Pur con i
discussi ‘scatti’ automatici, che il Ministro Carrozza vorrebbe
eliminare, il Mef ha rilevato che nel 2012 il personale della scuola ha
percepito neanche 30mila euro: 790 in meno dell’anno precedente. E
negli ultimi 5 anni l’incremento è stato di mezzo punto percentuale più
basso rispetto al costo della vita. Marcello Pacifico (Anief-Confedir):
i numeri parlano chiaro, sottrarre l’unica forma di avanzamento di
carriera equivarrebbe a condannare quasi un milione di dipendenti allo
svolgimento di una professione in cambio di buste paga non più
paragonabili ad una società avanzata e moderna.
Cancellare gli scatti di anzianità al personale della scuola, come
vorrebbe fare il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza perché
“hanno fatto il loro tempo”, significa impoverire ulteriormente quelli
che già oggi sono i dipendenti meno pagati di tutta la Pubblica
Amministrazione. Scorrendo l’ultimo ‘Conto annuale’, realizzato dal Dipartimento della
Ragioneria Generale dello Stato, nel 2012 docenti e Ata della
scuola hanno percepito in media 29.548 euro annui: un compenso
inferiore anche ai dipendenti dei ministeri, delle regioni e delle
autonomie locali. Le professioni ‘in divisa’ percepiscono circa 10mila
euro annui in più. Rispetto ai lavoratori in forza alla presidenza del
Consiglio del ministri, il gap sale a 20mila euro. E a confronto con
chi ha intrapreso la ‘carriera penitenziaria’ diventa di 50mila euro.
Per non parlare dei magistrati, che, forti della sentenza n. 223/2012
favorevole alla concessione degli ‘scatti, viaggiano su parametri
completamente diversi portando a casa ogni anno oltre 140mila euro.
Come se non bastasse, il personale della scuola è quello che, sempre
nel 2012, è stato maggiormente penalizzato dalla variazione stipendiale
rispetto all’anno precedente: con un -2,6%, pari a 790 euro sottratti,
i contabili dello Stato hanno rilevato il peggior andamento annuo della
PA. Anche perché il segno negativo non ha riguardato tutto il comparto
pubblico: basta dire che nello stesso arco di tempo, i dipendenti delle
regioni a statuto speciale hanno potuto contare su buste paga
incrementate del 3,5%. I magistrati hanno chiuso il 2012 addirittura
con un +8%.
E anche sul lungo periodo, per il personale della scuola le cose non
vanno meglio: nel periodo 2007-2012, pur incrementando la media
stipendiale dell’11,4%, questa rimane sempre inferiore al tasso
d’inflazione che nello stesso periodo è cresciuto dell’11,9%.
Considerando che “il tasso di inflazione medio annuo per il 2012 è
stato pari al 3,0%” (dati Istat) e che nello stesso periodo “in termini
di potere d'acquisto la caduta è stata di ben 4,9 punti, il picco più
alto dall'inizio delle crisi”, non è un’esagerazione dire che gli
stipendi dei nostri insegnanti e del personale non docente sono invece
destinati ad avvicinarsi sempre più alla soglia di povertà.
La Ragioneria generale dello Stato ha provato a dare una spiegazione a
questa vera a propria debacle stipendiale, riconducendola sia “alla
contrazione del personale” (con la scuola che ancora una volta la fa da
padrone, con 200mila posti tagliati negli ultimi 6 anni), sia “alle
manovre di contenimento della spesa pubblica che hanno avuto ad oggetto
il pubblico impiego: blocco dei rinnovi contrattuali e blocco di altri
fattori di crescita delle retribuzioni individuali, come le
progressioni economiche e di carriera”. Che, peraltro, continueranno a
permanere per tutto l’anno in corso a seguito della proroga del blocco
contrattuale imposta dal D.P.R. n. 122/2013.
“Quel che preoccupa è che gli effetti dei dispositivi normativi che
hanno portato a questa situazione – spiega Marcello Pacifico,
presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – hanno comportato
per i dipendenti della scuola un danno crescente: ai ‘tiepidi’
incrementi del triennio 2007-2009, è seguito un progressivo peggiorare
della situazione stipendiale. Dopo il 2010, contrassegnato da appena un
+0,4%, oltre che dall’entrata in vigore del decreto legge 78 che è
andato a bloccare pure la vacanza contrattuale, abbiamo assistito a un
2011 caratterizzato da una crescita retributiva individuale
praticamente nulla. E un 2012 che ha comportato addirittura un
decremento medio retributivo nella PA dell’1% rispetto all’anno
precedente, con la scuola più penalizzata di tutti con un preoccupante
-2,6%”.
“Ridurre ulteriormente il potere di acquisto di un docente o un Ata
della scuola – continua Pacifico – sottraendogli l’unica forma di
avanzamento di carriera, lo ‘scatto’ stipendiale, equivarrebbe quindi a
condannare un milione di dipendenti allo svolgimento di una professione
in cambio di buste paga non più paragonabili ad una società avanzata e
moderna. Vale la pena ricordare che già oggi a fine carriera i nostri
docenti percepiscono quasi 10mila euro in meno rispetto ai colleghi
dell’area Ocde. Ma Anief-Confedir non starà a guardare: ha già da tempo
impugnato alla CEDU la sentenza della Corte costituzionale che ha
dichiarato legittimo il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici.
E ha intenzione di combattere con tutte le sue forze – conclude il
sindacalista - l’impoverimento progressivo dei dipendenti per i quali
opera”.
Stipendi e incrementi stipendiali dei dipendenti della PA a confronto:
Stipendi dipendenti della
PA
2012 Variazione %
rispetto
2007*
Variazione % rispetto 2011*
Scuola
29.548
11,4
-2,6
Vigili del
fuoco
31.421
12,1
-2,2
Regioni a statuto
speciale
35.446
12,5
3,5
Carriere
prefettizie
92.660
17,3
3
Magistratura
141.746
17,9
8
* Percentuali di aumento delle retribuzioni medie pro-capite di
regime relative al personale pubblico per il periodo 2007-2012
Fonte: Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato (dicembre
2013)
Anief.org