Primo anniversario di Cesarina Checcacci. Presidente emerita dell’UCIIM
Data: Mercoledì, 26 agosto 2020 ore 08:05:00 CEST Argomento: Redazione
E’ trascorso un
anno dalla dipartita della Prof.ssa Cesarina Checcacci, (26 agosto
2019)
cofondatrice
insieme a Gesualdo Nosengo dell’UCIIM (Unione Cattolica Insegnanti
costituita
nel 1944), per oltre venti anni (1974-1997) alla presidenza dell’Unione.
Figura centrale dell’associazionismo
cattolico, iscritta alla Compagnia di Gesù Maestro, ha vissuto
con una forte impronta
personalistica e comunitaria la sua “vocazione-missione” di educatrice,
ha coordinato dal Consiglio Nazionale della
Pubblica Istruzione la stagione delle riforme della scuola media (legge
n. 1959
del 1962, e “I nuovi programmi del 1979” e della scuola secondaria
superiore,
con tutte le sperimentazioni innovative del progetto Brocca.
Importante è
stato il suo contributo all’introduzione dell’insegnamento
dell’Educazione
civica, come materia curriculare, nata
come progetto UCIIM nel convegno nazionale celebrato al Castello Ursino
di Catania
(febbraio 1957) e che dal prossimo settembre ricompare nella
valutazione del
percorso formativo.
Il suo ricordo e
la sua testimonianza di “donna di scuola” rimangono vivi e intensi;
significativi sono i suoi articoli, le testimonianze, le
relazioni svolte nei congressi nazionali e nei corsi di aggiornamento
per
docenti e dirigenti e i numerosi editoriali pubblicati sulla rivista
dell’UCIIM:
“La scuola e l’Uomo”, su “Ricerche didattiche”, “Presenza nella scuola”.
Quest’anno
l’UCIIM ha perso anche Don Carlo Nanni,
che lo scorso anno aveva celebrato il funerale di Cesarina a Roma
e, confermava che “la robustezza della Sua azione e dei Suoi
interventi, orali e scritti, non sono comprensibili se non vengono
tenuti
stretti con la sua indefettibile fede in Gesù Maestro: via, verità,
vita, e con
la certezza di fede che il cuore dei credenti in Lui, può profondamente
sentire, in vita e in morte” nell’omelia,
Ella è andata a preparare un posto in cielo
anche alla carissima storica ucimina Maria
Borzi,,che la ospitava nella propria casa ogni volta che veniva a
Catania per i
convegni e i seminari dell’UCIIM.
Con affetto la prof.ssa Letizia Li Donni, che l’ha
assistita
amorevolmente nel corso del suo silenzioso calvario di sofferenza, ha
scritto
delle commoventi espressioni di affetto e di profonda gratitudine,
coinvolgendo
l’intera famiglia dell’UCIIM, grata per il dono della sua saggia e
magistrale
guida.
In linea anche con il tema del Meeting
di Rimini “Privi
di meraviglia, restiamo sordi al sublime” le parole della presidente
Checcacci risuonano in questo
difficile momento storico della scuola italiana, bisognosa di un
costruttivo “ dialogo fra adulti e giovani, fra gli
aspetti validi dell’esperienza culturale trascorsa e l’attesa
impaziente del
futuro”. Il domani dei giovani è l’oggi della scuola, che si presenta
incerto, insicuro e carico di complessità. Quasi come all’indomani del
’68 “I giovani, , in un momento difficile per la
scuola italiana, rimproverano agli adulti di non credere in ciò che
fanno,
tacciandoli di incoerenza, di “perbenismo”, di mancanza di coraggio” e
come
ascoltando il Suo pedagogico invito noi
conveniamo che occorre: “Compromettersi”
che significa anche “denunziare le
responsabilità di situazioni incresciose e farsi centri di
mobilitazione morale
per ricostruire la comunità e la democrazia”, operando fino in fondo,
“senza
mezze misure e senza ripensamenti egoistici”
La nebulosità del delicato momento
storico della scuola italiana esige la salvaguardia dei punti fermi
dell’azione
educativa che ha come fulcro centrale gli studenti che a scuola
crescono, sviluppano
competenze attraverso lo studio e i contenuti culturali, diventano
persone,
uomini e cittadini e scoprono la dimensione dei valori, del sublime,
dell’Assoluto.
Nell’epoca del nichilismo diffuso la
scuola riaccende l’umano e diventa occasione e
momento di relazione in cui l’ideale incarnato dei valori educativi
diventa
testimonianza di vita per gli studenti e segno di qualità per una
scuola che
cresce.
La passione educativa e l’attenzione ai
giovani che hanno costituito il fil rouge
della sua operosità restino da esempio per tutti i docenti che
nell’UCIIM
incontrano il “carisma” dei Fondatori e la guida per una qualificata
azione
educativa e formativa nell’esercizio della professione.
Giuseppe
Adernò
IN RICORDO DI CESARINA CHECCACCI
In
una afosa e pesante notte di fine agosto la cara Cesarina, la storica
Presidente, è andata
a
cogliere il premio eterno, è andata a godere della visione beatifica di
Dio,
purificata ormai dalle
lunghe
sofferenze sopportate con serenità e dignità.
È
passato un anno da quel 26 agosto e ci conforta sapere che Cesarina è
ancora
tra noi, è sempre in mezzo a noi, proprio perché è nella Casa del Padre
e continua
in Lui ad amare tutti coloro che hanno condiviso con lei l’esperienza
di vita
professionale e con lei hanno lavorato per la scuola e per una
autentica
promozione umana.
L’ho assistita
fino al suo
ultimo respiro e
che cosa non
avrei fatto e
dato perché non soffrisse tanto!
Ed invece
non sono riuscita
a fare altro
che a balbettare
qualche parola di
conforto e
donarle
qualche momento di sollievo fisico. Solo i suoi occhi parlavano
guardandomi e
vi potevo
leggere
la sua gratitudine e il suo silenzioso abbandono alla volontà di
Dio.
Ciò era
frutto della sua umiltà, perché
Cesarina è stata
sempre umile e
gioiosa e si è pienamente
affidata e fidata, così spesso mi ripeteva, del suo “Alleato” facendomi
intuire
che si
riferiva
a Gesù Maestro.
Ha
trascorso la sua lunga vita in piena adesione agli insegnamenti
evangelici:
esempio di fedeltà alla Chiesa e agli impegni assunti con essa. È stata
maestra
di vita per molti: alunni, amici, colleghi, collaboratori e soci UCIIM.
Il suo
cuore era aperto a tutti e a tutto.
La
sua vasta cultura, la sua disponibilità al dialogo, la sua profonda
competenza
in materia di politica scolastica, sono state le sue caratteristiche
umane
dominanti: stupiva l’immediatezza e la molteplicità dei rapporti
interpersonali.
Con
il suo comportamento sobrio e austero, con le sue espressioni dolci e
pacate
esercitava un fascino non indifferente.
Era
una persona carismatica, conquistava con la sua premurosa attenzione
nell’ascoltare e seguire quanti si
rivolgevano a lei
perché infondeva serenità,
spianava difficoltà e
leniva sofferenze.
Si
avvertiva in lei una forza dirompente che traeva origine dalla sua fede
in ciò
che credeva ed operava e derivava dalla sua identità di
insegnante.
Con
il suo ottimismo riusciva a dipanare le situazioni più
intricate.
Molti al
MIUR ancora ricordano
gli interventi attenti
e precisi della
professoressa Checcacci
nelle sedute del
Consiglio Nazionale della
P.I. o quando
si batteva nelle
varie Commissioni di Riforma
della scuola, che
l’hanno vista protagonista
in numerosi e
delicati incarichi, o anche
quando qualche Ministro
ricorreva a lei
per la sua
esperienza di politica scolastica.
La
sua testimonianza di vita è una eredità preziosa.
Ora
che ha raggiunto il Suo Maestro avvertiamo l’esigenza di invocarla
perché ci
solleciti dal Maestro, in questo momento
delicato che il mondo della scuola italiana attraversa, quell’aiuto
che
l’ha sostenuta sempre nei momenti difficili della sua vita
professionale.
Letizia Li Donni
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