![](http://www.aetnanet.org/images/articles/CESARINA%20CHECCACCI.png)
cofondatrice
insieme a Gesualdo Nosengo dell’UCIIM (Unione Cattolica Insegnanti
costituita
nel 1944), per oltre venti anni (1974-1997) alla presidenza dell’Unione.
Figura centrale dell’associazionismo cattolico, iscritta alla Compagnia di Gesù Maestro, ha vissuto con una forte impronta personalistica e comunitaria la sua “vocazione-missione” di educatrice, ha coordinato dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione la stagione delle riforme della scuola media (legge n. 1959 del 1962, e “I nuovi programmi del 1979” e della scuola secondaria superiore, con tutte le sperimentazioni innovative del progetto Brocca.
Importante è stato il suo contributo all’introduzione dell’insegnamento dell’Educazione civica, come materia curriculare, nata come progetto UCIIM nel convegno nazionale celebrato al Castello Ursino di Catania (febbraio 1957) e che dal prossimo settembre ricompare nella valutazione del percorso formativo.
Il suo ricordo e la sua testimonianza di “donna di scuola” rimangono vivi e intensi; significativi sono i suoi articoli, le testimonianze, le relazioni svolte nei congressi nazionali e nei corsi di aggiornamento per docenti e dirigenti e i numerosi editoriali pubblicati sulla rivista dell’UCIIM: “La scuola e l’Uomo”, su “Ricerche didattiche”, “Presenza nella scuola”.
Quest’anno l’UCIIM ha perso anche Don Carlo Nanni, che lo scorso anno aveva celebrato il funerale di Cesarina a Roma e, confermava che “la robustezza della Sua azione e dei Suoi interventi, orali e scritti, non sono comprensibili se non vengono tenuti stretti con la sua indefettibile fede in Gesù Maestro: via, verità, vita, e con la certezza di fede che il cuore dei credenti in Lui, può profondamente sentire, in vita e in morte” nell’omelia,
Ella è andata a preparare un posto in cielo anche alla carissima storica ucimina Maria Borzi,,che la ospitava nella propria casa ogni volta che veniva a Catania per i convegni e i seminari dell’UCIIM.
Con affetto la prof.ssa Letizia Li Donni, che l’ha assistita amorevolmente nel corso del suo silenzioso calvario di sofferenza, ha scritto delle commoventi espressioni di affetto e di profonda gratitudine, coinvolgendo l’intera famiglia dell’UCIIM, grata per il dono della sua saggia e magistrale guida.
In linea anche con il tema del Meeting di Rimini “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime” le parole della presidente Checcacci risuonano in questo difficile momento storico della scuola italiana, bisognosa di un costruttivo “ dialogo fra adulti e giovani, fra gli aspetti validi dell’esperienza culturale trascorsa e l’attesa impaziente del futuro”. Il domani dei giovani è l’oggi della scuola, che si presenta incerto, insicuro e carico di complessità. Quasi come all’indomani del ’68 “I giovani, , in un momento difficile per la scuola italiana, rimproverano agli adulti di non credere in ciò che fanno, tacciandoli di incoerenza, di “perbenismo”, di mancanza di coraggio” e come ascoltando il Suo pedagogico invito noi conveniamo che occorre: “Compromettersi” che significa anche “denunziare le responsabilità di situazioni incresciose e farsi centri di mobilitazione morale per ricostruire la comunità e la democrazia”, operando fino in fondo, “senza mezze misure e senza ripensamenti egoistici”
La nebulosità del delicato momento storico della scuola italiana esige la salvaguardia dei punti fermi dell’azione educativa che ha come fulcro centrale gli studenti che a scuola crescono, sviluppano competenze attraverso lo studio e i contenuti culturali, diventano persone, uomini e cittadini e scoprono la dimensione dei valori, del sublime, dell’Assoluto.
Nell’epoca del nichilismo diffuso la scuola riaccende l’umano e diventa occasione e momento di relazione in cui l’ideale incarnato dei valori educativi diventa testimonianza di vita per gli studenti e segno di qualità per una scuola che cresce.
La passione educativa e l’attenzione ai giovani che hanno costituito il fil rouge della sua operosità restino da esempio per tutti i docenti che nell’UCIIM incontrano il “carisma” dei Fondatori e la guida per una qualificata azione educativa e formativa nell’esercizio della professione.
Giuseppe Adernò
a cogliere il premio eterno, è andata a godere della visione beatifica di Dio, purificata ormai dalle
lunghe sofferenze sopportate con serenità e dignità.
È passato un anno da quel 26 agosto e ci conforta sapere che Cesarina è ancora tra noi, è sempre in mezzo a noi, proprio perché è nella Casa del Padre e continua in Lui ad amare tutti coloro che hanno condiviso con lei l’esperienza di vita professionale e con lei hanno lavorato per la scuola e per una autentica promozione umana.
L’ho assistita fino al suo ultimo respiro e che cosa non avrei fatto e dato perché non soffrisse tanto!
Ed invece non sono riuscita a fare altro che a balbettare qualche parola di conforto e
donarle qualche momento di sollievo fisico. Solo i suoi occhi parlavano guardandomi e vi potevo
leggere la sua gratitudine e il suo silenzioso abbandono alla volontà di Dio.
Ciò era frutto della sua umiltà, perché Cesarina è stata sempre umile e gioiosa e si è pienamente affidata e fidata, così spesso mi ripeteva, del suo “Alleato” facendomi intuire che si
riferiva a Gesù Maestro.
Ha trascorso la sua lunga vita in piena adesione agli insegnamenti evangelici: esempio di fedeltà alla Chiesa e agli impegni assunti con essa. È stata maestra di vita per molti: alunni, amici, colleghi, collaboratori e soci UCIIM. Il suo cuore era aperto a tutti e a tutto.
La sua vasta cultura, la sua disponibilità al dialogo, la sua profonda competenza in materia di politica scolastica, sono state le sue caratteristiche umane dominanti: stupiva l’immediatezza e la molteplicità dei rapporti interpersonali.
Con il suo comportamento sobrio e austero, con le sue espressioni dolci e pacate esercitava un fascino non indifferente.
Era una persona carismatica, conquistava con la sua premurosa attenzione nell’ascoltare e seguire quanti si rivolgevano a lei perché infondeva serenità, spianava difficoltà e leniva sofferenze.
Si avvertiva in lei una forza dirompente che traeva origine dalla sua fede in ciò che credeva ed operava e derivava dalla sua identità di insegnante.
Con il suo ottimismo riusciva a dipanare le situazioni più intricate.
Molti al MIUR ancora ricordano gli interventi attenti e precisi della professoressa Checcacci nelle sedute del Consiglio Nazionale della P.I. o quando si batteva nelle varie Commissioni di Riforma della scuola, che l’hanno vista protagonista in numerosi e delicati incarichi, o anche quando qualche Ministro ricorreva a lei per la sua esperienza di politica scolastica.
La sua testimonianza di vita è una eredità preziosa.
Ora che ha raggiunto il Suo Maestro avvertiamo l’esigenza di invocarla perché ci solleciti dal Maestro, in questo momento delicato che il mondo della scuola italiana attraversa, quell’aiuto
che l’ha sostenuta sempre nei momenti difficili della sua vita professionale.
Letizia Li Donni
Figura centrale dell’associazionismo cattolico, iscritta alla Compagnia di Gesù Maestro, ha vissuto con una forte impronta personalistica e comunitaria la sua “vocazione-missione” di educatrice, ha coordinato dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione la stagione delle riforme della scuola media (legge n. 1959 del 1962, e “I nuovi programmi del 1979” e della scuola secondaria superiore, con tutte le sperimentazioni innovative del progetto Brocca.
Importante è stato il suo contributo all’introduzione dell’insegnamento dell’Educazione civica, come materia curriculare, nata come progetto UCIIM nel convegno nazionale celebrato al Castello Ursino di Catania (febbraio 1957) e che dal prossimo settembre ricompare nella valutazione del percorso formativo.
Il suo ricordo e la sua testimonianza di “donna di scuola” rimangono vivi e intensi; significativi sono i suoi articoli, le testimonianze, le relazioni svolte nei congressi nazionali e nei corsi di aggiornamento per docenti e dirigenti e i numerosi editoriali pubblicati sulla rivista dell’UCIIM: “La scuola e l’Uomo”, su “Ricerche didattiche”, “Presenza nella scuola”.
Quest’anno l’UCIIM ha perso anche Don Carlo Nanni, che lo scorso anno aveva celebrato il funerale di Cesarina a Roma e, confermava che “la robustezza della Sua azione e dei Suoi interventi, orali e scritti, non sono comprensibili se non vengono tenuti stretti con la sua indefettibile fede in Gesù Maestro: via, verità, vita, e con la certezza di fede che il cuore dei credenti in Lui, può profondamente sentire, in vita e in morte” nell’omelia,
Ella è andata a preparare un posto in cielo anche alla carissima storica ucimina Maria Borzi,,che la ospitava nella propria casa ogni volta che veniva a Catania per i convegni e i seminari dell’UCIIM.
Con affetto la prof.ssa Letizia Li Donni, che l’ha assistita amorevolmente nel corso del suo silenzioso calvario di sofferenza, ha scritto delle commoventi espressioni di affetto e di profonda gratitudine, coinvolgendo l’intera famiglia dell’UCIIM, grata per il dono della sua saggia e magistrale guida.
In linea anche con il tema del Meeting di Rimini “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime” le parole della presidente Checcacci risuonano in questo difficile momento storico della scuola italiana, bisognosa di un costruttivo “ dialogo fra adulti e giovani, fra gli aspetti validi dell’esperienza culturale trascorsa e l’attesa impaziente del futuro”. Il domani dei giovani è l’oggi della scuola, che si presenta incerto, insicuro e carico di complessità. Quasi come all’indomani del ’68 “I giovani, , in un momento difficile per la scuola italiana, rimproverano agli adulti di non credere in ciò che fanno, tacciandoli di incoerenza, di “perbenismo”, di mancanza di coraggio” e come ascoltando il Suo pedagogico invito noi conveniamo che occorre: “Compromettersi” che significa anche “denunziare le responsabilità di situazioni incresciose e farsi centri di mobilitazione morale per ricostruire la comunità e la democrazia”, operando fino in fondo, “senza mezze misure e senza ripensamenti egoistici”
La nebulosità del delicato momento storico della scuola italiana esige la salvaguardia dei punti fermi dell’azione educativa che ha come fulcro centrale gli studenti che a scuola crescono, sviluppano competenze attraverso lo studio e i contenuti culturali, diventano persone, uomini e cittadini e scoprono la dimensione dei valori, del sublime, dell’Assoluto.
Nell’epoca del nichilismo diffuso la scuola riaccende l’umano e diventa occasione e momento di relazione in cui l’ideale incarnato dei valori educativi diventa testimonianza di vita per gli studenti e segno di qualità per una scuola che cresce.
La passione educativa e l’attenzione ai giovani che hanno costituito il fil rouge della sua operosità restino da esempio per tutti i docenti che nell’UCIIM incontrano il “carisma” dei Fondatori e la guida per una qualificata azione educativa e formativa nell’esercizio della professione.
Giuseppe Adernò
IN RICORDO DI CESARINA CHECCACCI
In
una afosa e pesante notte di fine agosto la cara Cesarina, la storica
Presidente, è andata
a cogliere il premio eterno, è andata a godere della visione beatifica di Dio, purificata ormai dalle
lunghe sofferenze sopportate con serenità e dignità.
È passato un anno da quel 26 agosto e ci conforta sapere che Cesarina è ancora tra noi, è sempre in mezzo a noi, proprio perché è nella Casa del Padre e continua in Lui ad amare tutti coloro che hanno condiviso con lei l’esperienza di vita professionale e con lei hanno lavorato per la scuola e per una autentica promozione umana.
L’ho assistita fino al suo ultimo respiro e che cosa non avrei fatto e dato perché non soffrisse tanto!
Ed invece non sono riuscita a fare altro che a balbettare qualche parola di conforto e
donarle qualche momento di sollievo fisico. Solo i suoi occhi parlavano guardandomi e vi potevo
leggere la sua gratitudine e il suo silenzioso abbandono alla volontà di Dio.
Ciò era frutto della sua umiltà, perché Cesarina è stata sempre umile e gioiosa e si è pienamente affidata e fidata, così spesso mi ripeteva, del suo “Alleato” facendomi intuire che si
riferiva a Gesù Maestro.
Ha trascorso la sua lunga vita in piena adesione agli insegnamenti evangelici: esempio di fedeltà alla Chiesa e agli impegni assunti con essa. È stata maestra di vita per molti: alunni, amici, colleghi, collaboratori e soci UCIIM. Il suo cuore era aperto a tutti e a tutto.
La sua vasta cultura, la sua disponibilità al dialogo, la sua profonda competenza in materia di politica scolastica, sono state le sue caratteristiche umane dominanti: stupiva l’immediatezza e la molteplicità dei rapporti interpersonali.
Con il suo comportamento sobrio e austero, con le sue espressioni dolci e pacate esercitava un fascino non indifferente.
Era una persona carismatica, conquistava con la sua premurosa attenzione nell’ascoltare e seguire quanti si rivolgevano a lei perché infondeva serenità, spianava difficoltà e leniva sofferenze.
Si avvertiva in lei una forza dirompente che traeva origine dalla sua fede in ciò che credeva ed operava e derivava dalla sua identità di insegnante.
Con il suo ottimismo riusciva a dipanare le situazioni più intricate.
Molti al MIUR ancora ricordano gli interventi attenti e precisi della professoressa Checcacci nelle sedute del Consiglio Nazionale della P.I. o quando si batteva nelle varie Commissioni di Riforma della scuola, che l’hanno vista protagonista in numerosi e delicati incarichi, o anche quando qualche Ministro ricorreva a lei per la sua esperienza di politica scolastica.
La sua testimonianza di vita è una eredità preziosa.
Ora che ha raggiunto il Suo Maestro avvertiamo l’esigenza di invocarla perché ci solleciti dal Maestro, in questo momento delicato che il mondo della scuola italiana attraversa, quell’aiuto
che l’ha sostenuta sempre nei momenti difficili della sua vita professionale.
Letizia Li Donni