Riparte
l’esame di stato che tanta ansia ai ragazzi elargisce e prati di
parole fertilizza su tutta la stampa nazionale. Novità di quest’anno
per avere l’ammissione sono: le assenze, che non devono superare
indicativamente 50 giorni di lezione, e la sufficienza in tutte le
materie. Tuttavia secondo quanto ci risulta, sono norme che ogni
consiglio di classe ha cercato di superere con tutte le acrobazie
dialettiche di cui dispone, proprio perché bloccare un candidato solo
per il fatto che abbia sforato di qualche ora le presenze o
in una (ma anche più) disciplina sia fiorito un 4 appare fuori
dalla logica per cui la scuola è stata inventata. Compito della
istruzione, diceva don Milani, è di promuovere e non di bocciare, in
conformità con ciò che è risultato da un convegno organizzato l’anno
scorso da una nota associazione di docenti. Sufficienze a tutti allora
e giustificazione, più o meno motivata, delle assenze mentre
qualche mamma, non certo la ministra, si pone la domanda della validità
razionale e giuridica di un esame che già in partenza ha dato la
promozione, nelle sembianze della ammissione, a ciascun candidato: e se
tutti hanno sei come si fa a bocciare? Potenza della logica, si
direbbe, se non ci fosse da rispettare un rito che pretenderebbe
invece, più che un voto unico finale, una certificazione delle
competenze in ciascuna materia di modo che del diplomato l’impresa,
se chiede lavoro, ma pure l’Università, se continua gli studi,
sappia già dove zoppica o dove corre. Ma forse tempo verrà e si attuerà
questa vecchia proposta già dormiente in parlamento. E fibrillazione
pure per le commissioni a cui è stato chiesto, da un nutrito
gruppo di docenti, di vigilare per evitare scopiazzature e pure
raccomandazioni. Richiesta paradossale tuttavia per la scuola se si
considera che il merito, per definizione, non ama le spintarelle né gli
sciacallaggi copiatori. In attesa le scuole private dove la gran parte
dei professori esterni non ama andare per paura di sorprese che però
sono contro bilanciate dai gestori tremebondi di vedersi appioppato
qualche commissario in vena d’angherie. In ogni caso sembra che la
percentuale dei non ammessi agli esami si sia alzata, ma di poco,
mentre su internet girano tesine bell’e pronte, quelle che dovrebbero
avviare la prova orale, insieme al toto-tema per il primo giorno
dello scritto, il 22 giugno, sul titolo del quale tutto il mondo giura
che sarà sul centenario dell’Unità. E dopo 150 anni di fasulle
previsioni azzeccarne una sembra pure possibile.
Pasquale
Almirante - La Sicilia del 19 giugno 2011