Da
sabato 6 ottobre iniziano le iscrizioni: è il momento di fare il punto
sul bando per l'assunzione di 11.542 posti come insegnanti nelle scuole
materne, elementari, medie e superiori. A partite dall'ormai famigerato
quizzone di ammissione. Non mancano le polemiche e i ricorsi. DOPO
mille polemiche, tante anticipazioni e qualche smentita, il concorsone
nella scuola è realtà. Il bando è stato pubblicato una settimana fa ed
è bene fare il punto della situazione. Le polemiche e le minacce di
ricorsi sono proseguite anche in quest’ultima settimana, mentre è
partito il business dei corsi di preparazione per superare la lotteria
del test di preselezione, la prova più difficile in assoluto del
concorso atteso da 13 anni.
In tutte le librerie è possibile trovare ponderosi volumi che
traboccano di test di logica e comprensione del testo. Mentre su
internet con 200 euro ci si può iscrivere ad un corso online, sempre
con lo stesso fine: raggiungere quota 35 nel maledetto quizzone di
ammissione alle prove scritte.
Requisiti di ammissione. I 160mila partecipanti previsti dal ministero
saranno precari già abilitati e laureati con lauree del vecchio
ordinamento. Il bando apre le porte al concorso esclusivamente a coloro
che sono già in possesso di una abilitazione all’insegnamento: i
precari e gli inclusi nelle graduatorie degli ultimi concorsi del 1990,
del 1999 e del 2000.
Ma, per la scuola primaria e dell’infanzia, potranno partecipare anche
i “semplici” diplomati degli istituti e delle scuole magistrali purché
abbiamo conseguito il titolo entro l’anno scolastico 2001/2002. Ammessi
a partecipare anche i laureati in Scienze della formazione, mentre per
partecipare al concorso di scuola media e superiore occorre essere in
possesso di una laurea del vecchio ordinamento: conseguita entro l’anno
2001/02, per i corsi di studio quadriennali, 2002/03 per quelli
quinquennali e 2003/04 per quelli di sei anni di durata.
Esclusi, invece, coloro che sono già di ruolo e meditano di partecipare
per un’altra classe di concorso. Le domande, in modalità esclusivamente
on line, dovranno essere presentate per una sola regione dal 6 ottobre
al 7 novembre.
I posti disponibili. Secondo il bando, sono 11.542 i posti che dovranno
contendersi tutti i partecipanti. Il concorso si svolgerà a livello
regionale e non per tutte le classi di concorso: il ministero ha
svelato i numeri soltanto a bando pubblicato in Gazzetta. Oltre al
concorso per la scuola dell’infanzia e primaria, che si svolgerà in
quasi tutte le regioni italiane, saranno soltanto 25 (7 per la scuola
media e 18 per la scuola superiore) le classi di concorso alle quali
sarà possibile partecipare. Per tutte le altre materie d’insegnamento
resteranno in vigore le graduatorie dei concorsi del 1990 e del 1999.
La prova preselettiva. Per la prima volta, la prova di apertura di un
concorso a posti nella scuola sarà un test a risposta multipla uguale
per tutte le discipline d’insegnamento e i gradi d’istruzione. In 50
minuti, gli aspiranti insegnanti dovranno districarsi tra 50 quesiti a
risposta multipla: 18 di comprensione del testo, 18 di logica, 7 di
informatica e 7 di lingua straniera. Per accedere alla fase successiva,
occorrerà totalizzare 35 punti, stando attenti che ad ogni risposta
errata se ne perderà mezzo. La prova si svolgerà i primi di dicembre,
probabilmente in più giorni, e si svolgerà davanti ad un computer che
darà l’esito in tempo reale. Ogni candidato risponderà ad una diversa
batteria di test, selezionati al momento dal cervellone ministeriale. E
come si conviene ormai nei concorsi pubblici, 20 giorni prima il
ministero pubblicherà una panel di 3000/3500 test tra i quali saranno
sorteggiati quelli della prova preselettiva.
Le polemiche. Lunghissimo l’elenco di polemiche contro un concorso che
non sembra volere nessuno, soprattutto i precari della scuola già
inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Alcuni sindacati – Flc Cgil
in testa – considerano questo concorso una semplice passerella del
ministro Profumo. Secondo l’ex viceministro alla Pubblica istruzione,
Mariangela Bastico, “il concorso per l’assunzione di 11.542 insegnanti,
a causa della tempistica sbagliata, esclude di fatto i più giovani, e
cioè proprio coloro che ripetutamente il ministro dell’Istruzione
Profumo ha dichiarato essere interlocutori privilegiati per il
rinnovamento della scuola”.
E sono moltissimi anche quelli che considerano la procedura di
selezione poco idonea a reclutare i meritevoli. Se il test di
preselezione dovrà verificare le capacità logiche e di comprensione del
testo scritto dei futuri insegnanti, che senso ha pubblicare prima i
test, risposte comprese? Basta una buona memoria per superare la prova,
altro che logica.
Ma non solo. Lo spostamento dell’ultima ora di quasi 1100 posti dalle
regioni meridionali a quelle settentrionali non è piaciuta ai
sindacati, ai quali pochissimi giorni prima che venisse pubblicato il
bando i tecnici del ministero avevano comunicato una situazione
completamente diversa. “L’ultima e definitiva ripartizione dei posti
allegata al bando del concorso ordinario, rappresenta l’ennesima
correzione dei dati sulle disponibilità per le assunzioni dei prossimi
due anni e alimenta le perplessità intorno ad una operazione
frettolosa, approssimativa, carente di trasparenza e di certezza sui
criteri utilizzati”, spiega Francesco Scrima della Cisl scuola.
E l’Anief già prepara un megaricorso al Tar che rileva otto punti di
criticità nel bando e chiede, tra le altre cose, che vengano ammessi i
laureati dell’ultimo decennio e gli insegnanti di ruolo.
I tempi e le altre prove. Il ministero ha più volte manifestato
l’intenzione di immettere in ruolo i vincitori di concorso entro il
prossimo anno. Per questa ragione, la prova preselettiva si svolgerà a
dicembre e pochi mesi dopo si svolgerà la prova scritta, una prova
strutturata con domande a risposta aperta e, eventualmente, una prova
di laboratorio. Per superare l’ostacolo e presentarsi per la prova
orale basterà ottenere 28 dei 40 punti a disposizione della commissione
giudicatrice. L’orale consisterà in due momenti: “Una lezione simulata,
della durata di 30 minuti, su una traccia estratta dal candidato 24 ore
prima della prova orale; un colloquio immediatamente successivo, della
durata massima di 30 minuti, nel corso del quale verranno approfonditi
i contenuti, le scelte didattiche e metodologiche della lezione”,
recita il bando. Otterranno l’abilitazione all’insegnamento e la
cattedra soltanto i vincitori del concorso.
Salvo Intravaia
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