
Con il grembiule nero e il fiocco bianco, o con il grembiule bianco e il fiocco azzurro o rosa, con la cartella, i quaderni nuovi e i colori i piccoli “remigini” andavano a scuola dopo le vacanze estive.
Queste notizie le hanno trasmesse ai bambini della scuola primaria paritaria “John Dewey” di Catania i nonni che sono venuti a scuola il 2 ottobre e, in occasione della “festa dei nonni”, per un giorno sono stati “maestri in cattedra”, raccontando la storia del passato e insegnando ai ragazzi quali sono i valori importanti della vita.
La maestra ha preparato i bambini all’evento realizzando la costruzione della macchina del tempo che nei diversi simboli descrive il passato, il presente e il futuro. Spostando le lancette all’indietro si rilegge la storia del passato, si evidenziano le differenze di stili di vita, dei comportamenti, delle tradizioni, delle feste, dei giochi, degli abbigliamenti e i bambini hanno potuto ammirare la penna con il pennino e l’inchiostro, il portamatite di legno, i libri illustrati di un tempo, le foto ingiallite dal tempo, il libro di Pinocchio, il libro Cuore e poi ancora i seggiolini in miniatura, tutti in legno, i giochi semplici in legno che facevano divertire i bambini di una volta.
La loro presenza è stata un momento di gioia e di soddisfazione e proprio in occasione della festa degli Angeli custodi, essi diventano gli angeli guida dei piccoli che crescono e con il loro amore trasmettono insegnamenti di saggezza e stimoli nuovi per diventare grandi.
Nel confronto con il tempo passato è stato evidenziato che non c’erano i telefonini e la raccomandazione costante è stata quella di saperlo utilizzare nel modo corretto, senza rimanerne schiavi.
La giornata all’Istituto John Dewey si è conclusa con una serenata che il cantautore Vincenzo Spampinato, nonno della piccola Gloria, ha eseguito con la chitarra. Le poetiche e melodiose parole del canto “e vui durmiti ancora” hanno presentato una foto in bianco e nero del passato, facendo rivivere anche ai bambini l’incanto e la bellezza del tempo che fu.
Alla luce del passato si legge e interpreta il presente e si progetta il futuro.
Giuseppe Adernò
