzi, già in età adolescenziale, realizzano progetti che possono risultare perlomeno inusuali per la loro età.
Con soddisfazione cita alcuni esempi dando testimonianza concreta che le cose si dicono e si fanno
“Alessia (18) e Luigi (17) già da un anno aiutano in un modo molto particolare alcune ragazze afghane a studiare e ad andare a scuola, in totale segretezza. Oltre 30 nostri studenti dai 14 ai 17 anni, opportunamente guidati da Mirko Cazzato, vanno nelle scuole in tutta Italia a rendere i loro coetanei responsabili e proattivi nel prevenire e contrastare il bullismo ed il cyber bullismo; con la startup sociale Matteo ed Enrico hanno la passione per i motori e stanno per lanciare una nuova startup che informa e vende i migliori lubrificanti; Andrea e Francesco fanno i dj da quando avevano 15 anni ed oggi performano sui palchi più prestigiosi”
Ancora una volta il messaggio di Don Milani ritorna attuale e concretizzato. Nell’ambito del progetto orientamento, la domanda da porre agli studenti è: “Tu da che parte vuoi stare?” “Cosa vuoi fare da grande ?” e quindi la scelta va indirizzata verso il cammino liceale o tecnico al fine di dare sviluppo e potenziamento alle capacità e abilità di ciascuno.
“Capita poi spesso di avere studenti non eccellenti nelle varie materie, ma che hanno quel guizzo, quel luccichio negli occhi che, se poni loro mondi diversi da quelli prettamente scolastici, danno il meglio di sé e sono capaci di sorprendere tutti, genitori compresi”.
Ed ecco ancora una volta la regola pedagogica di “saper guardare tutti e osservare ciascuno” e, rispondendo ai loro bisogni, guidarli nella costruzione del personale progetto di vita, originale, unico e irripetibile.
Offrire una scuola nella quale i ragazzi non siano clienti, utenti, o spettatori, ma protagonisti, proattivi e creativi, è l’impegno dei docenti educatori, anch’essi “azionisti” nell’impresa educativa e formativa della scuola.
Giuseppe Adernò
