Da marzo 2020 da quando è stata dichiarata
la cosiddetta pandemia gli studenti italiani, più di ogni altro loro
coetaneo
europeo, praticamente salvo pochi giorni di ordinarie lezioni, non
hanno più
frequentato in presenza le lezioni; la sola alternativa della didattica
a
distanza, nonostante il più che ordinario impegno profuso dagli
insegnanti, non
rappresenta che una brutta copia di ciò che dovrebbe essere un serio
corso di
studi.
La scuola italiana già abbandonata sia nelle strutture sia nei programmi che privilegiano un presente sganciato da una indispensabile conoscenza del passato e proiettato acriticamente verso un futuro incerto, sta subendo il colpo mortale non per il virus ma per la cattiva gestione di questa emergenza.
Diffondendo paura con la complicità dei mezzi di informazione, il governo peggiore del mondo, che ha realizzato il record mondiale di morti e la peggiore decrescita del pil, ha introdotto una serie di norme e divieti in alcuni casi assurdi se non ridicoli come per esempio i banchi a rotelle, inoltre molti presidi dal canto loro non hanno fatto altro che essere “più realisti del re” aggiungendo altre restrizioni piuttosto che cercare soluzioni alternative che esistono.
Ogni scusa per contenere i contagi è stata buona per chiudere le scuole e sospendere le lezioni in presenta causando un grave danno agli studenti e alle loro famiglie, danni le cui ripercussioni vedremo nei prossimi anni; è stato loro negato il diritto allo studio costituzionalmente garantito sulla base di numeri che non giustificano da soli niente, infatti, premesso che il coronavirus non è “il flagello di dio”, ed è curabilissimo, occorre ribadire cha i contagiati non sono ammalati, la scuola è anche formazione alla vita e nella vita i rischi esistono quindi impedirgli di affrontare una realtà preservandoli chiusi in una campana di vetro non fa il loro bene.
Quest’ulteriore ed ingiustificata misura restrittiva di sospensione almeno fino a gennaio, condivisa dal governo regionale di Musumeci e dal sindaco di Catania Pogliese, non è più accettabile, quindi, come Popolo della Famiglia, facciamo un appello per un ripensamento di questa grave decisione e quindi per la riapertura di tutte le scuole in presenza.
La politica deve ritrovare la sua legittimazione avendo a cuore il miglioramento delle condizioni di vita e non contribuire ad accrescere la paura e nelle sue scelte non può essere guidata da un organo di presunti esperti senza alcuna rappresentanza politica e, se il Comitato tecnico scientifico regionale ha o come dovrebbe avere solo un compito consultivo, chiediamo in nome di una maggiore rappresentatività della società la presenza anche di un rappresentante delle imprese, del mondo della scuola e naturalmente di un rappresentante delle famiglie siciliane.
redazione@aetnanet.org
La scuola italiana già abbandonata sia nelle strutture sia nei programmi che privilegiano un presente sganciato da una indispensabile conoscenza del passato e proiettato acriticamente verso un futuro incerto, sta subendo il colpo mortale non per il virus ma per la cattiva gestione di questa emergenza.
Diffondendo paura con la complicità dei mezzi di informazione, il governo peggiore del mondo, che ha realizzato il record mondiale di morti e la peggiore decrescita del pil, ha introdotto una serie di norme e divieti in alcuni casi assurdi se non ridicoli come per esempio i banchi a rotelle, inoltre molti presidi dal canto loro non hanno fatto altro che essere “più realisti del re” aggiungendo altre restrizioni piuttosto che cercare soluzioni alternative che esistono.
Ogni scusa per contenere i contagi è stata buona per chiudere le scuole e sospendere le lezioni in presenta causando un grave danno agli studenti e alle loro famiglie, danni le cui ripercussioni vedremo nei prossimi anni; è stato loro negato il diritto allo studio costituzionalmente garantito sulla base di numeri che non giustificano da soli niente, infatti, premesso che il coronavirus non è “il flagello di dio”, ed è curabilissimo, occorre ribadire cha i contagiati non sono ammalati, la scuola è anche formazione alla vita e nella vita i rischi esistono quindi impedirgli di affrontare una realtà preservandoli chiusi in una campana di vetro non fa il loro bene.
Quest’ulteriore ed ingiustificata misura restrittiva di sospensione almeno fino a gennaio, condivisa dal governo regionale di Musumeci e dal sindaco di Catania Pogliese, non è più accettabile, quindi, come Popolo della Famiglia, facciamo un appello per un ripensamento di questa grave decisione e quindi per la riapertura di tutte le scuole in presenza.
La politica deve ritrovare la sua legittimazione avendo a cuore il miglioramento delle condizioni di vita e non contribuire ad accrescere la paura e nelle sue scelte non può essere guidata da un organo di presunti esperti senza alcuna rappresentanza politica e, se il Comitato tecnico scientifico regionale ha o come dovrebbe avere solo un compito consultivo, chiediamo in nome di una maggiore rappresentatività della società la presenza anche di un rappresentante delle imprese, del mondo della scuola e naturalmente di un rappresentante delle famiglie siciliane.
redazione@aetnanet.org