Sul n. 11 del 10
febbraio de "La Tecnica della Scuola" intervista esclusiva al
Sottosegretario al Ministero dell'istruzione. Integrazione fra processi
di autovalutazione e di valutazione esterna con indicatori comuni di
riferimento. Delicato il tema sulla valutazione dei docenti, vera
priorità quella dei dirigenti scolastici. Intanto, occorre impostare
diversamente le modalità di reclutamento.
Sul tema della valutazione, un filo lega Profumo alla Gelmini: è
l’impegno preso con l’Europa dal precedente governo di accrescere
l’accountability delle singole scuole sulla base delle prove Invalsi e
di valorizzare il ruolo dei docenti, ovvero il “capitale umano”. In
questo contesto, autonomia “responsabile” e valutazione vanno insieme.
Ne abbiamo parlato con Elena Ugolini, sottosegretario all’Istruzione,
esperta in materia.
> Lo scorso anno, la valutazione degli istituti scolastici è stata
oggetto del progetto sperimentale VSQ (Valutazione per lo Sviluppo
della Qualità delle scuole) che punta, attraverso la misurazione del
miglioramento degli apprendimenti e del valore aggiunto operato dalle
scuole, a distribuire incentivi economici e premialità per far scattare
meccanismi virtuosi.
Si intende continuare con convinzione su questa
strada?
Valutare
la scuola solo attraverso una rilevazione esterna, standardizzata degli
apprendimenti senza usare altri indicatori e senza “andare a vedere sul
campo”, potrebbe essere fuorviante. Per questo la sperimentazione VSQ,
di cui vedremo i risultati solo fra due anni, può essere importante.
Personalmente non credo che il calcolo del valore aggiunto che una
scuola può dare in termini di miglioramento dei livelli di
apprendimento dei suoi studenti, possa risolversi con un algoritmo. Il
cuore della scuola è l’educazione, il rapporto che si può stabilire tra
docenti e studenti all’interno delle migliaia di ore che
contraddistinguono il percorso scolastico dei nostri figli, ed il suo
valore aggiunto non può prescindere dall’esito nei livelli di scuola
successivi, dall’inserimento nel mondo del lavoro, dal percorso fatto
tenendo conto delle diverse condizioni socio economiche e famigliari e
di contesto di partenza.Le migliori esperienze che abbiamo a livello
internazionale vedono unacontinua integrazione fra processi di
autovalutazione e di valutazione esterna.
La valutazione esterna senza un collegamento con la valutazione interna
diventa un’azione di mero controllo che le scuole accettano con
difficoltà, ma all’opposto la sola valutazione interna, senza
indicatori comuni di riferimento e risultati attesi, rischia di essere
un’operazione autoreferenziale. (da TecnicaDellaScuola)
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