Troppo poco. Non
bastano 132 ore di lezione (di cui 120 on line) per riqualificare un
docente di ruolo, magari di materie tecniche e dunque senza laurea, e
farne un titolare del Sostegno all'handicap. É il coro di critiche che
ha accolto il primo corso di riconversione professionale dei docenti in
esubero (circa 10 mila in tutta la scuola il personale di ruolo, tra
prof e non) che hanno perso la titolarità della cattedra e che
rischiano, senza una nuova collocazione, il licenziamento dopo 2 anni
di cassa
integrazione.
Circa 3 mila solo gli insegnanti tecnico-pratici. L'Ansas, l'agenzia
nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, ha ritirato nei
giorni scorsi il bando di gara del 12 dicembre con sui aveva avviato la
selezione per i tutor dei percorsi di riconversione. Motivazione:
«Sopravvenuti motivi di pubblico interesse e di nuova valutazione
dell'interesse pubblico originario». Tra i più contrari ai percorsi le
associazioni dei genitori di ragazzzi con disabilità, capitanate dalla
Fish, la Federazione italiana per il superamento dell'handicap: «Serve
una formazione vera per un ruolo delicato, quello di aiutare giovani
con difficoltà», attacca la Fish, «i corsi vanno organizzati secondo le
indicazioni del decreto 249/2010, che prevede 60 crediti formativi per
i docenti di sostegno». Contrarissimi anche i docenti di sostegno
precari (800 ore di corso alle spalle e tirocinio) che rischiano di
veder occupare le cattedre libere dai prof riqualificati in pochi mesi.
Trovare la quadra non sarà facile per il ministro dell'istruzione,
Francesco Profumo. La legge prevede che il personale in esubero
rispetto al suo profilo originario di assunzione sia necessariamente
ricollocato: prima la riqualificazione professionale verso altre classi
di concorso con carenza di organico, poi la mobilità territoriale,
anche verso altri comparti della pubblica amministrazionee e in una
regione diversa da quella di appartenenza. Se proprio non si riesce a
piazzare l'insengnate soprannumerario, spunta il ricorso alla cassa
integrazione (due anni all'80% dello stipendio) e infine il
licenziamento. Nella scuola la categoria più a rischio è quella dei
docenti tecnico-pratici.
La classe di concorso con più vuoti in organico, circa 30mila, è quella
del Sostegno.
Ma La strada per annullare il più della prima categoria con il meno
della seconda è tutta in salita. (di Alessandra
Ricciardi da ItaliaOggi)
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