Mentre i precari storici si tolgono la vita, il governo è impegnato nel pareggio di bilancio entro il 2013
Data: Giovedì, 15 novembre 2012 ore 07:00:00 CET Argomento: Opinioni
Indignati e come!
La precarietà e la disoccupazione, che di recente hanno sacrificato una
vita umana, un professore di 48 anni, “inascoltato dallo Stato”,
costituisce un grave attentato ai diritti di cittadinanza, un segnale
di disattenzione cronica ai problemi del lavoro. Le OO.SS. e la
politica non possono soprassedere a tali violazioni, e il perpetrarsi
di tale indirizzo strategico del Governo, viola il diritto comunitario,
i diritti umani e la stessa tenuta dei principi democratici del Paese.
E mentre chi vive il dramma del precariato o della disoccupazione è
senza ammortizzatori sociali, e arriva al punto di togliersi la vita,
chi è deputato a rappresentare l’Italia, distratto dal pareggio di
bilancio, mette in pericolo la nostra esistenza terrena, non essendoci
un quadro legislativo che consenta di superare la grave crisi, non
essendo strategico un piano straordinario per il lavoro. Nello sciopero
del 24 novembre perché le OO.SS. non fanno alcun cenno al salva
precari, a misure diverse di reclutamento, all’organico funzionale,
alla violazione dei diritti di cittadinanza, quante persone ancora
dovranno togliersi la vita?
Il MIUR su sollecitazione delle OO.SS., ha chiesto finalmente al
MEF e alla Funzione Pubblica una risposta sulle stabilizzazioni del
personale ATA, che aspetta da mesi di essere assunto sui posti che
erano liberi e stabilire un contingente per le assunzioni in ruolo. Ciò
si è reso necessario, nonostante la Commissione Bilancio della Camera,
abbia ritenuto inammissibile per: “mancanza di copertura”
l’emendamento alla legge di stabilità che prevedeva, qualora fosse
stato accolto dai due rami del Parlamento, la dispensa dal servizio per
motivi di salute e l'obbligo per
il MIUR di approvare un piano di ricollocamento per i
docenti inidonei, considerato che recentemente
la Spending review aveva decretato il loro transito
forzoso sui ruoli ATA nei profili di assistente amministrativo e
tecnico, con conseguente licenziamento di circa 3.900 precari. Stessa
sorte è toccata agli emendamenti, che sostituivano il comma 75,
istitutivo del Fondo per la valorizzazione scolastica, con la
previsione di un piano triennale di reclutamento di personale docente e
ATA e che abrogavano l’articolo in materia di accantonamento di posti
di assistente tecnico ove presenti insegnanti tecnico-pratici in
esubero. E ancora agli emendamenti riguardanti graduatorie e supplenze
ritenuti dalla Commissione Bilancio della Camera inammissibili per:
"estraneità di materia". Fatta salva, si fa per dire, la possibilità
che per l’a.s. 2012-13 il MIUR e le Regioni possano attivare
progetti di 3 mesi, prorogabili a otto, per attività straordinarie per
docenti e ATA inclusi nelle graduatorie provinciali, sulla base di
apposite convenzioni, su finanziamenti regionali, con il relativo
punteggio commisurato alla sola durata del progetto, riconosciuto per
le graduatorie ad esaurimento dei Docenti e nelle graduatorie
permanenti degli ATA. Resta ben poco per il personale ATA, privato di
ammortizzatori sociali e remunerazione minima. Forse è andata un po’
meglio ai docenti, ma non è il caso di cantare vittoria se prima non
sarà firmato il DDL Stabilità. Nel frattempo, le OO.SS., che sono a
conoscenza di tale drammatica situazione, sarebbero tenuti a richiedere
attraverso una lettera unitaria a firma di SNALS-CONFSAL, GILDA–UNAMS,
CISL–SCUOLA, FLC–CGIL e UIL-SCUOLA, indifferibili misure salva precari
e l’auspicabile ritiro del provvedimento sui docenti inidonei,
sbloccando contestualmente le immissioni in ruolo, per evitare il
licenziamento senza giustificato motivo di migliaia di precari ATA e
Docente, oppure chiedere posti in deroga su Organico di fatto, a
sostegno del personale ausiliario, tecnico ed amministrativo,
raccogliendo gli appelli della politica a fare di più. E’ appena
il caso di ricordare che se il Governo dovesse votare la "Fiducia" sarà
mandato alle Camere il testo originario del DDL Stabilità con
l'azzeramento della proposta dei circa 1.600 emendamenti, con
comprensibili ripercussioni sul sistema scolastico. Le scuole intanto
si interrogano sul loro futuro e invocano continuità, funzionalità, e
qualità, nonché certezza dei processi organizzativi dei servizi.
L’esiguità dell’organico e delle risorse non ancora funzionali al
normale funzionamento delle scuole e la mancata copertura a ruolo di
tutti i posti vacanti e disponibili, rendono problematica la gestione
delle istituzioni scolastiche, dei servizi correlati, impedendo di
raggiungere i necessari livelli di efficienza. Ma occorrono anche
tutele nel riconoscimento del punteggio e dell’anzianità pregressa per
coloro i quali “in servizio da più di tre anni” hanno perso l’incarico
annuale o fino al termine delle attività didattiche o non sono
beneficiari nell’a.s. 2012/13 di supplenze di almeno 180 gg. In
particolare, sono state fatte delle proposte emendative alla legge di
stabilità che mirano a modificare l’attuale sistema di reclutamento in
materia di supplenze temporanee, prevedendo la possibilità di supplenza
temporanea nei distretti scolastici analogamente al DM 92/2011 e non in
“sole” trenta scuole. Ciò si rende necessario dopo gli effetti
scaturiti dall'entrata in vigore dell’art. 64 della legge 133/08, per
gli aa.ss. 2008/09, 2009/10 e 2010/11 e le conseguenze
occupazionali dipese da tale norma su un sistema di reclutamento che
non è più in grado di sostenere la forte domanda di lavoro del
personale della scuola e per meglio normare la materia. Si è proposto
inoltre con decorrenza dall’a.s. 2013/14 che la graduatoria provinciale
permanente ATA, sia trasformata in una graduatoria provinciale ad
esaurimento analogamente al personale docente ed educativo, con la
possibilità a scelta dei candidati di aggiornamento triennale e
inserimento a pettine in altra provincia o regione, diversa da quella
di immissione in ruolo ogni tre anni. Su questi temi ritenuti
inammissibili dalla Commissione Bilancio della Camera, si
invitano le OO.SS. e i partiti politici a mantenere aperto un dialogo
con il governo e le parti sociali per trovare soluzioni di lungo
periodo, e in particolare cercare quelle risorse e quelle risposte
necessarie alle tante domande della scuola statale, prevedendo almeno
per l’a.s. 2012/13 misure che consentano ai precari storici il
riconoscimento del punteggio per intero senza maggiori oneri a carico
del bilancio statale.
D’altra parte Le rivendicazioni dei diritti dei precari ATA sono frutto
della violazione della normativa comunitaria in materia di contratti a
termine (Dir. 1999/70/CE recepita dal D. Lgs. 368/01) e della mancanza
di un quadro legislativo che non consente i processi di
stabilizzazione. Siamo stanchi di sentir parlare di pareggio di
bilancio entro il 2013, mentre i precari della scuola o di altre
categorie si tolgono la vita, nell’indifferenza di un Governo che
ritiene inammissibile anche riconoscere il solo punteggio a chi ha
maturato più di tre anni di servizio nella scuola. E con l’accorpamento
delle province e i ritardati pensionamenti non ci saranno nuovi tagli?
e quali misure salva precari tuteleranno i precari storici? Quante
domande senza risposte, eppure ci si ostina ancora contro i precari.
Mentre l’Italia affonda nella morsa della disoccupazione e della
recessione e si prevede un inizio di crescita a partire da giugno 2013,
si dà una lettura distorta del fenomeno scolastico, che con tutta la
sua complessità, non tiene conto delle parole stabilizzazione,
investimenti, qualità, formazione, sicurezza. Che importi o meno, la
questione è politica, ed è un’occasione da non perdere per chi si
appresta a governare la Sicilia e l’Italia, anche perché prima o poi
bisognerà intervenire, e obiettivamente prima si fa e meglio è per
tutti. E’ un elettorato scomodo quello della scuola, quanto a
tradizioni culturali e sociali, un fattore decisivo che può fare la
differenza sull’incertezza della scelta del candidato politico, sul
fenomeno crescente dell’astensionismo che solo in Sicilia ha già
interessato in occasione dell’elezione a Presidente della Regione e
dell’ARS il 52% degli elettori, ma occorre ricordare alla politica che
le sfide non si vincono sempre sul certo, ma anche su quella
percentuale crescente di elettori che non riconosce nella politica e
nei suoi candidati scelte per la collettività, scelte condivisibili per
la scuola statale, per le famiglie. Allora, perché non cercare nella
scuola quest’ulteriore consenso politico, quel terreno di tutti che
serve alla Sicilia per ritrovare quell’identità di Regione
all’avanguardia e al passo coi tempi e all’Italia credibilità
internazionale? Chiedo come cittadino, ancor prima che precario o
disoccupato, di poter viaggiare alla stessa velocità delle Regioni del
Nord, di avere scuole sicure, di avere servizi efficienti, di avere il
tempo pieno, interventi che restituiscano alla scuola dignità e decoro,
ai precari Docenti ed ATA la stabilità di un lavoro, norme specifiche
che consentano a chi è senza lavoro di avere un reddito minimo
garantito, un esempio di civiltà e solidarietà, che consenta alla
Sicilia e all’Italia di superare la grave crisi finanziaria e
occupazionale, evitando il sacrificio di preziose vite umane.
In tal senso si allega alla presente lettera, una nota da sottoporre
p.c. a sua eccellenza il Prefetto di Catania e a tutte le OO.SS., con
l’auspicio che la seguente nota venga inviata a firma congiunta alle
Segreterie Nazionali, con le modifiche che le SS.LL., ritengano
allegare.
Stante l’urgenza si raccomanda massima sollecitudine.
F.to Mario
Di Nuzzo
mario.dinuzzo@libero.it
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